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L’IMPORTANZA DI ESSERE ERNESTO AL PETROLINI DI CASTELGANDOLFO

L’IMPORTANZA DI ESSERE ERNESTO AL PETROLINI DI CASTELGANDOLFO
Ottobre 28
05:08 2019

Messa in scena per la prima volta il 14 febbraio 1895 al St James’s Theatre di Londra, L’importanza di essere Ernesto si fonda su un gioco di parole presente nella lingua inglese: il nome Ernest e l’aggettivo hearnest che si pronunciano allo stesso modo,  danno l’opportunità a Oscar Wilde di giocare sull’equivoco sonoro per ironizzare sull’apparenza nella società inglese del tempo e l’inaffidabilità di un nome: tra i due protagonisti, infatti nessuno è del tutto onesto (hearnest), né veramente Ernest.

Jack ( Franco Colella) vive in campagna insieme alla giovanissima Cecily ( Lorenza Marconi), di cui è tutore; per sfuggire alla tediosa vita della campagna in cui vive, si rifugia nella mondanità londinese sotto il falso nome di Ernesto; suo compagno di scorribande è Algernoon (Alfredo Muccini), nobiluomo spiantato e ozioso che ha una cugina Gwendolyn ( Martina Anedda) che piace molto a Jack. D’altro canto lui, Algernon, è intrigato dall’idea di conoscere Cecily alla quale si presenta come fratello minore di Jack.

Intrighi e confusione prendono il via, tra bugie e seduzioni: il matrimonio tra Jack e Gwendolen è ostacolato dalla madre di lei, Lady Bracknell ( Daniela Sistopaolo) perché venuta a conoscenza dei suoi incerti natali (è un trovatello) e le due ragazze scoprono che i due “compari” hanno mentito sulla loro vera identità, diventano amiche spalleggiandosi e allontanando gli amati.

Come in ogni commedia che si rispetti, il lieto fine mette a posto ogni cosa: per una serie di circostanze, si scopriranno le reali origini di Jack – il cui vero nome incredibilmente è proprio Ernest e risulta essere fratello di Algernon – e le nozze verranno approvate. Grazie a questa riappacificazione e al colpo di scena, lo stesso Jack appianerà la situazione tra Algernon e la piccola Cecily e le due coppie potranno finalmente convolare a nozze.

Ambientata nei salotti della pudica, ma ipocrita nobiltà inglese, l’opera di Wilde da lui definita “Commedia frivola per gente seria”, utilizza la letteratura per scandalizzare e contestare quel che all’epoca era ipocrisia, speculazione, perbenismo, finto decoro…

Tre atti di un testo teatrale raffinato  con dialoghi deliziosamente surreali o provocatori, magistralmente interpretati nel Teatro Petrolini a Castelgandolfo in questo fine settimana di ottobre.  Essenziale e snella la scenografia, l’iniziativa è della Proloco Castel Gandolfo – Sezione teatrale Bobbiuozzon con la regia di Flavio Viterbini e la partecipazione di Davide Gaudenzi in Lane, Fiorella Uzzalli in Miss Primm, Francesco Scascitelli in Chasuble e Flavio Varisco in Merriman.

Ciascuno ben calato nelle parti, in questa briosa, beffarda e divertente commedia dove una perfetta mescolanza di ironia e sarcasmo raggiungono l’obiettivo proposto: sbeffeggiare con garbo un’artefatta rispettabilità.

Sorridente derisione delle apparenze!

 

 

 

 

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