Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

L’addio a Alberto Mieli: Smeriglio, lascia vuoto incolmabile. Portato ultimo saluto a nome della Regione Lazio

Maggio 31
20:20 2018

L’addio a Alberto Mieli: Smeriglio, lascia vuoto incolmabile

Portato ultimo saluto a nome della Regione Lazio

   (ANSA) – ROMA, 30 MAG – “Questa mattina davanti al Tempio

Maggiore, in rappresentanza della Regione Lazio, ho portato il

mio ultimo saluto ad Alberto Mieli. Il doveroso riconoscimento

della nostra Istituzione all’uomo che fino alla fine dei suoi

giorni ha dedicato il suo impegno alla testimonianza e alla

memoria della Shoah in Italia”. Lo comunica in una nota il Vice

Presidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio.

   “‘Zi Pucchio’, come era conosciuto e soprannominato, romano e

del quartiere popolare della Garbatella, lascia un vuoto

incolmabile, per la sua storia, il suo riscatto, la sua dignita’,

il suo contributo alla denuncia e alla educazione delle nuove

generazioni – aggiunge – Esprimo pertanto a nome della Regione

Lazio la vicinanza e il cordoglio alla famiglia e alla Comunita’

Ebraica”.(ANSA).

Chi era Alberto Mieli:

Alberto Mieli era nato a Roma il 22 dicembre 1925 (92 anni). Viveva a Garbatella con i genitori

Con le leggi razziali il padre fu costretto a smettere di lavorare. Alberto fu cacciato dalla scuola perché di religione ebraica.

Sfugge assieme alla famiglia alla retata nazifascista degli ebrei romani il 16 ottobre 1943, ma nell’aprile del ’44 (19 anni) viene preso da un gruppo di sette uomini, tre nazisti e quattro fascisti in borghese. Dopo un mese di carcere a Regina Coeli, i fascisti lo trasferiscono al campo di Fossoli e da li ad Auschwitz. Poi verrà portato a Sosnowitz, terribile sottocampo di Auschwitz, dove in condizioni spaventose viene costretto a lavorare alla “ristrutturazione”.

Scampa alle continue selezioni, e viene trasferito in una fabbrica di armi, poi al campo di Mauthausen e infine a Gusen, dove sarà liberato dagli americani. Alla liberazione pesava 29 Kg

Il ricongiungimento con la mia famiglia fu un’emozione grandissima: erano tutti sopravvissuti, la gente delle case popolari alla Garbatella nascose i miei 7 fratelli e mio padre, che aveva perso il lavoro alla dogana appena entrate in vigore le leggi razziali, se la cavò insieme a mia madre

Sul braccio aveva marcato in modo il numero 180060.

Conosciuto da tutti come “Zi Pucchio”, negli ultimi era stato uno dei testimoni più attivi a nel raccontare la Shoah in Italia.

Nel 2015 era stato insignito dell’Università di Foggia della laurea honoris causa in Filologia, letteratura e storia.

Assieme alla nipote Ester Mieli ha scritto nel 2015 il libro “«Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa”.

«Raccontare è un dovere nei confronti dei miei compagni che non sono più tornati, – diceva – è un dovere far sapere ai giovani ciò che accadde in quei lager. Una persona che non ricorda o che non vuol ricordare non è un uomo».

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Maggio 2024
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”