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S.O.S.: il “Tempio volsco” diventa… una discarica!

Aprile 04
23:00 2009

Il 1784 fu un anno decisivo e importante per Velletri grazie ad un’importante scoperta, i frati della chiesa delle SS. Stimmate (così denominata nel 1602, dopo la concessione alla omonima confraternita, ma già nota come S. Valle o S. Maria della Neve ), scoprirono le fondamenta di un tempio probabilmente costruito in Velletri nel VII – VI secolo a.C.. In quell’anno, furono rinvenute delle terrecotte (o “lastre architettoniche”) con alcune scene a rilievo; queste terrecotte abbellivano probabilmente la parte superiore, tra il tetto e le colonne, di questo tempio ed erano colorate con vivaci colori. Nello scavo del 1784, oltre alle terrecotte architettoniche (o “lastre di rivestimento”), furono rinvenuti altri frammenti fittili, questi oggetti ceramici servivano ad abbellire le parti alte del tempio che, ad eccezione del tetto e delle fondamenta, era costruito in legno colorato. Sempre in quell’anno, fu scoperta anche la famosa “Tabula Veliterna” detta anche “Lamina Volsca”. Ma i frati effettuarono poi, nel 1802, un altro scavo e rinvennero una tesa femminile in ceramica.Tutti gli oggetti rinvenuti andarono a finire nel Museo Borgiano Veliterno del cardinale Stefano Borgia, proprietario del Museo. Grande scalpore suscitarono questi rinvenimenti nel mondo antiquario dell’epoca, e il cardinale Borgia, per averli, pagò una somma di circa 900 scudi. Nel 1785 venne pubblicata, per volere del cardinale, un’edizione di pregio con una annotazione di Filippo Angelico Becchetti (appartenente all’ “Accademia Volsca Veliterna”) e otto incisioni acquerellate, delle lastre architettoniche di Marco Carloni che definì le cosiddette “Lastre Volsche…li più antichi monumenti italici figurati, che siensi fin’ora scoperti”. Nel marzo 1910 iniziò lo scavo di Gioacchino Mancini, lo scavo fu fatto proprio in mezzo alla legnaia sotto l’oratorio annesso alla chiesa e furono rinvenuti subito i resti di una “favissa” (buca contenente oggetti votivi offerti alla divinità del tempio) realizzata nel tufo e intonacata con calce dipinta di rosso. Per diversi giorni lo scavo continuò nell’orto annesso alla chiesa; fino a quando, scavando davanti alla piccola porta che immetteva nella cripta sepolcrale della Confraternita delle SS. Stimmate, nella grande quantità di frammenti di vasi buttati alla rinfusa (forse proprio all’epoca degli scavi del 1784) fu rinvenuto un piccolo frammento fittile con, in rilievo, le zampe anteriori di due cavalli in corsa e le gambe di cavalieri. Il Mancini riconobbe questo fittile come facente parte di quelle Terrecotte Borgiane scoperte nel 1784. Anche dalle indagini nell’orto a fianco, dietro la chiesa, furono estratti molti frammenti di tegole e di vasi di varie epoche. Le indagini proseguirono poi sotto la chiesa e negli annessi edifici. Venne demolita una scala, e sotto di essa, fu rinvenuto un banco di terra di scarico con all’interno resti di tegole e molti vasi. L’esplorazione continuò poi sotto il piano della sagrestia dell’oratorio. Il seguito delle indagini nella cripta mortuaria della Confraternita fu impedita dal fatto che vennero incontrate difficoltà nella rimozione delle casse mortuarie depositate in ordine sovrapposto. Poi, successivamente, si rinvennero resti di muri di blocchi di tufo giallo limonato. Il terzo scavo fu fatto presso l’altare laterale di destra della chiesa e venne scoperto un altro muro di tufo bigio-cenerognolo. L’ultimo scavo fu fatto invece presso l’angolo Nord-Est della chiesa dove fu scoperto ancora un altro muro di tufo bigio-cenerognolo e un muretto in piccoli parallelepipedi di tufo. Lo scavo terminò infine con lo scavo dell’angolo della via della Neve vicino alla chiesa e fu rinvenuto, a 60 cm. di profondità, l’orlo di una piccola “favissa” piena di tegole e frammenti di vasi di varie forme e di età, mentre nel fondo vi erano altri resti fittili. Negli anni 1989-90 la Soprintendenza archeologica per il Lazio, sotto la direzione di Giuseppina Ghini, effettuò dei sondaggi di scavo nella zona sud ovest dell’area delle SS.Stimmate riportando alla luce ancora resti delle antiche fondamenta della prima fase del “tempio volsco” ed inoltre vasi frammentari in bucchero, materiali in bronzo e degli ex voto in terracotta del periodo seicentesco e settecentesco, oltre che a materiali sempre in terracotta appartenenti alla decorazione del tempio. Nel 2006 furono effettuati, invece, dei veri e propri scavi da parte della Soprintendenza Archeologica per il Lazio sotto la Direzione di Giuseppina Ghini, la Direzione Tecnica di V. Pisano e con il coordinamento per la sicurezza dell’esecuzione dei lavori di scavo da parte di P. Ciccolani, e la partecipazione della Ditta “Tethys” s.r.l.. A questi scavi inoltre, collaborò la Soprintendenza ai Beni Architettonici, attraverso la Direzione Tecnico-Scientifica di M. Cogotti, e del Comune di Velletri, attraverso la Direzione dei lavori e la Responsabilità del Procedimento di A. Ronzani. Scavi archeologici che si conclusero il 2 aprile 2006 e che portarono in luce i resti completi delle fondamenta del tempio, abbondante materiale archeologico come vasi frammentari di bucchero, altri frammenti delle famose lastre architettoniche e alcuni frammenti di vasi in ceramica con delle interessanti iscrizioni in lingua osca. Con il passare dei secoli, e con il passare degli anni, questa area archeologica è divenuta importantissima per Velletri perché unico tesoro della sua storia che ha radici antichissime. Oggi quest’area archeologica è divenuta una discarica a cielo aperto!!!!!! Infatti, all’interno dell’ area, sopra i resti archeologici, si stanno riversando materiali edili e materiali per costruzione moderni. Il Gruppo Archeologico Veliterno ed il Centro Studi Storico-Archeologici “Oreste Nardini”, di fronte a tutto ciò, denunciano all’opinione pubblica lo scempio che si sta perpetrando su quest’area di interesse storico ed archeologico di grande importanza. Chiedono l’intervento dell’ Amministrazione Comunale e della Soprintendenza Archeologica, affinché si ponga fine a tutto ciò.

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