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L’icona del Monastero di “S. Maria Vergine”

L’icona del Monastero di “S. Maria Vergine”
Settembre 11
02:00 2007

L’Abbazia di Grottaferrata, fondata nel 1004 da San Nilo e dai suoi monaci e dedicata alla Madonna, ospita al suo interno una splendida icona bizantina: la Theotòkos. La badia conosciuta con il nome di Monastero di “S. Maria Vergine situato nel luogo di Grottaferrata” e consacrata nel 1024 da Papa Giovanni XIX, è da sempre dedicata alla Theotòkos. San Bartolomeo, co-fondatore della chiesa, ricorda nei suoi inni sacri risalenti agli albori dell’XI secolo una Vergine con Bambino raffigurata in un’icona conservata all’interno dell’Abbazia e adorata e venerata dai fedeli. Tale icona che, come narra lo stesso San Bartolomeo era fonte di miracoli, rappresenta il fulcro spirituale dell’interno complesso sacro.
Il culto per l’icona non investì solo i monaci ed i fedeli del paese, ma anche personaggi storici ed in particolar modo pontefici che come Innocenzo X, Alessandro VII e Paolo VI si recarono presso il monastero per renderle omaggio. Ovviamente negli anni che interessarono il secondo conflitto mondiale l’adorazione degli abitanti di Grottaferrata si fece più viva ed intensa anche a seguito della protezione che i grottaferratesi trovarono tra le mura del monastero durante i bombardamenti.
L’icona bizantina e le sue caratteristiche stilistiche fanno pensare che le sue origini affondino nelle terre di Costantinopoli. Non a caso l’opera mostra elementi che riconducono a quelli delle Odighìtrie di Bisanzio.
La Vergine è raffigurata a mezzo busto con il Bambino sul braccio sinistro e lievemente protesa verso di Esso ed il destro rivolto verso il figlio. La gestualità della mano che indica il Bambino sottende il ruolo della Vergine come guida spirituale, come “colei che guida gli uomini verso la via, verso Cristo”.
Un mantello scuro giocato su cupe tonalità porpora avvolge il corpo della Madonna e ne evidenzia la presenza anche grazie alle lumeggiature color amaranto. I tre motivi a forma di stella che appaiono sul manto color “ciliegia matura” non sono meri elementi decorativi, ma simboli della purezza della Madonna e la sua verginità.
La veste del Bambino è una tunica verde coperta da un mantello rosso porpora. La scelta di questa cromia è dettata dal fatto che il rosso è il colore emblema della divinità. Entrambe le figure si stagliano su un fondale color oro che è tipico dell’arte bizantina, delle sue icone e dei suoi mosaici e che è anche simbolo dell’eternità. La scelta di rappresentare il Bambino con un volto che mostra tratti infantili misti a elementi fisiologici maturi e virili è dovuta alla volontà di dimostrare la capacità di Gesù di essere l’uomo perfetto ed il Verbo incarnato.

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