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Riapre la scuola tra pandemia, disturbi psichiatrici e dipendenze patologiche. La sofferenza dei ragazzi

Riapre la scuola tra pandemia, disturbi psichiatrici e dipendenze patologiche. La sofferenza dei ragazzi
Agosto 23
18:30 2021

Riapre la scuola tra pandemia, disturbi psichiatrici e dipendenze patologiche. La sofferenza dei ragazzi

Intervista al professor Guido Brunetti

  Nell’autunno più difficile degli ultimi anni riaprono le scuole, le quali si trovano ad affrontare vecchi e nuovi problemi. Il grido di allarme proviene proprio dal mondo della scuola. I presidi infatti hanno dichiarato che le scuole ‘sono esposte a difficoltà ingestibili e insuperabili e a contenziosi certi’. Non si vedono indicazioni nette, chiare e precise. Problemi organizzativi certamente, ma l’essenza della scuola sta nel promuovere lo sviluppo cognitivo, affettivo e morale degli studenti. I quali purtroppo vivono tra pandemia, disturbi psichiatrici e dipendenze patologiche, come emerge da questa approfondita analisi del professor Guido Brunetti, noto autore di libri e saggi nei diversi campi delle neuroscienze, della psichiatria e della psicoanalisi. Sono grandi questioni che richiedono serie riflessioni e politiche adeguate.

 

Può darci, professor Brunetti, un primo inquadramento dell’attuale condizione in cui viviamo?

 “La pandemia, purtroppo ancora irrisolta, ha provocato una grave crisi che ci ha fatto sperimentare ansia, depressione, dolore, paura, solitudine, lasciando ferite profonde ed evidenziando la fragilità e la finitezza ontologica dell’essere umano. Non siamo per ora fuori dall’emergenza sociale, sanitaria ed economica.

Molte, troppe persone sono prosciugate dallo stress e dall’angoscia. Una ricerca ha mostrato che due soggetti su tre hanno i sintomi dell’esaurimento da stress e dall’ansia. Si sentono deprivati di forze fisiche e psichiche, un senso di de-personalizzazione, una lenta e costante erosione dello stato psichico, un malessere generalizzato caratterizzato da insonnia, inquietudine, mal di capo, tachicardia, sudorazione, inappetenza, stati depressivi e una riduzione delle difese immunitarie dell’organismo.

C’è ancora molta impreparazione nell’affrontare la terra incognita dell’epidemia, a partire dai cosiddetti scienziati virologi che in modo compulsivo hanno sempre l’aria di annunciare una disgrazia, occupando quotidianamente  tutti i programmi televisivi, suscitando un surplus di ansia e un senso di stizza e saturazione. Il ‘British Medical Journal’, una delle riviste scientifiche più accreditate, ha criticato  lo stato confusionale in cui si trova la politica pandemica.

Si è verificato insomma un cambiamento radicale nella vita quotidiana.

 Abbiamo un drammatico bisogno di serenità nell’animo, del ritorno al sorriso, di una sicura ripartenza, di un nuovo rinascimento individuale, sociale e spirituale”.

 

Quali le conseguenze?

 “Preoccupano in particolare- precisa Brunetti- la sofferenza silenziosa degli adolescenti e la forte crescita di disturbi psichiatrici e di dipendenze patologiche. L’isolamento e le restrizioni sono un rischio per la loro salute mentale. Sono infatti in aumento i tentati suicidi. Assumono grandi dosi di farmaci, rischiando la morte, hanno comportamenti di autolesionismo: si tagliano mani, cosce e addome. Aumentano i disturbi psichiatrici, come ansia, stress, insonnia, irritabilità, aggressività e violenza. Senza salute mentale non c’è salute”.

 

Come si esprime il disagio degli adolescenti e dei giovani?

 La loro sofferenza silenziosa si manifesta attraverso una condizione di ‘isolamento’ e ‘ritiro sociale’. Il termine coniato per descrivere questo nuovo fenomeno si chiama hikikomori (proviene da un verbo giapponese), che significa ‘ritirarsi’, ‘tirarsi indietro’, un comportamento diffuso non solo nella cultura orientale, ma anche in quella occidentale. E’ il ritiro e l’isolamento del ragazzo dal mondo esterno e dalla scuola. Una condizione di autoesclusione volontaria.

Sono ragazzi che si confinano nella propria stanza, rinunciando a relazioni interpersonali e sociali. La maggior parte del tempo viene utilizzata leggendo, giocando ai videogiochi, ascoltando musica, guardando film o dormendo. Ci sono poi casi drammatici di adolescenti che si ritirano nella propria stanza e ‘sigillano’ le finestre con carta e nastro adesivo per impedire l’accesso anche ai familiari.

La letteratura scientifica definisce questa sintomatologia come ‘nevrosi da ritiro’.

Spesso questa nevrosi viene associata a una condizione psichiatrica caratterizzata da disturbo ossessivo-compulsivo, fobia sociale, schizofrenia, disturbo dello sviluppo, ansia, depressione, disturbo da somatizzazione, ADHD, disturbi della personalità”.

 

Quali altri gravi effetti sta producendo la pandemia?

 

La pandemia, che comprende un vasto spettro sintomatologico, ha fatto emergere- spiega il nostro autore- molteplici dipendenze patologiche sia comportamentali che da sostanze, come gioco d’azzardo patologico; disturbo da uso di sostanze- alcol, oppiacei, cannabis-; uso patologico di internet; gaming, pornografia e disturbo dello spettro autistico. Queste dipendenze possono determinare drastici e drammatici cambiamenti, che hanno un forte impatto sulla vita individuale e sociale e la salute mentale.

Una dipendenza comportamentale è il disturbo da gioco d’azzardo. Questo disturbo, che ha una eziologia di natura genetica, biologica e socio-ambientale, è definito dal manuale diagnostico internazionale (DSM-5) come un comportamento che provoca ‘disagio clinicamente significativo, deficit cognitivo e compromissioni della vita’.

Esperimenti effettuati con le metodiche di brain imaging hanno indicato evidenti modificazioni nei sistemi neurali e nelle regioni cerebrali.

Il lockdown, il ‘social distancing’, le restrizioni e le perdite affettive hanno creato nuovi giocatori d’azzardo e un netto aumento dell’abuso di alcolici e cannabis e delle incidenze di disturbi di panico.

Tra le dipendenze c’è poi l’uso compulsivo e patologico di internet, gaming, social network e pornografia. In questo periodo, si è verificata inoltre un’acutizzazione dell’uso di internet. Il suo uso è diventato ‘eccessivo o patologico’, così come si è riscontrato nei campi del gaming, della pornografia e dei social network.

Esistono evidenze scientifiche circa i cambiamenti nei neuroni e nel cervello causati da questi disturbi”.

 

Professor Brunetti, per concludere, ci sono altre  questioni?

 “Un’altra grave forma di dipendenza emersa è la food addiction (FA), caratterizzata dall’impulso irrefrenabile di assumere un determinato alimento. Siamo in presenza di una condizione neurologica di dipendenza da sostanze o correlata a un disturbo di comportamento. Geni, cultura e ambiente sono all’origine di questa patologia multifattoriale.

I disturbi da uso di sostanza contengono molteplici sintomi di natura cognitiva, comportamentale fisiologica dovuti al continuo uso di sostanze, come alcolici, inalandi, allucinogeni o oppiacei. I quali portano a cambiamenti nel cervello, a infezioni polmonari e a compromissioni del sistema immunitario.

 In questa fase di emergenza sociale, sanitaria ed economica, infine, un altro delicato problema riguarda i ragazzi affetti da disturbo dello spettro autistico (DSA). E’ un disturbo del neurosviluppo che comprende un’ampia varietà di quadri clinici associati a deficit di comunicazione e a interazioni sociali e interpersonali.

Il nostro auspicio è che istituzioni locali e nazionali, scuola, famiglie e operatori esperti e qualificati prendano in seria considerazione questi enormi e complessi problemi, che hanno un forte impatto sulla persona, la società e la civiltà.

Nutriamo fiducia- conclude il professor Brunetti- in una rinascita già avviata dallo sport che ha rappresentato l’epica di questa estate, illuminando i giorni e le notti e rinnovando le emozioni, le gesta e le storie di Ulisse, Achille, Enea, ecc. attraverso vittorie, riscatto, amicizie e sogni realizzati”.

 

 

 

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