Addio vecchie buste
È iniziata l’era del sacchetto di plastica biodegradabile, o delle “sportine” riutilizzabili: da gennaio i commercianti sono alle prese con le norme che proibiscono l’uso dei sacchetti di plastica. È consentito lo smaltimento delle scorte purché avvenga gratis, anche se c’è ancora qualcuno che invece continua a fare pagare i vecchi sacchetti di plastica! Il ministero dell’Ambiente e quello dello Sviluppo economico hanno già annunciato che saranno effettuati controlli per verificare «il rigoroso rispetto della normativa». E sui sacchetti biodegradabili il giudizio non è entusiasmante, sono cari e meno resistenti. In Toscana l’Unicoop Firenze e Tirreno, tra i primi grandi gruppi commerciali, già dal 2009 utilizza solo sacchetti biodegradabili, borse in stoffa di cotone sempre riutilizzabili, e buste in mater-bi, una pellicola biodegradabile. E sono sulla stessa scia le attività e gli ipermercati di tante altre regioni. Quasi tutti i grandi supermercati hanno già finito le scorte dei vecchi sacchetti in plastica o le stanno esaurendo, mentre i nuovi sacchetti a base di amido di mais vengono venduti più o meno da tutti a 10 centesimi, anche se c’è qualcuno, soprattutto nei negozi più cari del centro, che li regala. La spesa del cenone del capodanno 2011 dovrebbe essere stata l’ultima trasportata attraverso i sacchetti di plastica. Dopo tre proroghe l’addio alle buste inquinanti entra nel vivo, anche se serviranno diversi mesi, forse anni, per farle scomparire del tutto. Qualcuno continuerà a portarsele dietro al supermercato, altri le useranno per la spazzatura o le getteranno nel cassonetto della differenziata riservato alla plastica, liberandosene definitivamente. Vengono banditi tutti i sacchetti non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432, cioè le shopper realizzate in polietilene, un materiale i cui tempi di degradazione vanno dai cento ai mille anni. Al suo posto sono già arrivati materiali biodegradabili e quindi più ecologici. Uno dei brevetti per le nuove buste è italiano: si tratta di shopper realizzati con l’amido. Questa tipologia di buste consente il riutilizzo per più volte, regge differenze termiche fino a 50 gradi ed è totalmente impermeabile. Tra i difetti c’è la facile usura. Il prezzo degli shopper biodegradabili è attualmente superiore del 30%-40% rispetto a quelli di plastica, anche se la maggiore presenza sul mercato dovrebbe riallineare i costi per gli esercenti. Ma se i costi e la scarsa resistenza nel tempo generano perplessità e dissensi, almeno l’ambiente ce ne sarà grato.
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