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Gennaio 14
23:00 2013

L’ONU mette al bando le mutilazioni genitali femminili
Una vittoria, una svolta storica, una (finalmente) buona notizia per le donne dell’Africa e non solo. Il 20 dicembre 2012 è stata approvata dall’Assemblea generale dell’Onu una risoluzione per la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili (MFG). La campagna era partita in sordina nel 2003 in Egitto, poi rilanciata nel 2005 per volere di Emma Bonino, allora residente al Cairo e dell’egiziana Moushira Khattab, capo del Consiglio nazionale per la maternità, con l’appoggio dell’ex First Lady Suzanne Mubarak, (controversa per mille motivi ma su questa battaglia riconosciuta anche dai nemici come attiva e fattiva). In Egitto i massimi leader religiosi, musulmani e cristiani, avevano appoggiato la campagna, nel Paese si era iniziato a parlare pubblicamente di questa pratica antica quanto terribile, l’Egitto nel tempo era davvero cambiato, riducendo sensibilmente il numero di bimbe “circoncise”.

Col tempo la lotta si era estesa all’intera Africa e al Medio Oriente coinvolgendo sempre più attiviste, ministre, first lady. La risoluzione, è stata approvata per consenso. Nel testo, privo di valore vincolante, si definiscono le mutilazioni genitali “una violazione dei diritti umani” e si esortano tutti gli Stati a contrastare questa pratica “anche attraverso leggi che la proibiscano”. Nella risoluzione è anche chiesto di promuovere nei singoli paesi programmi culturali ed educativi ad hoc. Secondo stime diffuse nel 2010 dall’Organizzazione mondiale della sanità, il numero delle ragazze e delle donne sottoposte alle mutilazioni genitali è compreso tra i 100 e i 140 milioni; circa 92 milioni vivrebbero in Africa. La lotta però continua e coinvolge anche l’ Europa e l’Occidente: l’MFG è arrivata anche da noi con l’immigrazione e sopratutto i nostri Paesi devono sostenere chi combatte questa barbarie in altri Stati.
Marocco, Casablanca – È stata inaugurata la prima linea di tram del Marocco: 31 chilometri, 48 stazioni, una delle più lunghe al mondo, collega i due estremi della città, dal quartiere popolare di Sidi Moumen a quello delle università. Si calcola che ad utilizzarla saranno circa 250.000 persone al giorno. Il biglietto costerà 6 dirham (circa 50 centesimi di euro) mentre un abbonamento settimanale è di 60 dirham (circa cinque euro). Per gli studenti sono previsti sconti ed un abbonamento mensile di 150 dirham (13 euro). Il progetto è stato realizzato dalla francese Alstom.
Angola – Il kuduro, danza e stile di vita, performance e magia, dopo aver conquistato Lisbona contagia Parigi, Amsterdam, Stoccolma e New York. L’ambasciatore di quest’arte nata alla fine degli anni ’80, quando in Angola c’era la guerra civile, è un gruppo che si chiama Os Kuduristas, “quelli con il sedere duro”, in italiano. Migliaia di europei sono stati affascinati dai ritmi incalzanti, i passi frenetici, la musica al ritmo di techno e rap, giravolte da acrobati. Si è cominciato ad Amsterdam, a settembre. Poi ci sono stati gli show ai piedi della Torre Eiffel, la trasferta in Svezia e a New York. Un modo per conoscere un aspetto della cultura angolana che è una festa di colori e suoni, attraverso la musica, danza, arte e moda.
Nigeria, Lagos – La notizia la riferisce il quotidiano Daily Trust: a Lagos, la più grande metropoli a sud del Sahara, ha preso avvio un programma di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti basato sulle fonti rinnovabili. Quindi la spazzatura diverrà elettricità, come in Germania o nei paesi all’avanguardia in Europa (Italia esclusa, sic!). Il progetto è già avviato ad Ikosi, uno dei quattro mercati della città. Nello Stato di Lagos, un pezzo di Nigeria dove vivono più di 14 milioni di persone, puntano ad aumentare la quota di energia prodotta dalle fonti rinnovabili dal 2,5% del 2013 al 5% nel 2014 e al 30% nel 2030. Un contributo decisivo potrebbe arrivare dall’utilizzo di una quantità di rifiuti solidi che, solo nell’area metropolitana, varia a seconda dei giorni da un minimo di 4237 a un massimo di 6360 tonnellate. Per sfruttare questo tesoro il governo dello Stato ha fatto costruire quattro impianti per il riciclaggio della plastica e, allo stesso tempo, ha avviato una campagna di sensibilizzazione e introdotto incentivi. Chiunque porti bottiglie o imballaggi di plastica, scatole di cartone o carta usata riceve 30 naira, circa 15 centesimi di euro; ai bambini verrà data, invece, una confezione di prodotti alimentari.
Kenia – Il China Daily è principale giornale di Pechino in lingua inglese, fondato nel 1981. Dal 1995 è divenuto uno dei primi giornali di Pechino a dotarsi di un sito online. In tempi più recenti ha diversificato i contenuti anche per realizzare profitti e non dover più contare su sovvenzioni pubbliche. Da metà dicembre, esce una edizione “africana”, distribuita in Africa con l’obiettivo di “spiegare” i rapporti tra il gigante asiatico e i paesi dell’area sub-sahariana.«La relazione tra la Cina e l’Africa sta diventando più importante e complessa – ha detto il direttore della testata, Zhu Ling – ma non sempre è compresa: speriamo di poter cambiare le cose.» Una volta a settimana nelle edicole e più volte al giorno su un sito online, la versione africana del China Daily fornirà aggiornamenti e chiavi di lettura. Lo farà da Nairobi, la capitale del Kenya scelta come quartier generale. Ma lo farà raccontando tutti i paesi del continente grazie alle sinergie con l’agenzia di stampa Xinhua e l’emittente televisiva Cctv, due colossi cinesi già presenti a sud del Sahara con oltre 175 corrispondenti. Ricordiamo che la Cina è il principale partner commerciale dell’Africa, anche per gli ingenti prestiti che continua ad erogare.

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