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Medaglia commemorativa 160 anniversario Roma – Velletri

Medaglia commemorativa 160 anniversario Roma – Velletri
Gennaio 16
13:33 2022

Sarà la storica bottega Mortet di Roma a realizzare la medaglia commemorativa del 160 anniversario dell’apertura della Roma – Ceprano ( oggi Roma – Velletri )

NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE E DELLA QUALITA’

Era una consuetudine quella del conio delle medaglie commemorative, affinché restasse memoria di eventi di rilevanza. Così venne fatto anche in occasione dell’apertura della Roma – Ceprano (oggi Roma – Velletri) nel 1862. Fu il comune di Velletri a commissionare a Giuseppe Bianchi una medaglia che venne emessa il 17 Maggio 1862. L’opera di rara bellezza, ha nel dritto il papa Pio IX in mozzetta e stola e nel verso il Ponte di Ferro con il treno in transito. Pochi furono gli esemplari coniati sia in argento che in bronzo, i primi sono oggi introvabili, mentre qualcuno dei secondi è gelosamente conservato da collezionisti veliterni. Proprio grazie ad uno di essi l’amico Bruno Pallotti che ha messo a disposizione un bronzo di perfette condizioni, con la collaborazione della Signora Tiziana Todi, la Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola e l’Associazione Apassiferrati convinte ancora oggi del valore di certe opere hanno incaricato la storica bottega Mortet di Roma di realizzare la medaglia commemorativa del 160 anniversario dell’apertura della Roma – Ceprano (oggi Roma – Velletri). Dante Mortet prendendo spunto dalla medaglia di Giuseppe Bianchi ne creerà una appositamente per il 160 anniversario che sarà celebrato alla fine del mese di Febbraio. La medaglia che sarà a tiratura limitata verrà presentata insieme al volume “ La Stazione dei Papi” di Alessandro Filippi. La bottega Mortet rappresenta la continuità con la tradizione storica della medaglistica romana. Nata nel 1891 grazie ad Aurelio Mortet fiorentino che proprio in quell’anno arriva a Roma con la moglie Laura e i suoi sei figli, la bottega dei Mortet inizia la sua attività a rione Monti come bottega di intagliatori del legno. Ma poco dopo questo primo filone di attività si esaurisce per il naturale mutare dei tempi e delle circostanze e si sviluppa quello dell’artigianato orafo con speciale riguardo all’arte del cesello. . Un secolo di storia a Roma. Il “fiume” di Roma, il Tevere, è a pochi passi dai Mortet e da via dei Portoghesi. I grandi Artigiani di questa famiglia sono in buona compagnia in questo angolo della città. Sono passati di qui anche Antonio Canova, il Vanvitelli e Michelangelo Merisi da Caravaggio. I Mortet, sono Maestri del cesello, uno strumento che solo il genio e l’abilità di questi Maestri sa trasformare in uno straordinario veicolo di emozioni, bellezza e cultura universale. La storia dei Mortet è leggendaria tanto e quanto il palazzo che li ospita a Roma da più di cinquant’anni. Inizia all’incirca alla metà dell’800 quando Aurelio, originario della Coté d’or, lascia la Francia per arrivare a Firenze, in via dei Serragli. Aurelio lavora come cesellatore nel quartiere fiorentino di San Frediano. Poi, improvvisamente, nel 1890, lascia Firenze e si trasferisce a Roma con tutta la famiglia. Dei cinque figli del francese Mortet solo Armando e Dante decidono di proseguire con l’attività di cesellatori nella città eterna. Armando apre uno studio nel quartiere di Trastevere, in via degli Orti d’Alibert e Dante in via delle Sette Sale, al Colle Oppio. Siamo ai primi del ‘900. In poco meno di mezzo secolo, due guerre mondiali e la gravissima crisi economica del 1929 fanno da cornice alla realizzazione di alcune opere straordinarie, tra le quali la Spada della Vittoria destinata a Vittorio Emanuele III, le lampade custodite nel Pantheon per la tomba della Regina Margherita e la Porta del Reliquiario del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
…… In alcuni quartieri di Roma ci sono ancora i cumuli delle macerie dei bombardamenti alleati del 1943, quando i figli di Dante, Aurelio e Virgilio, si ritrovano a lavorare nella nuova bottega di via dei Portoghesi 18. E’ la Roma e l’Italia della ricostruzione……. Oggi Virgilio e Aurelio Mortet lavorano in luoghi diversi. Virgilio ha lasciato Roma da diversi anni per proseguire la sua attività con i figli Armando e Laura nello studio di Oriolo Romano. Aurelio è rimasto in via dei Portoghesi insieme ai figli Dante e Andrea. Con le nuove generazioni il prestigio del lavoro dei Mortet resta inalterato e così il livello della committenza. Se negli anni ’60 e ’70 i Mortet realizzano opere importanti come la Penna d’Oro con cui Papa Giovanni XXIII firmò la Sua prima enciclica o la Croce Pettorale di Papa Paolo VI, in epoche più recenti si consolida il rapporto professionale e culturale con numerose Istituzioni italiane e internazionali e personalità di rilievo del mondo laico e religioso. E’ da citare in questo caso la produzione di due busti in bronzo effigianti Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, realizzati appositamente per il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ed esposti nello studio presidenziale in occasione del messaggio di fine anno del dicembre 2003.
Un discorso a parte va riservato ai fortunati collezionisti delle fontane romane realizzate dai Mortet. La riproduzione delle fontane di Roma è uno dei fiori all’occhiello della bottega di via dei Portoghesi. Alcune di queste sono parte del patrimonio culturale di personaggi noti in tutto il mondo come S. E. il Cardinale Fiorenzo Angelini, il Senatore a vita Giulio Andreotti e il Re Juan Carlos I di Spagna. 
…… Un approfondimento lo merita la simpatica vicenda che nel 2008 ha visto protagonisti la Bottega Mortet di Roma e i due candidati alla presidenza USA, Barack Obama e John McCain. La Niaf (National Italian American Foundation – www.niaf.org), “… la maggiore e più fedele rappresentante degli oltre 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono negli Stati Uniti.”, come sottolineato nel sito internet della fondazione, pensò di fare omaggio ai due candidati di un simbolo rappresentativo della tradizione storica e culturale dell’Italia e in particolare di Roma. La scelta cadde sul “Pulcin della Minerva”, la famosa scultura progettata da Gian Lorenzo Bernini e realizzata da Ercole Ferrata nel 1667, dove a Roma, in piazza della Minerva, un elefantino sostiene un piccolo obelisco egiziano. Come è noto l’elefantino è il simbolo del partito repubblicano e l’asinello, il “donkey”, è il simbolo dei democratici americani.
…… Una riproduzione fedele dell’opera venne dunque consegnata al candidato McCain, mentre per Obama i Mortet realizzarono una versione della scultura identica all’originale salvo inserire un asinello, debitamente completato nel dorso con un elaborato panneggio a stelle e strisce!
…… Questa versione patriottica di un ribattezzato “Asinel della Minerva”, rivela come le dinamiche del gioco e della creatività risiedono ancora con forza in tutto il gruppo di lavoro dei Mortet, nonostante ci si trovi davanti ad una storia Artigiana di più di cento anni. Ancor prima che come talentuosi professionisti, i Mortet sono coinvolti dalle loro creazioni come persone, soggetti sociali in grado di far confluire in tutti i processi di lavorazione non solo alte abilità individuali, ma una precisa idea di “lavoro” visto come “evento” che indissolubilmente si lega ad una comunità di persone. E’ qui che si compie il senso profondo di ciò possiamo intendere per lavoro Artigiano. Traspare dai segni e dai simboli scelti dai Maestri, una dimensione socialmente responsabile, non solo descrittiva, ma rappresentativa dell’opera e della sua funzione sociale. E’ questa la “firma” dei Mortet. Ed è proprio in questa direzione che la storia recente di questa grande famiglia di Artigiani si evolve e diventa sinonimo di costruzione e condivisione sociale della conoscenza. I Mortet sono attivi da anni, in Italia e nel mondo, per la diffusione di nuove pratiche educative e per lo sviluppo di una didattica di eccellenza dedicata all’arte del cesello. Il Maestro Aurelio è Docente di cesello e sbalzo presso la Scuola dell’Arte della Medaglia del Poligrafico e Zecca dello Stato Italiano. Gli altri Mortet,Dante, Andrea e lo stesso Aurelio collaborano da tempo con l’IILA, l’Istituto Italo Latino Americano, per la progettazione e l’allestimento di laboratori di Alto Artigianato, in centro e sud America. Tutti destinati all’insegnamento e all’apprendimento dell’arte dei metalli e dell’oreficeria.  Re, Papi e Capi di Stato tra spade, fontane, medaglie e nel mezzo due guerre mondiali. Chissà se il Caravaggio è passato per la Bottega dei Mortet.. Continueremo a parlare dei Mortet in prossimi articoli perché si possa prendere coscienza dell’importanza oggi dell’artigianato artistico e lavorare per la sua valorizzazione e conservazione come frutto del passato ma speranza per il futuro.

 

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