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La Sicilia araba: due secoli e mezzo di splendore!

Novembre 07
07:55 2019

Era l’anno 827 “Sommo lo esercito a settecento cavalli e diecimila fanti; il navilio a settanta o, secondo altri, cento barche” (M. Amari “Storia dei Musulmani di Sicilia”).

Sbarcarono nei pressi di Capo Granitola, vicino Mazara del Vallo e occuparono “Marsa Alì” (Il porto di Alì) o “Marsa Allah” (Il porto di Dio), l’odierna Marsala.

Uno stuolo di uomini agguerriti e bellicosi si addentrarono con forza nell’isola per effettuare una razzìa.

Si scontrarono con i Bizantini a Siracusa, mettendoli in fuga presso Corleone nell’ 828.

Successivamente presero Palermo, eletta Capitale della Sicilia Islamica e, quindi, Ragusa, Cefalù,  Caltabellotta, Messina, Modica, Butera, Enna, Scicli, Noto.

Con la Battaglia di Butera, nell’ 845, erano stati sterminati almeno 9000 soldati bizantini: si configurava un decisivo controllo della “Terra grande” da parte del popolo islamico.

Fu, quindi, la volta di Siracusa, Taormina e Catania.

Durante la dominazione araba, in Sicilia, non ci fu un regno unitario arabo ma tante piccole signorie dirette da ”Kadì” (magistrati musulmani).

In seguito gli Arabi divisero l’isola in grandi distretti amministrativi: Val di Mazara (parte centro-occidentali), Val Demone (parte settentrionale-orientale) e Val di Noto (parte meridionale).

Gli Arabi introdussero un nuovo sistema dell’agricoltura sostituendo la monocultura del grano con la varietà delle coltivazioni da loro importate: riso, agrumi, cotone, zucchero, palma da dattero, grano duro, carrubbo, pistacchio, gelso,fichi d’India, asparagi, melanzane, spinaci, meloni.

Furono grandi maestri nello sfruttamento delle risorse idriche, introducendo efficientissimi sistemi di irrigazione.

Anche il commercio cominciò a prendere vita: gli scambi commerciali marittimi si imposero con vigore su tutto il Mediterraneo.

Durante i 200 anni di dominazione, gli Arabi portarono in Sicilia la cultura: ed ecco un rigoglìo di poesia, arte, letteratura. teologia, medicina, scienze orientali.

L’isola si vestì di splendore: opere e monumenti stupendi abbellirono ed ingentilirono le città!

Anche dopo la conquista normanna, nel 1061, la cultura araba permarrà sotto varie forme.

Fino ad oggi sono ancora riconoscibili in Sicilia le espressioni idiomatiche, le abitudini alimentari, l’architettura, i toponimi, le credenze.

La Sicilia è sempre stato un crocevìa importantissimo nel Mediterraneo: qui tantissime popolazioni si sono insediate  lasciando la loro traccia, ma nessun popolo, come gli Arabi, hanno trasformato così in profondità il carattere delle persone e la morfologia stessa dell’isola.

In quasi tre secoli di dominazione furono introdotte novità nel modo di vivere, di lavorare, di mangiare.

Nuove specie di piante, alberi, la pesca del tonno col metodo della “mattanza”, il cous cous.

Ma, a parte tutto questo, notevoli tracce della civiltà islamica si ritrovano ancora oggi nell’indole delle persone e nei tratti somatici: i Siciliani hanno, sicuramente , ereditato dal popolo arabo il senso dell’ospitalità, della famiglia e dello stare insieme, l’orgoglio ed il senso dell’onore, molto diffuso in tutta la Sicilia.

I Siciliani sono uno splendido cocktail di culture, un complesso e caleidoscopico miscuglio di colori che si staglia con orgoglio, mostrando, con vanto, le sue meraviglie!

 

 

 

 

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