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Viaggio da Roma a Monte Cassino (1/2)

Viaggio da Roma a Monte Cassino (1/2)
Aprile 04
23:00 2009

9980-st-zuzzi“…Ma dài Paviolo, che c’è ancora da scoprire sul nome di Ciampino?…Ce l’ha lasciato Giovan Battista Ciampini, non penserai di prender sul serio tutte le bizzarrie formulate finora! Magari – l’unico pino sulla cima di un colle – come mi disse uno dei primi vecchietti che intervistavo da studente; oppure quelle rielaborate poeticamente da Vincenzo Cerami: forse era qui il bosco dei Ciampi descritto da Stendhal nella Badessa di Castro”. “Il tuo vecchietto e Cerami giocano di fantasia, ma Ciampini non basta” continuò Paviolo insistendo “è troppo facile, c’è qualcos’altro che non riesco a far quadrare… le terre dei Ciampini stavano dall’altra parte del crinale… non mi spiego come quel toponimo sia arrivato fin qui… non basta Ciampini, non basta…”. Si era fatto tardi, lo salutai senza sapere che non l’avrei più rivisto e che a quel bel pomeriggio passato nel salotto della sua casa, avrei pensato più volte negli anni. Ma in quel momento, non feci fatica a scrollarmi di dosso quel “è troppo facile”. Da casa mia, qui all’Acqua Acetosa, Grottaferrata è ad un passo se raggiungi l’Anagnina svicolando per Colle Olivo e poi per la Cavona. È proprio passando di lì che qualche anno fa mi è tornato alla mente quel pomeriggio a casa di Paviolo di tanti anni prima. Quella targa, apparentemente così fuori posto “Via della galleria di Ciampino”, mi fece scattare una battuta da cabaret di quart’ordine: “a Pavio’ – risposi dopo anni all’interlocutore di quel pomeriggio – e come ha fatto a scegne giù… avrà preso er treno!…” . L’avvocato Giovanni Paviolo, giornalista, appassionato di storia, ricordato a Ciampino anche come il primo direttore del mensile locale Anni Nuovi, non si accontentava delle spiegazioni facili. Ma a questa mia battuta sgangherata, uscita da un ricordo affettuoso, forse avrebbe prestato attenzione. Gli ultimi mesi del 2005, i miei amici archeologi Dario e Silvia avevano iniziato a raccogliere i testi scritti chiesti ai relatori intervenuti al convegno su Ciampino, che avevamo tenuto il 15 aprile di quell’anno. Claudio Morgia, allora assessore alla cultura, propose di farne una pubblicazione e loro si erano messi al lavoro. Capitava così, spesso, di incontrarci e parlare di come proseguiva l’elaborazione dei testi che dovevamo presentare e a volte ci piaceva ragionare insieme dei contenuti. Capitò di parlare di come mi immaginavo potesse essere la stazioncina di Ciampino di fine Ottocento: “Hai presente – dicevo – quelle che si vedono nei western, assolate, dove ci si arrivava solo con i cavalli e niente intorno?”… “Ma sai che da qualche parte, non ricordo dove – mi disse Silvia – ho letto un testo che parlava proprio di questo… Sì, descriveva la stazione di Ciampino così come te la stai immaginando…ma sì devo aver letto qualcosa addirittura su internet… la data del testo era sicuramente di fine Ottocento, anche per come ricordo lo stile”.
Silvia mi richiamò qualche giorno dopo: “L’autore è un certo Guidi, ma non so dirti di più, forse il testo era una guida turistica, si può tentare la fortuna alla Biblioteca Nazionale…” Già, proprio un colpo di fortuna. Passi mesi a setacciare faldoni, passando da un archivio all’altro senza trovare gran che di quello che cerchi e poi inciampi in qualcosa che non ti saresti mai sognato né di cercare né di trovare. Un qualcosa che spazza via anni e anni di elucubrazioni su un qualche perchè ed un qualche percome.
Viaggio da Roma a Monte Cassino di Alessandro Guidi, edito coi tipi del Salviucci a Roma nel 1868, che ho trovato grazie all’indicazione di Silvia Aglietti e che chiunque può ritrovare presso la Biblioteca Nazionale alla Coll.18.7.A.67, spazza via tutti i perché ed i percome che riguardavano il toponimo Ciampino. Ciò rende merito al “è troppo facile” di Giovanni Paviolo, al bel lavoro di Adriano Ruggeri fatto sulle carte d’epoca e sull’analisi delle proprietà dei terreni tra la vecchia stazione di Ciampino e l’attuale Villa Senni, e rende inutili gli approfondimenti che avrei voluto intraprendere partendo dalle intuizioni di Paviolo e da quel documento datato 1910, che trovai qualche anno fa all’Archivio Centrale Nazionale, nel “fondo bonifica” sul finanziamento concesso al proprietario di una certa tenuta Ciampino allora sita…al confine tra Roma e l’attuale Comune di Grottaferrata! (Continua)

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