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Situazione attuale dei migranti di Rosarno

Gennaio 11
16:06 2010

Le Istituzioni distruggono le prove della schiavitù e pianificano la deportazione di più di mille migranti. Gruppo EveryOne: “Sono fuggiti da Paesi in crisi umanitaria e sono caduti nelle mani della mafia in Italia, come migliaia di altri profughi”. E’ importante offrire loro protezione e la speranza di un futuro dignitoso. Intanto, secondo i timori da noi espressi ieri, le operazioni di deportazione sono già iniziate e stamattina il centro di Crotone è stato completamente svuotato. Roma, 11 gennaio 2010. Sono stati arrestati e rinchiusi nei centri di Bari e Crotone 1125 migranti provenienti da Rosarno (mentre altri, per un totale che supera i 2000, sono in arrivo negli stessi e in altri centri)*, alcuni con permesso di soggiorno o asilo politico (6 o 7% del totale) , altri “clandestini”, ma provenienti per la gran parte da da Paesi in crisi umanitaria: sono per il 94% africani sub-sahariani, per l’87% in giovane età, inferiore ai 30 anni. Il 90% di essi è entrato in Italia in maniera irregolare. Nessuno possiede un contratto di lavoro. Sono tutti in stato di schiavitù, alle dipendenze di una ‘ndrina (famiglia mafiosa) che detta legge a Rosarno: lavorano dodici-quattordici ore al giorno festività comprese. Paga base due euro l’ora. Base perché dal compenso vengono detratte la quota pasti (zuppa di cipolle con pane) e soggiorno (squallide e malsane baracche, ognuna delle quali ha 4-5 posti letto). Nonostante le baracche siano la prova della condizione inumana in cui vivono i migranti, le autorità le hanno già distrutte con le ruspe. Il Gruppo EveryOne è convinto che vi siano, riguardo al caso di Rosarno, precise politiche e strategie xenofobe e razziste da parte delle Istituzioni italiane e ritiene che con la distruzione delle prove riguardanti la schiavitù e gli abusi (situazione ben conosciuta e tollerata dalle Istituzioni), l’arresto di oltre 1000 migranti, il progetto di deportarli – evitando il controllo dell’Alto Commissario ONU – nei Paesi di origine, si voglia cancellare l’evidenza di gravi violazioni sia da parte del caporalato gestito dalla ‘Ndrangheta, che da parte delle autorità nazionali, che fin dall’inizio hanno cercato di gettare la responsabilità dei moti di protesta sui migranti, evitando di sollevare un allarme-mafia. Riteniamo che i migranti arrestati e detenuti nei centri di Bari, Crotone, Capo Rizzuto e altri debbano essere ascoltati dall’Alto Commissario e protetti, sia perché fuggiti da Paesi in crisi umanitaria, sia perché sottoposti a schiavitù e abusi gravissimi in territorio italiano, dove sono rimasti nelle mani della mafia calabrese nonostante le Istituzioni e le autorità a tutti i livelli sapessero perfettamente quello che capitava a Rosarno, come dimostra la rivolta (definita “anti-mafia” dai media italiani) avvenuta più di un anno fa**. Nel Sud Italia, ma anche nel Centro e nel Nord, i migranti senza permesso si soggiorno cadono nelle mani della ‘Ndrangheta, di Cosa Nostra e della Camorra. Se l’anno scorso la situazione di tale condizione di schiavitù era grave (come dimostrano numerosi casi, fra cui quello tragico di Castelvolturno***) ora, dopo l’approvazione della legge razziale 94/2009, detta “pacchetto sicurezza” (da noi denunciata in ogni sede giuridica nazionale e internazionale per il suo contenuto antidemocratico, razzista e disumano****) è divenuta gravissima, perché i “clandestini” non possono regolarizzarsi né avere casa o lavoro regolare e sono costretti a sopravvivere con qualsiasi mezzo. Molti di loro avrebbero diritto all’asilo politico o a protezione internazionale, provenendo da Paesi in crisi umanitaria. Il Gruppo EveryOne si sta impegnando in queste ore, a stretto contatto con l’Alto Commissario per i Diritti Umani, quello per i Rifugiati e la Commissione europea, affinché venga fermata la deportazione degli “schiavi di Rosarno”, attuato il rientro immediato di quelli già espulsi da Crotone e previsto un permesso di soggiorno a tempo indeterminato (in attesa di asilo politico) nonché un serio piano di accoglienza umanitaria per tutti loro.

 

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