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Love Story 1970 è tratto dal best seller di Erich Segal, all’epoca un successo planetario. La dedica del libro, in latino, recita: «… Namque… Solebatis meas esse aliquid putare nugas.» Originariamente: «Infatti tu eri solito ritenere che le mie cosucce valessero qualcosa.» La citazione, leggermente rivisitata al plurale da Segal, fa riferimento al Carme 1 di Catullo in cui l’autore si rivolge a Cornelio Nepote. Il film, per la regia di Arthur Hiller, è stato candidato a sette premi Oscar, vincendo quello come miglior Colonna Sonora per la melodia di Francis Lai in apertura e in chiusura della pellicola. Tra gli altri riconoscimenti 5 Golden Globe e 2 David di Donatello. Oliver Barrett IV (Ryan O’Neal) è figlio di una ricchissima famiglia americana, frequenta la facoltà di Scienze Sociali di Harvard, con indirizzo in diritto, ed è titolare nella squadra di hockey dell’Università.

Jennifer Cavilleri (Ali MacGraw) è italo-americana, figlia di un pasticciere, frequenta l’adiacente Radcliffe College, studia musica e, nel particolare, suona pianoforte. Il modo di fare brillante della ragazza, soprattutto l’ironia tagliente che la contraddistingue, fa immediatamente colpo su Oliver. Tra prese in giro, discussioni e litigi entrambi finiscono con l’innamorarsi. Quando a Jenny viene offerta una borsa di studio per Parigi, Oliver capisce che non è disposto a rinunciare a lei. Decide quindi di chiederla in sposa e lei accetta felicemente. Ma, secondo il discutibile giudizio della famiglia Barrett, Jenny – a causa della sua posizione sociale – non è il prototipo di moglie ideale e l’unione tra i due viene apertamente ostacolata. Oliver, da sempre in rotta di collisione con il padre, decide di chiudere definitivamente i rapporti economici e affettivi con i genitori. Lui e Jenny sapranno cavarsela da soli. Con vari sacrifici, prima dell’una poi dell’altro, riescono infine ad avere una casa a New York e a condurre una vita abbastanza agiata. Finché si rendono conto di non aver più molto tempo davanti. La leucemia è infatti destinata a spezzare rapidamente la vita giovane della ragazza. A discapito di un finale straziante, molti ricorderanno i momenti in cui Oliver prende in braccio una ventenne Jenny per portarla oltre la soglia della loro casa, i battibecchi iniziali, i continui soprannomi che lei affibbiava a lui – su tutti, l’azzeccatissimo Preppie, termine lievemente dispregiativo dato ai ragazzi che frequentavano le Prep Schools, considerate i bastioni dell’élite americana. A poco più di quarant’anni dalla sua uscita, “Love Story” resta ancora oggi la storia d’amore che ha incantato e fatto piangere migliaia di persone, oltre che la testimonianza della forza che possono dimostrare due persone innamorate. Il che, di questi tempi, non è poi così scontato.