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“Ugo Pari 30”

“Ugo Pari 30”
Settembre 01
07:11 2020

I grandi artisti tendono al massimo dell’inefficienza (tendono sempre a volersi migliorare). Il “matriarca” Ugo: “Non posso allattare i miei figli allora cucino per loro”. Ugo nasce a Cremona ma c’è il Villaggio a Torvaianica. Muore il 27 ottobre 1990 mentre il figlio Ricky montava il film “Ultra’.” La bellezza non è mai garantita, è un dono di Dio come lo è l’arte. Il Villaggio era come una festa del cinema, i ferragosto indimenticabili e poi la cucina: “Le cotolette di balena”, stravaganza di Ugo, anche se “la balena non va mangiata perché in via di estinzione”. Lo “Scolapasta d’oro” come premio agli artisti che partecipavano al torneo di tennis, il Nastro d’argento e il Premio come migliore attore al Festival di Cannes ne il film “La tragedia di un uomo ridicolo.” Il film, la moviola e il montaggio (riscrittura del film). Presente il figlio Ricky con la moglie, la sig. Simona Izzo, nuora di Ugo, il figlio Gianmarco, la figlia Maria Sole che ha presentato il suo cortometraggio “Ritratto di mio padre”, il figlio Thomas “fuori Roma” e tra i premiati l’attore, regista e sceneggiatore Michele Placido, l’attrice Lucia Mascino  e l’attore, regista e cantante Alessandro Haber: “Voglia di interpretare mondi”, il provino con Monicelli improvvisando una telefonata e quel giorno l’idea geniale: “E’ occupato!” come battuta e altri aneddoti come non essere inquadrato in una scena per via di un laccio di scarpa slacciato. Il desiderio della sconfitta. Rassegna fotografica, la mostra fotografica del torneo (Costa) che ha visto ventisei edizioni e nasce come risposta italiana “all’insalatiera d’argento” americana, la Coppa Davis. La memoria: la cucina di Ugo dove le ricette erano ideate e disegnate a mano e poi proposte a pranzo o a cena, la “cena dei dodici apostoli”, Ugo il tredicesimo, e il giudizio da ottimo a grandissima cagata (per la pasta e fagioli “uno” scrisse grande cagata nel giudicarla, si sospettò Villaggio o Monicelli). Si scherzava ma lo scherzo sulle ricette non era accolto da Ugo al 100%. Mettersi sempre in gioco, sempre sperimentare (anche in cucina) come “marchio”. Il film “Amici Miei” riadattato alla goliardia Toscana, l’opera di Germi da parte del regista Monicelli, il Conte Mascetti interpretato da Ugo, la “supercazzola”, ossia il nonsense come presa in giro: «Mascetti: Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo? Vigile: Prego? Mascetti: No, mi permetta. No, io… scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribàcchi confaldina? Come antifurto, per esempio. Vigile: Ma che antifurto, mi faccia il piacere! Questi signori qui stavano sonando loro. ‘Un s’intrometta! Mascetti: No, aspetti, mi porga l’indice; ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi. Lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? Che prematura anche? Ma allora io le potrei dire, anche con il rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce? Vigile: Vicesindaco? Basta ‘osì, mi seguano al commissariato, prego! Perozzi: No, no, no, attenzione! Noo! Pàstene soppaltate secondo l’articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura…Mascetti: …senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco. Perozzi: …dopo…» (dialoghi tratti da il film Amici Miei) e il naturale “non ho capito un cazz”. Placido: “Grande scuola”, il “lavorare in gruppo” e poi “ho appreso da Monicelli e Ugo il meglio”. Monicelli non faceva sconti sul set a nessuno, Ugo padroneggia il set. Ugo e la malinconia. Andare oltre lo Scolapasta d’oro? Una grande scuola di cinema a Torvaianica come idea-proposta. Ettore Costa, ideatore di molti scolapasta: “Far nascere il Premio” che potrebbe avere un futuro molto importante e ambito da molti personaggi dello spettacolo. Il Premio a Michele Placido e a Lucia Mascino: “Essere se stesso e camuffarsi nell’interpretazione era Ugo”.  Premiato Alessandro Haber con un “mini Scolapasta d’oro” simbolico per un mancato Scolapasta d’Oro vinto ma mai ricevuto perché quella volta c’era in palio solo un premio: “Prenditelo te, sei un attoretto!” rivolto a un attore. Una volta Gassmann vinse al torneo un prosciutto e disse: “Scusate, non sono abituato a parlare in pubblico”. Serata importante, ringraziamenti e il cortometraggio. Ugo come “scultura romanica capace di fare formaggi e andare in bicicletta” (Bernardo Bertolucci). Cominciò in un teatrino a Cremona, ripetendo barzellette, poi entrò nei filodrammatici. Il primo spettacolo: scenografia “pompe funebri”. Raimondo Vianello è presente nei primi spettacoli RAI in bianco e nero (i primi esperimenti di satira “apripista” in televisione e la censura televisiva) e nei film detti “estivi” (es. Pugni, pupe e marinai). Si divertiva anche a fare filmati in famiglia. I grandi attori rimangono bambini: tragedia e commedia assieme. L’onestà come valore. Il senso di famiglia, allargata, del tennis… Velletri e gli inviti a cena. “Creare le premesse per l’incontro con le persone” e, dopo le riprese de “La grande abbuffata” del regista Marco Ferreri, film morale (vita e morte), cosa si fa? “Mangiamo! Venite in cucina che preparo qualcosa”. I menu d’artista, la cena e il voto. Non raggiungeva la sufficienza dei commensali e allora si arrabbiava ma ci si divertiva molto. Vedere la vita con sufficienza per il passato vissuto (guerra). Nel film “Amici Miei”, le “zingare” esistevano e venivano raccontate per tutta Firenze. Il film “Il Vizietto” del regista Eduard Molinaro e la popolarità. Torvaianica è stata la casa storica di Ugo e del Torneo: il Trofeo realizzato da Ettore Costa. Era organizzato in concomitanza del cinema di Venezia… Torvaianica non ha dato i natali a Ugo ma Ugo ha dato i natali Torvaianica. La memoria delle persone che amiamo è il ricordo, “se muoio sopravvivimi”, come continuità del racconto. Ugo recitava anche in francese. Velletri altra sede storica… L’arte del mosaico, l’arte stessa dove ognuno ha una parte. In omaggio a Ugo circa quaranta ristoranti hanno proposto le sue ricette (sperimentava). Ricordi, immagini, persone nel ricordare Ugo. Il poeta Ugo e le poesie dedicate ai figli e “il voler giocare ancora.” E poi “l’Ugoismo” e “l’Ugocentrismo” non erano forme di egoismo ma forma di coinvolgimento. Ugo non si è fatto mancare niente ma non ha mai fatto mancare niente. Ugo e Gassmann in groppa dell’Elefante al Villaggio per la premiazione e poi le partite vestiti da donna. Sapeva scavare nelle persone e capire se c’era del buono. “Ugo è nella memoria di tutti noi” perché rappresentava l’italiano con i suoi vizi e virtù. Il Villaggio: il terreno comprato tramite agente immobiliare ma l’aeroporto vicino come deterrente (Pratica di Mare) e in accordo con “il Generale”, passa l’aereo nel momento giusto e il prezzo del terreno cala… Cucina: “Costine alla Mao, il fegato d’oca e i bambini che vomitano dietro la siepe, i coglioni di toro fritti e l’Ippopotamo”…e poi le farfalle fucsia dove il colore era generato dalle barbabietole rosse e dalla panna. Papà Ugo ha trasmesso in parte l’arte culinaria ai figli. Ugo era trasgressivo, era la sua cifra. La cucina anche in crociera con la presenza di Vittorio Gassmann nel ricordo di Emanuele Salce, dove parlando di vini, si passa a un dondolo e a una signora… “educazione sessuale” per il futuro… La storia dei quattro ne “La grande abbuffata” e lo “zuppone alla porcara” ne “I nuovi mostri” dove la cucina diventa un ring. Il primo film con protagonista omosessuale in Italia “Splendori e miserie di Madame Royale”, Franca Valeri come ghost rider (pizzico di anticonformismo non guasta) dove Ugo non usciva dal personaggio neanche a casa. Il film “Il federale” con la regia di Luciano Salce e poi la collaborazione con Dino Risi. Ugo coraggioso e anche anticonformista rappresentava l’italiano tipico. L’Avaro di Molière una delle ultime interpretazioni teatrali. Ugo come uno degli artisti più liberi e la voce particolare e riconoscibile. Il mestiere di Ugo? Attore. Il premio? E’ il Premio Ugo Tognazzi. La scuola dedicata a Ugo come impegno? La scuola Ugo Tognazzi. Il Villaggio? E’ il Villaggio Tognazzi. Ugo e le sue passioni: sport e cucina. Lo sport? Il Torneo di tennis con premio lo Scolapasta d’oro, opera del gioielliere Ettore Costa. La cucina? Le ricette. Ugo amava preparare le cene per i parenti e gli amici. Una ricetta: “Risotto e melone. Si procede come per un normale risotto alla parmigiana. BURRO- CIPOLLA- BRODO- RISO- PARMIGIANO- PANNA. Si sbuccia e si taglia a cubetti il melone e lo si fa macerare in un po’ di RHUM. Si taglia a filettini il prosciutto crudo. Prosciutto e melone vanno messi nel risotto a tre quarti di cottura del riso. SI PUO’ USARE IL PORTO INVECE DEL RHUM.” Protagonista dell’evento? Ugo Tognazzi, naturalmente…

“Cinema, fotografia, cucina e sport per la celebrazione del trentesimo anniversario della scomparsa di Ugo Tognazzi.”, uno dei mattatori della commedia all’italiana assieme a Sordi, Gassmann, Manfredi e Mastroianni. L’evento “Ugo pari 30” si è svolto a Torvaianica (Pomezia) il 21-22-23 agosto 2020, dalle ore 21.00, in p.zza Ungheria, con il contributo del Comune di Pomezia e la direzione artistica dei quattro figli: Gianmarco, Ricky, Maria Sole, e Thomas Robsahm, dove si è tenuta la “Rassegna cinematografica” (Ritratto di mio padre di Maria Sole Tognazzi, Amici miei, Anatra all’arancia e La grande Abbuffata); mentre dal 1 a 23 agosto si è tenuta la “Mostra fotografica itinerante” (Viale Francia, Piazza Ungheria, Viale Spagna), la vita di Ugo Tognazzi, con “totem” quali “Ugo e il cinema, Ugo e i figli, Ugo e la cucina, Ugo e il teatro”…sparsi per Torvaianica, la “Mostra fotografica” (Viale Spagna), la storia dello scolapasta d’oro, e “L’abbuffone: le ricette originali di Ugo Tognazzi”, dove i ristoranti e i bar della zona hanno omaggiato Ugo Tognazzi con delle proposte culinarie tratte dai suoi volumi “La mia cucina” e “L’abbuffone”. Presenti attori (Michele Placido, Alessandro Haber, Lucia Mascino, Barbara Bouchet, Beppe Convertini, Andy Luotto), doppiatori, registi, giornalisti (Laura Delli Colli) e collaboratori, non sono mancati il saluto delle Istituzioni e le precauzioni anti Covid-19 (disinfettante, mascherine, controllo temperatura, distanziamento e controllo delle prescrizioni). “Una festa per uno dei mattatori della commedia all’italiana, a distanza di trent’anni dalla sua morte: era il 27 ottobre 1990 quando l’attore, regista, comico e sceneggiatore Ugo Tognazzi ci lasciò nel sonno. Di lui non rimane solo un fervido ricordo, ma anche una eredità cinematografica che conta 153 film da attore e 6 da regista.”

 

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