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#Nonleggeteilibri – Lampedusa, donna in un interno e umanità…

#Nonleggeteilibri – Lampedusa, donna in un interno e umanità…
Novembre 18
12:47 2018

Lampedusa (titolo originale: À ce stade de la nuit) di Maylis de Kerangal, Feltrinelli 2016 traduzione di Mario Baiocchi con Daniela De Lorenzo € 9,00 isbn 9788807031953 e-book € 6,99 disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR www.consorziosbcr.net

(Serena Grizi) – Ha la scansione di un soliloquio teatrale Lampedusa, tanto che la crescita di coscienza e disperazione sono scanditi dalla frase ricorrente “A questo punto della notte”, titolo originale dello scritto nel quale, nella cucina d’una donna al momento sola, la notte del 3 ottobre 2013 entra la notizia ripetuta dalla radio del naufragio nel quale morirono tragicamente 300 persone che facevano rotta verso l’Italia a due chilometri dalla costa dell’isola pelagica. La donna decide che quella tragica notte si dilati in onore di chi non c’è più, dell’isola di Giuseppe Tomasi, di Fabrizio, suo bisnonno e ispiratore del Principe di Salina, e così del regale e bravissimo Burt Lancaster: del suo Fabrizio, della sua Sicilia, perché l’isola fino allora le ricordava questo, un toponimo fra i più evocativi della letteratura in bella compagnia di tanti altri e capisce che non sarà mai più così, almeno non solo. Il ballo del film Il Gattopardo che Visconti trasse dal libro: un ballo che è girato come un naufragio, pensa l’autrice, in cui Visconti rese in immagini il naufragare d’un mondo. Le ore della donna sono scandite da lavoro febbrile, brividi, immaginazione…Il mare è una miriade di cose, così l’isola, come racconta in alcuni dei passaggi più belli e poetici (perché la prosa dell’autrice è gemella della poesia). Poi ancora Lancaster: nel film Un uomo a nudo che i registi F. Perry e S. Pollack trassero dal memorabile racconto di J. Cheever, The Swimmer, ancora attraverso l’acqua, elemento dentro il quale si compiono tragici destini. Bello e prestante cinquantenne, Ned, attraversa come in un sogno al contrario le ricche proprietà dei vicini, lo fa in costume nuotando nelle loro piscine e toccando a ritroso gli snodi decisivi della propria esistenza, perché deve arrivare a capire un certo proprio incubo…. La lettura di questa autrice dà i brividi: come in Riparare i viventi, la de Kerangal polverizza ogni certezza psicologica a porta dritte alla testa e al cuore quelle che sono state le sue suggestioni rendendo così la pagina tridimensionale.

Si muore in acqua e da questa si rinasce, o si ri-muore, qualche volta, se non c’è più speranza. Gli uomini continuano ad attraversare il mare per fuggire e altri uomini poveri quasi come loro li accolgono, anzi sono quasi gli unici che li accoglieranno perché gli altri si sentiranno minacciati da queste nuove vite… Semmai domani dovessimo dimenticarci perché sono stati inventati i nomi, l’importanza delle parole, perché possiamo (dobbiamo) essere solidali con chi fugge attraverso l’elemento liquido per raggiungere un puntino di terra sconosciuta sul mappamondo, abbiamo un piccolo piccolo libro, in realtà uno di quegli atlanti (fondanti) dell’umanità, per non dimenticare…

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