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Se l’Unione europea e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per di Diritti Umani non decidono di avviare nuove procedure di infrazione nei confronti del governo italiano, responsabile delle politiche attuate a livello locale dai comuni, inviando con urgenza le “lettere di messa in mora” che sanciscono l’inizio di tali procedure, la barbarie degli sgomberi di insediamenti Rom senza alternative sociali e con conseguenza di gravi tragedie umanitarie non terminerà. Si è visto che le campagne per i Diritti Umani e le lettere aperte alle più alte cariche dello Stato, mirate a far leva sul “buon cuore” dei potenti, non servono più a nulla. Gli attivisti del Gruppo EveryOne hanno esibito di fronte ai rappresentanti del parlamento e del governo italiano documenti, testimonianze e foto che avrebbero suscitato sdegno nei sassi. Ma loro no, gli uomini delle istituzioni hanno commentato il martirio di uomini, donne (anche in stato di gravidanza) e bambini, di malati e portatori di handicap con frasi di circostanza e vuote promesse. Le organizzazioni per i Diritti Umani e i cittadini democratici devono rivolgersi fuori dai confini italiani, se hanno a cuore le vite di tante famiglie perseguitate e il concetto stesso di civiltà. E’ importante che non passi giorno senza che si denuncino gli abusi, le espulsioni inique, le violenze, i drammi umanitari susseguenti alle evacuazioni, i lutti. Oggi, 25 marzo 2010, a Milano, 60 Rom sono stati sgomberati da uno spiegamento di ben 40 agenti della polizia locale. Vivevano in tende e baracche nell’area del Parco dei Fontanili, in via Parri. Il comune, come di consueto, ha proposto a donne e bambini di separarsi dai mariti ed essere temporaneamente accolte nei dormitori. Le donne, disposte ad affrontare la tragedia della strada pur di mantenere integre le famiglie, hanno rifiutato la proposta e sono rimaste accanto ai loro cari, costretti – tutti insieme – alla solita “marcia verso il nulla” che segue gli sgomberi e che registra sempre situazioni di immensa sofferenza. Ieri, scena ancora più tragica e indegna di un paese civile a Corsico, che non è un comune di destra, ma di centro-sinistra. E’ importante sottolinearlo, perché vi è chi ritiene la deriva razzista in corso da anni in Italia una responsabilità del Pdl e della Lega Nord. Purtroppo, in realtà, l’atteggiamento anti-stranieri non ha colore nel nostro paese e riguarda – con responsabilità equamente ripartite – sgomberi, operazioni persecutorie verso le minoranze razziali, propaganda intollerante, respingimenti in mare, situazioni di violenza e orrore nei centri di identificazione. A Corsico, dove è sindaco Graffeo (Pd), nelle prime ore del mattino cinque pattuglie della polizia locale affiancate dai colleghi di Buccinasco e dai carabinieri hanno evacuato l’insediamento di fortuna in cui si erano rifugiati quasi 200 Rom di origine romena, in un terreno agricolo dietro il complesso Guardia di Sotto, ai confini con Buccinasco e Trezzano sul Naviglio. Durante lo sgombero, 13 adulti sono stati denunciati per occupazione abusiva.

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