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Il Pasto frugale. La valenza socio-politica del cibo a Roma fra Repubblica e Impero

Il Pasto frugale. La valenza socio-politica del cibo a Roma fra Repubblica e Impero
Maggio 09
13:15 2016

Presentazione del libro
Il Pasto frugale.
La valenza socio-politica del cibo a Roma fra Repubblica e Impero

di Raffaella Di Vincenzo

Grottaferrata venerdì 13 maggio 2016
Presso Cafè Kalithea
Viale Vittorio Veneto 67

Il Pasto frugale. La valenza socio-politica del cibo a Roma fra Repubblica e Impero (NullaDie Editrice) è il titolo del libro dell’archeologa Raffaella Di Vincenzo, che verrà presentato venerdì 13 maggio alle 18.30 presso il Cafè Kalithea in Viale Vittorio Veneto, 67 a Grottaferrata (RM). Inserito nell’ambito della 1a Edizione della Rassegna d’Arte “Il mondo nelle mie mani”, l’evento è promosso dall’ Associazione culturale marinese Per l’Europa dei Comuni in collaborazione con il Cafè Kalithea.

«Raffaella Di Vincenzo, che aprirà l’ottavo incontro della Rassegna d’Arte, ha catturato quasi da subito l’attenzione e l’interesse del lettore con la sua opera Il pasto frugale. La valenza socio-politica del cibo a Roma fra Repubblica e Impero (NullaDie Editrice), proiettandolo in un periodo storico importante di Roma, il passaggio dall’età Repubblicana a quella Imperiale attraverso il cibo e la sua valenza culturale e rituale, – afferma Eliana Rossi presidente dell’Associazione culturale Per l’Europa dei Comuni. – Un viaggio attraverso i sontuosi banchetti, l’ostentazione della ricchezza del patriziato fino a ritrovare un costume più morigerato in cui si fa ritorno alle origini attraverso una sorta di sacralizzazione della frugalitas intesa non solo come liberazione dagli eccessi ma altresì come impegno verso Ottaviano Augusto, il princeps ».

Raffaella Di Vincenzo è nata a Roma dove vive e lavora. Si è laureata nel 1997, discutendo una tesi sperimentale sul contesto storico-religioso della grotta di santa Maria d’Agnano a Ostuni; importante sito pugliese nel quale è stato rinvenuto uno dei primi scheletri femminili di homo sapiens sapiens (Delia). Archeologa sul campo, dimostra uno spiccato interesse per la storia locale, l’araldica e la divulgazione del patrimonio culturale ed enogastronomico di Roma e del Lazio. Dopo una prima esperienza come “cultore della materia” presso la cattedra di metodologia e tecnica dell’indagine archeologica dell’Università di Roma “Tor Vergata”, decide di dedicarsi esclusivamente alle indagini di scavo, collaborando con diverse Soprintendenze archeologiche regionali (Napoli e Caserta, Roma, Lazio, Siena e Catania).

Questa esperienza, fra le più significative della sua formazione professionale, le permette di entrare in contatto ed approfondire numerosi contesti di notevole interesse: la necropoli della città di Nola (CE), con rinvenimenti risalenti indietro nel tempi fino ad epoca orientalizzante ed ora conservati nel museo archeologico; un santuario sannita con altari votivi scavati nel terreno presso Cassino; resti protostorici relativi a tracce di capanne presso Afragola (NA); una fornace per metalli di epoca medievale vicino a Siena; tracce delle abitazioni del V secolo a.C. presso la colonia magno greca di Giardini di Naxos (Taormina) e numerosi contesti di epoca romana pertinenti a necropoli, ville suburbane, impianti agricoli e strade.

Collaboratrice dal 2010 delle riviste on line ‘Instoria’ e ‘Archeomedia’, pubblica contributi scientifici, articoli e materiale didattico. Nel 2014 fonda, insieme a un gruppo di professionisti, l’associazione culturale ‘La bottega del Verrocchio’, facendosi promotrice di eventi culturali con particolare attenzione alla storia dell’arte antica e alla gastronomia storica.

Oltre al saggio presentato: Il Pasto frugale. La valenza socio-politica del cibo a Roma fra Repubblica e Impero, pubblicato dalla casa editrice siciliana NullaDie, l’autrice ha in corso di stampa lo studio monografico: L’evoluzione urbanistica del centro storico di MonteCompatri fra X e XIX secolo. I portali in Sperone, un particolare architettonico,editore Controluce. Fra i suoi progetti futuri una collana di saggi di breve respiro su argomenti di storia antica collegabili alla realtà attuale, in collaborazione con la casa editrice NullaDie. Un altro studio monografico dal titolo Labico, Colonna, la torre e il castello. Storia di un borgo alle porte di Roma dalle origini al Medievo, è in corso di revisione editoriale presso la casa editrice Controluce.

Recensioni

Recensione del libro Il Pasto frugale. La valenza socio-politica del cibo a Roma fra Repubblica e Impero, editore NullaDie, Agrigento, 2015.

IlSolleone (Blog personale di Tina Cancellieri; scrittrice di recensioni per conto della casa editrice NullaDie. Recensione comparsa su Facebook nella pagina de IlSolleone e del Il Pasto frugale).

«Il piacere del mangiare è la sensazione attuale diretta di un bisogno che si soddisfa. Il piacere della tavola è la sensazione riflessa che nasce da diverse circostanze di fatti, di luoghi, di cose e di persone che accompagnano il pasto. Il piacere di mangiare è comune a noi e agli animali; presuppone soltanto la fame e ciò che occorre per saziarla. Il piacere della tavola è particolare alla specie umana; presuppone delle cure antecedenti per preparare il pasto, per la scelta del luogo e per la riunione dei convitati. Il piacere del mangiare esige, se non la fame, almeno l’appetito; il piacere della tavola è quasi sempre indipendente dall’uno e dall’altro».

(Brillat Savarin, 1826, p. 142)
Qual è il nostro rapporto con il cibo? Come lo viviamo? E come lo vivevano gli antichi romani?. Oggi come ieri il piacere della tavola trova un suo spazio nella letteratura. Una letteratura che non si preoccupa solamente di mettere in risalto ciò che rappresenta per noi il cibo, ma anche il nostro stile di vita. Non è un caso che Orazio, in alcune sue satire, attraverso alcuni personaggi, ci descriva cosa sia, per lui, una vera cena e ci dia una serie di suggerimenti nella ricerca dei cibi più sani.

Cibi che, oggi come ieri, sono da ricercare all’interno della cucina frugale, ossia quella cucina costituita da cibi semplici, modesti, ma non per questo meno saporiti o meno buoni. Anzi meno speziati e conditi saranno i cibi e meno fatica farà lo stomaco a digerirli. Ed è da questi elementi che bisogna partire per iniziare a parlare di gastronomia e dell’arte del cucinare e del mangiare. Una gastronomia che, se vuole essere originale, deve essere il «il frutto di un’accorta opera di mimesi dove il cuoco è artefice sommo». Un cuoco che, gradualmente, si adegua alle richieste dei suoi commensali, ossia di coloro che si confrontano con il cibo ed i suoi sapori. Sapori che cambiano man mano che ci si sperimenta con culture altre.

Nell’età Augustea, ad esempio, come messo in rilevo dalla studiosa, il passaggio dalla Repubblica all’Impero e l’inizio dei rapporti commerciali con l’Egitto (e quindi con l’Oriente e L’Asia), segna l’arrivo a Roma di prodotti provenienti da ogni paese e si viene a scoprire il valore delle spezie, dei profumi e dei sapori in genere. Sapori ed odori che il patriziato romano portava sulla propria tavola e che divenivano da un lato sinonimo di ricchezza e, dall’altro, rappresentazione simbolica del passaggio fra la vita e la morte.

Questo ‘opuscoletto’, costituito di sole cinquanta pagine, è un bel viaggio nel mondo del cibo della Roma antica e delle sue funzioni. «Funzioni che», come sottolinea l’autrice, «vanno ben oltre il mero sostentamento» e che ci conducono in un mondo fatto anche di tradizioni, di cambiamenti sociali e di pensiero.

(scritto da Tina Cancellieri, giornalista e blogger)

Ingresso 5,00 Euro
Comprensivo di Aperitivo
e ricco buffet

Ufficio Stampa
rossieliana1@tiscali.it

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