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20 Marzo

Marzo 24
17:03 2011

Cari tutti/e, con la stessa volontà di fare il cerchio oggi per pregare, riflettere insieme su quello che accade e condividere emozioni e progetti vi scrivo. Vi scrivo anche per condividere oggi, 20 marzo 2011, solo una delle tante cose che non si sono ricordate nel giorno dell’unità d’Italia: Ilaria Alpi. Io non l’ho conosciuta né so molto della sua storia. Come madre anche io penso di poter dire che ho potuto condividere solo una piccolissima parte di quello che ha provato e prova la madre d’Ilaria. Ilaria, 33 anni. Giornalista italiana del tg3 che aveva indagato ed aveva scoperto molte cose sugli armamenti e i rifiuti tossici illegali in cui erano coinvolti anche l’esercito ed altre istituzioni italiane a Mogadiscio (Somalia) in Africa. E oggi, a diciassette anni dalla sua scomparsa e da quella dell’operatore Miran Hrovatin con cui era andata a Mogadiscio, non solo non la si ricorda, lei italiana che ha rischiato e perso la sua vita per la verità e la giustizia e per la costruzione di un mondo nuovo di pace, ma la si uccide due volte: oggi, 20 marzo 2011, la Francia ha detto sì all’intervento militare in Libia. Noi in Italia offriamo le basi perché gli aerei vadano a bombardare in un paese dove sta avvenendo una ribellione nei confronti di Gheddafi (situazione similare ad altri paesi del nord Africa) iniziata già da tempo e già da tempo ha visto morti e morti (intervento che non si è applicato in altre parti del mondo come in Palestina, terra di stragi immani). Bombe giustificate – e quindi “giuste” in qualche modo – ma la guerra si sa non è mai giusta. Non sono perché Gheddafi rimanga alla dittatura e faccia razzia della popolazione – motivazione di facciata che ha spinto a intervenire – ma neanche posso tollerare quel che sta succedendo, ed il fatto che abbiamo un capo di governo che è un fantoccio e cambia maschera all’occasione, il fatto che in Italia ci siano basi militari etc a tutto quello che è legato alla guerra che è quella guerra che ha ucciso Ilaria Alpi diciassette anni fa e che continua a uccidere. Nel secondo dopo guerra sono stati combattuti 162 conflitti militari. Si stima che nel mondo ci siano oltre 100 milioni di mine inesplose. Ogni 20 minuti una persona è vittima dell’esplosione di una mina. Nel 2003 per le spese in armamenti sono stati impiegati in tutto il mondo 956 miliardi di dollari. Nei conflitti di oggi più del 90% delle vittime sono civili. Ogni anno nel mondo migliaia di donne, di bambini e di uomini inermi sono vittime della guerra. Un terzo delle vittime sono bambini al di sotto dei 14 anni. Mentre vi scrivo sento rabbia. Rabbia per l’ipocrisia dei governi, rabbia per la guerra, rabbia per la morte di chi lotta per un mondo migliore, per chi ha cuore la verità e la giustizia e non i simbolismi e le facciate, rabbia perché ieri in una notte di luna piena come non succedeva da vent’anni (ogni venti anni la luna è più grande e luminosa) nel giorno del padre si è aperta una ferita più grande, quella di tante madri per i propri figli e figlie uccisi dalla guerra (e anche dalla guerra della povertà e della miseria) e quella di tanti padri che riconoscono ormai il fallimento di società attuali basate su logiche capitalistiche e maschiliste violente che usano la forza non accompagnata da giustizia. Che questo mare di lacrime possa distruggere un giorno quel che governa oggi con la forza e l’ingiustizia e che la terra rossa di sangue possa perdonare tanta follia. Per ricordare Ilaria e chi muore per la pace e chi muore a causa della guerra ingiusta sempre vi mando alcune frasi estratte da un libro di Emergency. L’ong Emergency ha intitolato a Ilaria Alpi il centro chirurgico di Battambang, in Cambogia. E propongo a voi tutti/tutte di manifestare quel principio di non violenza tanto difficile da applicare nel nostro piccolo. Anche disegnando il simbolo della pace o facendo qualsiasi cosa nel quotidiano che possa evitare lo sfociare di atti discriminatori e violenti se almeno vogliamo prepararci alla venuta di un mondo più giusto.
20 marzo 1994 Ilaria Alpi e un operatore del tg3 vengono uccisi. 20 marzo 2003 manifestazione mondiale per la pace. 20 marzo 2011 bombardamenti sulla Libia.

In ricordo di Ilari Alpi alcune frasi.
«Chi conosce la pazienza conosce la pace» Proverbio cinese
«La guerra è stata vinta, ma non la pace» Albert Einstein
«Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono» G.W.F. Hegel
«Nessun esercito può resistere alla forza di un’idea il cui momento è arrivato» Victor Hugo
«Solo una pace tra eguali può durare. Solo una pace il cui principio sia l’eguaglianza e la partecipazione comune a un bene comune» Woodrow Wilson
«Vere e durature sono le vittorie della pace non della guerra» R. W. Emelson
«L’odio non cessa con l’odio, in nessun tempo, l’dio cessa con l’amore questa è la legge eterna» Buddha
«La non violenza è la forza più grande di cui disponga l’umanità. È più potente della più potente arma di distruzione escogitata dall’uomo» Ghandi
«Le armi sono al servizio del furore» Virgilio
«Giustizia e potere vanno riuniti, in modo che ogni cosa giusta sia potente, e ogni cosa potente sia giusta» Blaise Pascal
Ciao Ilaria, ciao Italia

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