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16 marzo: anche il teatro rende omaggio alla storia ed onora la memoria del nostro Paese. Il palco dell’Orologio ha scelto questa data per inaugurare lo spettacolo Aldo Morto 54, con protagonista l’attore Daniele Timpano, interprete della tragedia che racconta gli ultimi giorni di Aldo Moro, rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo e ucciso il 9 maggio del 1978.
Ogni giorno, fino all’8 maggio 2013, il teatro romano di via dei Filippini ha ospitato un monologo molto intenso per un dramma che ha trovato un meraviglioso riscontro di pubblico.
La storia di Aldo morto54 ha appassionato e coinvolto il pubblico anche grazie agli eventi collaterali alla rappresentazione. I riflettori sono puntati sui 54 giorni di prigionia di Moro, interpretati dall’attore che ha permesso al pubblico di entrare nella scena e d’interagire con la storia.

Il canale www.aldomorto54.it ha mostrato i momenti dell’incontro con Daniele Timpano che riceve in cella i suoi ospiti, e il web ha restituito non solo le immagini di questo reality teatrale, in diretta streaming 24 ore su 24, ma anche numerose testimonianze e ricordi raccontati dagli spettatori. Intanto, sul palco del teatro, numerosi attori e scrittori hanno tenuto dei readings, tratti da opere italiane selezionate, che hanno dipinto il ritratto degli anni del terrorismo. Particolarmente intensa è stata Il piombo nelle parole, la rassegna curata da Marzia Paccella, ha aperto la serata di giovedì 18 aprile, proponendo al pubblico i racconti di Nanni Balestrini, Pino Cacucci, Massimo Carlotto, Erri De Luca, Alessandra Pera, Lidia Ravera, Ivo Scanner, Paola Staccioli, Stefano Tassinari, Roberto Tumminelli: dieci scrittori che hanno analizzato l’Italia degli anni di piombo e i suoi protagonisti, incontrando in presenza il pubblico in sala.
L’incontro, ideato da Fabio Giovannini e coordinato da Dario F. Morgante, ha avuto come protagoniste dieci storie: quelle di alcuni ragazzi che negli anni Settanta hanno perso la vita in piazza, uccisi dalle forze di polizia. Colpiti da candelotti lacrimogeni, da proiettili sparati ad altezza d’uomo o travolti da camionette durante cariche contro i cortei. Oppure per mano dei fascisti, davanti a poliziotti che non hanno fermato in nessun modo gli assassini. Storie assolute, definitive.
Venerdì 19 aprile invece, Claudia Campagnola e Marco Morandi hanno letto alcuni brani del Memoriale di Aldo Moro; in chiusura Morandi ha interpretato Mio fratello è figlio unico, canzone di Rino Gaetano che evoca gli umori di quegli anni.
Il 20 aprile, l’attrice Pamela De Biase è stata interprete di Donna (a cura di Stefano Betti), il monologo straziante della vedova di un poliziotto ucciso dai terroristi.
Il 22 aprile, il prof. Flavio De Bernardinis ha proposto Il Cinema e le Immagini negli Anni Settanta, un excursus storico e critico sul cinema italiano degli anni Settanta tra impegno politico e grida di protesta.
Il 23 aprile, Severino Briccarello ha dato voce ad uno dei più eccelsi e indimenticabili testimoni di quel tempo: Pier Paolo Pasolini, poponendo un estratto da Io So.
Tra interpretazioni toccanti, letture gramsciane, interviste rilasciate in cella e la soddisfazione degli spettatori più giovani, incuriositi anche dall’allestimento scenico, tra le numerose repliche degli spettacoli, c’è stato spazio per rivivere insieme Le Domeniche di Moro – Piombo su piombo: attraverso una maratona di letture trans-generazionali.
L’8 maggio il sipario si è chiuso e i riflettori si sono spenti.
Il 9 maggio è stato infatti il giorno del lutto, dell’incontro pubblico tra la gente e gli ideatori del progetto, di quella riflessione che traccia il bilancio della storia sanguinosa del nostro Paese affinché niente possa essere dimenticato. L’archivio delle testimonianze degli spettatori (un’idea del Progetto Amnesia) resterà a disposizione degli internauti per alcuni giorni, sulla pagina web di aldomorto54.it.