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“La questione del lago Regillo – Storia e leggenda” di Pietro Frangini

“La questione del lago Regillo – Storia e leggenda” di Pietro Frangini
Marzo 20
20:34 2021

“La Questione è Finalmente Risolta?”

Segnalo questa interessante monografia, “La questione del lago Regillo – Storia e leggenda” di Pietro Frangini

Nel libro l’autore mette in ordine quattro secoli di ricerche e ipotesi fatte sulla collocazione del lago Regillo, luogo della storica battaglia della città di Roma contro la Lega Latina e contro gli etruschi capeggiati da Tarquinio il Superbo. Quest’ultimo, cacciato dai Romani in mala modo dalla città qualche tempo prima, volle vendicarsi e riuscì ad unire i popoli latini – i Volsci no, arrivarono in ritardo – per sconfiggere Roma. La battaglia fu vinta, non da Tarquinio nonostante avesse il doppio delle truppe, ma dai Romani e ha segnato l’inizio dell’espansione di Roma da modesta cittadina costruita su qualche colle nei pressi del guado di un fiume, al più grande e duraturo impero del mondo. Correva l’anno 496 a.C (o secondo alcuni il 499 a.C).

Alcuni storici nel passato hanno messo in dubbio l’intera vicenda dismettendo la storia come mera leggenda. Eppure, il Lago Regillo è stato menzionato più volte e dev’essere esistito a prescindere della battaglia. Nei tempi moderni molti storici e archeologi si sono posti quindi la domanda: ma quale era quel Regillum Lacum nell’Ager Tuscolano [Livio, Ab Urbe Condita, Lib. II], teatro della battaglia e secondo le fonti storiche distante quindici miglia da Roma?

Ecco, l’autore, dopo un serio lavoro di approfondimento storico e confrontando le tante ipotesi formulate, le scarta una dopo l’altra, fosse per l’assurdità (Regillo Sabino a nord di Roma …), fosse per la distanza incompatibile (l’Algido ad esempio) o per impossibilità strategico-militare e viabilità (il Laghetto di Monte Compatri/Colonna), oppure fuori dall’ager tuscolano (Gabii). Alla fine rimangono solo due candidati seri: Pantano Secco, ben visto da T. Ashby nel suo trattato del 1898, e il poco distante bacino di Prata Porci, ora prosciugato (1). A decidere l’esito di questa affascinante ‘gara’ per l’autore diventano determinanti i toponimi su antiche mappe o ancora esistenti: Lago Regillo, da lago della reginella, nome dato in antichità alla Dea Giunone. Orbene, a Prata Porci si trova un’antica fonte, l’Acqua Reginella appunto.

Il libro contiene ancora molte altre considerazioni storiche, ad esempio sui mitici Dioscuri che secondo la leggenda sarebbero intervenuti negli ultimi istanti della battaglia in favore dei Romani e una lunga e interessante descrizione del territorio di Prata Porci. Le fonti storiche vengono abbondantemente citate anche se avrei preferito vederle, accanto alla traduzione, nel latino originale. Infine, il libro si chiude con la lunga poesia – quasi dieci pagine – del “Carme cantato alla festa di Castore e Polluce negli Idi di quintile l’anno di Roma CCCCCLI”.

Rimangono alcune domande a cui sarebbe interessante poter rispondere. Ad esempio, quale è il preciso luogo del basamento, presumibilmente di un tempio arcaico dedicato alla Dea Giunone Regina oppure ai Dioscuri, trovato nei pressi di Prata Porci circa settant’anni fa e studiato dagli archeologi Pareti e Colasanti, a cui accenna l’autore a pagina 35? Soprattutto, che fine hanno fatto quei resti? (2)

Ora la questione è risolta? Stando agli argomenti portati dall’autore, sembra proprio di si (3). Anche se gli indizi sono indiretti, gli argomenti a favore di Prata Porci sono davvero convincenti. Chissà, forse futuri scavi nella zona oppure nuove e fortuite scoperte archivistiche potrebbero dare la conferma ultima: Prata Porci fu il Lago Regillo.

T.W.P.M. Hermsen (in collaborazione con Laura Frangini)

Nota 1: Lo svuotamento del lago è stato effettuato sicuramente prima del 1° sec d.C. dato che in mezzo al cratere passano i due acquedotti dell’Acqua Claudia e dell’Anio Novus, entrambi di quell’epoca. Inoltre, secondo T. Ashby l’Acqua Marcia (144 a.C) attraversava perpendicolarmente la Tagliata scavata per svuotare il lago e eventuali resti di un ponte dell’acquedotto qui – ma l’archeologo non ne parla – indicherebbe uno svuotamento anteriore alla data di costruzione dello stesso.

Nota 2: Dopo la stesura di questo articolo ho scoperto che sono al salvo e conservate in un’azienda agricola nella zona.

Nota 3: Come era da aspettarsi in una vicenda così complessa, di recente è stata ipotizzata dall’archeologo F. Arietti una nuova ubicazione del lago Regillo. Nel suo libro, Alba e Monte Albano – 2020, egli scarta l’ipotesi di Prata Porci e colloca il lago, non lontano, sul presunto confine dell’agro tuscolano presso il corso dell’antico fiume Tuscus Amnis.

Pietro Frangini – La “questione” del lago Regillo. Storia e leggenda”. 120 pag.
Ed. Photo club Controluce – Monte Compatri
ISBN 978-88-95736-24-2

L’autore, d’origine toscana, enologo e appassionato di Storia, è deceduto nel 2011. Ringrazio la figlia Laura per avermi fatto conoscere questo interessante libro. In attesa di una nuova imminente edizione, per chi volesse acquistare una delle poche copie ancora rimaste in questo momento, può scrivere a laura.frangini@hotmail.com oppure all’editore di questa rivista.

 

Veduta del cratere di Prata Porci visto dalla direzione del Tuscolo. Il cratere dista poco più di cinque chilometri dalla città del Tuscolo e circa diciotto chilometri in linea d’area dal Campidoglio a Roma.

Sono segnati, secondo le indicazioni dell’autore:

– la Tagliata di tipo etrusco per drenare il bacino del lago

– Colle Isidoro, probabile centro della battaglia

– la fonte dell’Acqua Reginella

– presunto luogo di ritrovamento del basamento di un tempio

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