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Rapporto sul digitale 2018 del Centro Economia Digitale

Novembre 28
21:47 2018

I giovani sono pochi ma non sappiamo valorizzarli. Per cambiare bisognerebbe investire sull’innovazione e sulla scuola. Il principale fattore economico nell’economia digitale è la conoscenza. La scuola italiana non riesce a stare al tempo con l’innovazione tecnologica in atto. L’Italia non riesce a decollare nel settore dell’economia digitale e dell’economia dei dati.

E’ stato presentato lo scorso 13 Novembre il Rapporto sul digitale 2018 del Centro Economia Digitale. Il rapporto completo può essere scaricato da questo link:

http://www.centroeconomiadigitale.com/wp-content/uploads/2018/11/CED-Rapporto-sul-DIGITALE-2018.pdf

Il Centro Economia Digitale, nato a inizio 2017 con l’obiettivo di promuovere il tema dell’economia digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico, rappresenta il primo vero organismo congiunto che mette insieme le tre principali università romane, grazie all’impegno diretto del past preside della facoltà di Economia della Sapienza, Giuseppe Ciccarone, del preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, Giovanni Tria, oggi ministro dell’Economia, e del direttore della facoltà di Economia di Roma Tre,Silvia Terzi.

I dati emersi sono sconfortanti: in un contesto in cui l’Europa è tagliata fuori dalla classifica delle prime 20 aziende Internet per capitalizzazione, tutte statunitensi o cinesi, tra i 28 Paesi che compongono il vecchio continente l’Italia è al 25° posto nel punteggio DESI 2018 (Digital Economy and Society Index), l’Indicatore della Commissione Europea che misura il livello di attuazione dell’Agenda Digitale di tutti gli Stati membri. Non solo: per la connettività siamo al 26° posto, per il capitale umano e le competenze digitali al 25°, per l’uso di Internet da parte dei cittadini addirittura al 27°, per l’integrazione digitale nelle aziende al 20° e per la digitalizzazione dei servizi pubblici al 19°.

Apple da quando ha lanciato il primo iPhone ha accumulato ricavi per oltre 850 miliardi di dollari, l’iPhone rimane la più grande fonte di reddito di Apple con il 62%, ma le categorie di servizio sono in crescita. Googlecon i ricavi pubblicitari pari a oltre 79 miliardi di dollari si assicura la pole position, ma altri marchi tecnologici stanno crescendo più rapidamente. Microsoft con 660 miliardi di dollari è la società di software più valorizzata. Il 91% di tutti i PC desktop funzionano con Microsoft Windows. Amazon domina la vendita al dettaglio online, con oltre 180 milioni di visitatori al mese. La quota del Nord America nelle entrate complessive di Amazon è salita al 68%. Facebook ha oltre 2 miliardi di iscritti e la comunità è ancora in crescita, nonostante la sua enorme base di utenti attivi, ed è detentrice di quasi tutto il mercato pubblicitario sui social media. Il Mobile rappresenta l’89% del fatturato pubblicitario di Facebook.

Ogni 60 secondi nel mondo vengono inviati 29 milioni di messaggi su WhatsApp e 156 milioni di email; 243mila foto sono postate su Facebook e 65 mila scatti su Instagram; si pubblicano 350mila cinguettii su Twitter e si caricano 210mila snap su Snapchat. Ogni minuto si effettuano 3,8 milioni di ricerche su Google e 2 milioni di minuti di chiamate su Skype, si creano 120 nuovi account su LinkedIn, si fanno circa 25mila post su Tumblr e 18mila abbinamenti amorosi sulla app di incontri Tinder. Sul fronte audiovisivo, sempre secondo il Rapporto, ogni minuto nel globo gli utenti di Spotify ascoltano 1,5 milioni di canzoni e gli abbonati di Netflix guardano 87mila ore di filmati. Oltre 16mila video sono guardati su Vimeo, mentre sulla piattaforma YouTube, sempre in 60 secondi, gli utenti caricano 400 ore di filmati.

Su una popolazione di 59,33 milioni di abitanti, in Italia gli utenti di Internet sono 43,31 milioni sono online (73%) e più della metà utilizza regolarmente i social media. Facebook conferma la propria leadership e il trend crescente con un +11% su base annua e con al 2° posto Instagram che pure registra una crescita del +22%. Si trascorrono 6 ore e 8 minuti on line più di Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. Si passa il doppio del tempo su Internet che guardando la TV. Dei 34 milioni di utenti di Facebook, l’88% vi accede da mobile. In Italia Instagram ha circa la metà degli utenti di Facebook. Per penetrazione dell’e-commerce l’Italia è di 25 punti percentuali sotto Gran Bretagna e 21 sotto la Germania, con il carsharing servizio maggiormente utilizzato e per ultimo lo home sharing. Il quadro è decisamente contraddittorio: l’Italia amante di internet e social, non conosce l’economia digitale.

Ma gli italiani sono consapevoli dei rischi che corrono nell’uso compulso dei social e di Internet più in generale? La contropartita per avere a disposizione gratuitamente strumenti di comunicazione, piattaforme online, applicativi e servizi di ogni genere è una e solo una: la nostra disponibilità a essere tracciati, profilati, analizzati e catalogati a scopo di marketing. Ci va bene? Beh, a guardare il numero di utenti diGoogle, Facebook e soci sembrerebbe proprio che per molti di noi la risposta sia sì.  Oggigiorno, stando a quanto riportato da un recente Report di RiskIQ, in un solo minuto abbiamo parecchie cose cui prestare attenzione, infatti:
– Più di 1.800 persone cadono vittime di scam e phishing;
– Più di 1.1 milioni di dollari vanno in fumo a causa del CyberCrime.
Questi numeri dovrebbero destare parecchia impressione, soprattutto perché fanno riferimento ad un solo minuto, all’interno di una singola ora, di una qualsiasi giornata.

Non ci siamo”. Il Rapporto ASviS 2018, presentato il 4 ottobre alla Camera dei Deputati, esordisce con queste parole. L’Italia sogna “il cambiamento”! Da dove cominciare se non dai giovani? Non sappiamo valorizzare le nuove generazioni. Proprio in questi giorni, Save the Children ha diffuso il suo Atlante dell’infanzia nel quale si  ricorda che in Italia 1,2 milioni di minori vivono in povertà assoluta. Quali le iniziative conrete per una Città digitalizzata, proiettata verso il 2030, che vuole valorizzare le nuove generazioni?

Il futuro accelera e la tecnologia avanza rapidamente, ma le organizzazioni e le competenze umane tendono a muoversi a un ritmo più lento. Concepire organizzazioni efficaci e istituzioni adatte all’economia digitale è la grande sfida del nostro tempo. (Rosario Cerra – Presidente Centro Economia Digitale)

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