L’Isis e l’antico Califfato
Il periodo del Califfato si distingue in tre momenti storici. Il primo è quello del Califfato elettivo dei primi quattro califfi (cioè ‘vicari’ di Maometto), dal 632 al 661. Essi danno avvio a grandiose conquiste territoriali a spese dell’Impero persiano e di quello bizantino, grazie a Maometto che riesce a trasmettere una tale forza ed energia agli arabi da farli uscire dal deserto per andare a conquistare tre dei cinque grandi patriarcati della Chiesa cristiana:
Gerusalemme, Antiochia e Alessandria d’Egitto, città dove è già diffuso l’Islam. Le altre due capitali cristiane sono Costantinopoli e Roma; Costantinopoli cadrà in mano turca nel 1453 e cambierà nome in Istanbul. Il secondo momento storico è quello del Califfato ereditario della dinastia degli omàyyadi, coincidente con il periodo della massima civiltà araba nell’arte e nella cultura, con capitale Damasco, che va dal 661 al 750. Il terzo è quello del Califfato ereditario della dinastia degli abbasidi – periodo della massima ricchezza, con capitale Baghdad – che inizia nel 750 e termina nel 1258 con l’invasione dei Mongoli. Il Califfato è caratterizzato dalla tolleranza e dalla pacifica convivenza con le altre religioni. Al contrario, l’Isis è un movimento oltranzista di ispirazione islamica, fondato da Abu Bakr al-Baghdadi, che si pone l’obiettivo di creare lo Stato Islamico, corrispondente alle antiche conquiste arabe, perché per la cultura islamica le terre appartenute un tempo all’Islam debbono ritornare all’Islam. Ricordiamo che sono appartenute all’Islam anche la Spagna sino al 1492, e la Sicilia sino al 1072.
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