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Polo Espositivo “Juana Romani” Giovanni Pennacchietti mostra retrospettiva

Polo Espositivo “Juana Romani” Giovanni Pennacchietti mostra retrospettiva
Giugno 20
09:32 2017

Dal 1 al 15 Luglio presso il Polo Espositivo “Juana Romani”
Giovanni Pennacchietti mostra retrospettiva
Sarà inaugurato contemporaneamente dalle figlie il Museo dei Licei Artistici a lui intitolato

Il Polo Espositivo “Juana Romani” lungo il percorso della memoria degli artisti del 900 presenta dal 1 al 15 Luglio la mostra retrospettiva di Giovanni Pennacchietti. Si tratta di uno degli insegnanti storici della Juana Romani. Ai tempi del preside De Rossi vi ha insegnato Disegno dal Vero, lasciando un ricordo di se ancora vivo tra gli allievi che ebbero la fortuna di apprendere i suoi insegnamenti. Originario di Jesi, il 22 settembre del 1931. Nella città natale segue studi ad indirizzo tecnico, ha avuto la prima educazione di carattere grafico pittorico nello studio del pittore Giuseppe Coletta, suo insegnante di disegno nella scuola media, che aveva a sua volta frequentato a Napoli lo studio del pittore Antonio Mancini. Nel 1949 si trasferisce a Roma per continuare gli studi nel campo artistico, lavorando dal 1951 al 1954 nello studio dello scultore Teofilo Raggio. Ed è qui, a Roma, che avviene il suo incontro con i maestri del passato e con le più recenti manifestazioni artistiche culturali, conosce Enea Lanari originario della sua terra e nasce una grande amicizia. Terminati gli studi, inizia un’intensa attività pubblicistica con scritti su quotidiani e periodici. Apre nel 1956 uno studio in Via Orti d’Alibert, dove raduna le sue opere di pittura e continua ad operare. La sua attenzione pittorica, dopo un primo interesse destato dalla pelle della Roma antica, formicolante di un’umanità ricca d’umori, volge ad una più dura e profonda attività: quella della scultura. Ma come scultore, egli tiene ad essere il più inedito possibile. Dal 1957 in poi, all’attività e pittorica e scultorea, Pennacchietti alterna esperienze grafiche e incisorie. Ma è alla pittura che egli si dedica in modo particolare – specie a seguito del suo trasferimento dallo studio di Via Orti d’Alibert a quello della centralissima via dei Prefetti n. 17 nel 1968, frequentato da studiosi e artisti dei campi più disparati. Nonostante la sua intensa attività artistica conduce una vita parallela con lo stesso entusiasmo e dedizione per l’insegnamento. Dal punto di vista della partecipazione ufficiale alle vicende dell’arte, egli può elencare una ben nutrita serie di esposizioni: dalla sua prima alla Babuinetta (Roma, 1957), alla seconda alla Marguttiana (Roma, 1959), alle collettive al palazzo dell’Esposizione e a palazzo Braschi, al 1° premio di pittura Rinascita Letteraria (Roma, 1959), alla collettiva “Pittori Marchigiani e ‘Romani” a palazzo Salvago Raggi (Roma, 1959), alla mostra d’inaugurazione della galleria “Scipione” (Macerata, 1959), al “Premio Marche” (Ancona, 1961), Premio Ente del Turismo di Macerata (1962) ottiene un premio al concorso per l’opera d’arte all’ospedale Santa Chiara di Trento, espone alla Margherita (Roma 1969), alla Galleria Rocon e a Palazzo Braschi (Roma 1971) e di nuovo alla Rocon (Roma 1972 e 1973), alla galleria Plinio (Spoleto 1972) alla Galleria il Punto (Velletri 1980) dopo e alla galleria Canova (Roma 1973) dopo la sua morte esposizione L’Atesrisco (Jesi 1991) e esposizione presso lo spazio del 4° liceo Artistico (Roma 1994).La storica d’arte Irene Kirimi Kisdègi della Galleria Nazionale Ungherese ha scritto vari articoli su Pennacchietti, il testo di un volume sulla sua grafica e ha fatto conferenze sulla sua opera, come quella di Nyrbatori nel 1972, ecc. All’attività artistica di Pennacchietti si sono interessati, oltre al critico d’arte Raffaele Mazzarelli con una monografia – Ediz. Rinascita Letteraria – i critici di numerosi giornali, tra i quali: Arti, Classe, Corriere della Nazione, Cronaca di Caloria, Gazzetta del libro, Idea, il Messaggero, il Resto del Carlino, Il Popolo, L’Avvenire d’Italia, la Settimana a Roma, la voce della Vallesina il Tempo, Il Mattino, Il Giornale d’Italia, Voce Adriatica, Rinascita Letteraria e la RAI-Radiotelevisione Italiana. Profondamente legato alla sua famiglia che lo ha accompagnato in tutte le sue scelte di vita. Come insegnante ha iniziato a Velletri alla Juana Romani come docente di Disegno dal Vero per terminare al IV° Liceo Artistico di Roma come Preside.

Ringraziamo di cuore le figlie Caterina, Eugenia, Alessandra e Rita per la grande disponibilità con cui hanno accolto il nostro invito per ricordare il padre e permettere alla città di Velletri di conoscere questo artista che ha educato generazioni di suoi “figli”, tra questi Giorgio Giacinto Corona, Valerio De Angelis, Romolo Caporro, Claudio Marini, Agostino De Romanis, oggi tra i più importanti artisti del panorama veliterno. L’invito dunque Sabato 1 Luglio alle ore 19.00 per il taglio del nastro inaugurale della retrospettiva e del museo dei Licei Artistici intitolato alla memoria del professore e composto con i lavori dei ragazzi degli ex Istituti d’Arte di Marino – Ciampino – Civitacastellana – Roma 2 – Civitavecchia – Anagni – Cassino e Velletri accompagnati dai lavori in mosaico e in ceramica dei piccoli della Scuola Media “Marcello De Rossi”.

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