Solo definendo la mia follia placo il mio dolore.
Gli occhi tuoi di camoscio, un cucciolo di capriolo sei; avvezzo al gioco; in tuo diletto Anima candida del bosco; scalpitante
Cadon le parole, sfolgoranti una dopo l’altra, inesorate come imperi al culmine, apogei cerchi dentro nemesi compiute
E finalmente cicale stridenti, pini curvi sul mare, odore di cipressi caldi nel sole,