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Schmallenberg virus, emergenza Zoonosi in Europa

Schmallenberg virus, emergenza Zoonosi in Europa
Maggio 27
10:50 2012

damico-SCHMALLENBERG-VIRUSIl cambiamento climatico è responsabile della diffusione del nuovo virus.

Un nuovo virus è stato identificato! È stato chiamato Schmallenberg virus dal nome della città tedesca, a 70 miglia ad est di Colonia, dove è stato riscontrato per la prima volta. È legato ad una famiglia di virus che si trovano principalmente in Asia, Africa e Australia, ma fino al 2011 non erano stati registrati casi in Europa. Colpisce soprattutto i bovini, i caprini e gli ovini. Secondo le attuali conoscenze scientifiche, la trasmissione della malattia all’uomo è alquanto improbabile.

Non è ancora molto chiaro come la malattia possa essere arrivata in Europa. Una teoria sostiene che il virus sia stato importato in Europa insieme agli animali da allevamento; qualcuno ipotizza si tratti di un ceppo evoluto da virus simili già presenti in Europa.

 

Il virus Schmallenberg è presente anche in Italia. In data 13 febbraio 2012 l’IZSV ha rilevato una positività per il virus in un capretto di un’azienda agricola in provincia di Treviso. In seguito, in data 16 febbraio il Centro di referenza per le malattie esotiche (CESME) ha confermato il primo caso di Schmallenberg virus in Italia. L’Italia si aggiunge agli altri paesi UE in cui è stata confermata la malattia (Germania, Olanda, Belgio, Francia, Inghilterra e Lussemburgo).

Come si è diffuso? Si ritiene che il virus si diffonda attraverso i moscerini, le zanzare e le zecche, ma che non colpisca gli esseri umani, dato confermato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie; non è ancora stato identificato e non è chiaro se il virus può essere trasmesso da animale ad animale. Non esiste ancora un vaccino e potrebbero essere necessari fino a due anni per produrne. Gli scienziati del FLI sull’Isola di Riems sono riusciti per primi a visualizzarlo. Il gruppo di lavoro per la microscopia elettronica, guidato dal dottor Harald Granzow dell’Istituto d’Infectology della FLI sull’isola di Riems ha visualizzato l’agente patogeno delle cellule infette con analisi al microscopio elettronico ad alta risoluzione. La forma del virus è simile a quella di altre bunyaviruses: il virus è visibile come una particella avvolta da membrana con un diametro di circa 100 nanometri (1 nm = 1 milionesimo di millimetro).

C’è un rischio per l’uomo? Secondo la Veterinary Laboratories Agency, non è del tutto improbabile che ci possa essere un rischio per la salute umana, ma quest’ipotesi richiede nuovi studi di approfondimento. La sequenza genica necessaria per interessare in qualche modo la salute umana al momento non è presente nel virus Schmallenberg. Trattandosi di un virus emergente i Virologi raccomandano le massime precauzioni igieniche per chiunque venga a contatto con gli animali (agricoltori, allevatori, veterinari, conciatori) e stanno contemporaneamente conducendo le ricerche specifiche per scoprire, prima possibile, i rischi reali di possibile contagio per l’uomo.

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