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#CORONAVIRUS 26 APRILE 2020 ANCHE OGGI LA ASL RM6 È LA PEGGIORE DEL LAZIO

#CORONAVIRUS 26 APRILE 2020  ANCHE OGGI LA ASL RM6 È LA PEGGIORE DEL LAZIO
Aprile 27
07:44 2020

 

ALTRI 22 NUOVI CASI AI CASTELLI ROMANI E LITORANEA

INARRESTABILE IL CONTAGIO A VILLA DELLE QUERCE A NEMI (+6 CASI) E AL SAN RAFFAELE DI MONTECOMPATRI (+1 POSITIVO)

LE PROPOSTE PER LA FASE 2: RIPRENDERE NELLA ASL ANALISI, VISITE E PRESTAZIONI SANITARIE; MASCHERINE OBBLIGATORIE PER RISPETTO DEGLI ALTRI; CANCELLARE GLI AFFITTI; RIAPRIRE L’OSPEDALE DI ALBANO

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Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 26 aprile il numero dei positivi è salito a 1.081, con altri 22 nuovi casi.

Oggi sono saliti a 42 (+6) i positivi nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi.

Sono saliti a 32 (+1) i positivi nella casa di cura San Raffaele di Montecompatri: 10 operatori sanitari (in isolamento domiciliare) e 22 pazienti (20 trasferiti, 2 deceduti). Si attendono, però, i risultati di altri 43 tamponi.

Stabili a 178 i positivi nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa: 41 operatori sanitari (in isolamento domiciliare) e 137 pazienti (104 trasferiti, 23 in attesa di trasferimento, 10 deceduti).

Dopo le proteste e le denunce dei familiari, del Partito Comunista e dei comuni, la ASL RM6 sta eseguendo i trasferimenti dalla RSA San Raffaele di Rocca di Papa (già trasferiti 104 pazienti positivi in altre strutture ospedaliere) e dalla RSA San Raffaele di Montecompatri (trasferiti tutti i pazienti positivi in altre strutture).

Mentre il comune di Rocca di Papa ha comunicato che il numero dei residenti positivi è pari a 25 casi, di cui 9 operatori sanitari del San Raffaele e 7 di altre strutture, dalle pubblicazioni del Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive (SERESMI), nel Comune di Rocca di Papa risultano, invece, ben 73 residenti positivi. Sempre dalle mappe pubblicate dal SERESMI emerge che il comune di Rocca di Papa presenta, nell’ambito dei Castelli Romani e del Lazio, la più alta incidenza di soggetti positivi rispetto alla popolazione residente.

Per questi motivi, abbiamo invitato le istituzioni competenti a valutare la chiusura della casa di cura San Raffaele e a dichiarare “zona rossa” tutto il Comune di Rocca di Papa.

Considerando l’altissimo livello di contagi raggiunto dalla struttura sia tra i dipendenti (41) sia tra i pazienti (137), con 10 decessi, il Partito Comunista dei Castelli Romani esige il trasferimento immediato di tutti i pazienti “covid” e “non covid” nelle strutture pubbliche e la chiusura della casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa.

Al momento, la struttura San Raffaele di Rocca di Papa è stata diffidata dalla Regione Lazio e i documenti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Velletri. I parenti dei pazienti deceduti stanno predisponendo numerose denunce.

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Sulla base delle nostre analisi, a seguito dell’esplosione dei nuovi contagi nelle case di riposo e nelle case di cura private, la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 15 aprile.

Rispetto al nuovo picco siamo scesi del 53% in 11 giorni.

La ASL RM6 rimane la peggiore ASL della Regione Lazio.

Infatti, le altre ASL della Regione Lazio scendono molto più velocemente: Latina è scesa dell’83%, Frosinone dell’85%, Rieti dell’80%, Viterbo del 72% e le altre cinque ASL di Roma sono scese complessivamente del 65%.

Le misure di distanziamento sociale, applicate diligentemente dai cittadini, che in queste settimane hanno fatto grossi sacrifici rimanendo nelle proprie abitazioni e riducendo al minimo gli spostamenti, hanno prodotto buoni risultati.

Infatti, come si evince dal grafico, l’andamento dei contagi reali (linea rossa nel grafico) rimane molto più lento rispetto ai contagi simulati con il modello matematico in assenza di misure restrittive (linea blu nel grafico): siamo scesi allo 0,19%.

Senza misure di contenimento sociale e senza questo impegno straordinario dei cittadini i contagi sarebbero oggi arrivati nei Castelli Romani e Litoranea a 575.000 casi. Praticamente, tutta la popolazione dei Castelli Romani e Litoranea sarebbe stata infettata in assenza di misure di distanziamento sociale!!!

Se da un lato le misure di distanziamento sociale hanno ben funzionato, è purtroppo mancata da parte delle istituzioni (Regione Lazio, ASL RM6, Comuni) un’azione di controllo preventiva sulle case di riposo, sulle RSA e sulle case di cura “private”, peraltro accreditate da sempre con il servizio sanitario regionale.

Nelle case di cura, nella RSA e nelle case di cura sono stati ad oggi individuati quasi la metà dei positivi sul territorio dei Castelli Romani e Litoranea (circa 500 positivi).

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Di seguito la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti:

Marino______________113 (+2)

Grottaferrata_______ 80 (fonte SERESMI)

Rocca di Papa_______ 73 (fonte SERESMI)

Velletri____________ 57

Nettuno_____________ 57 (+1)

Pomezia_____________ 55

Frascati____________ 54

Albano______________ 51 (fonte SERESMI)

Nemi________________ 44 (+6, di cui 42 casa di cura Villa delle Querce)

Montecompatri_______ 41 (+3, di cui 32 casa di cura San Raffaele)

Lariano_____________ 36

Anzio_______________ 30 (+2)

Ariccia_____________ 26

Ciampino____________ 26 (+2)

Ardea_______________ 24

Genzano_____________ 25

Rocca Priora________ 19

Castel Gandolfo_____ 12 (fonte SERESMI)

Monte Porzio Catone_ 11  (fonte SERESMI)

Lanuvio_____________ 8

Colonna_____________ 5.

SERESMI è il Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive.

Si precisa che i dati sono in continuo aggiornamento. In particolare, la ASL RM6 deve ancora ripartire tra i vari comuni 234 positivi connessi con i focolai esplosi nelle case di riposo e nelle case di cura.

Per visualizzare la cartina per comune sulla diffusione del coronavirus nel Lazio, puoi fare click sul seguente link:

https://drive.google.com/open?id=1sI_jgUiLG9xh7GKQp5-W-_NV9tS7Z2Ne&usp=sharing

 

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Un ringraziamento particolare a tutti i lavoratori (personale sanitario, lavoratori impegnati nella filiera alimentare e nella raccolta dei rifiuti, vigili urbani e forze dell’ordine, ecc.) che stanno garantendo i servizi essenziali, lavoratori cui devono essere sempre assicurati tutti i dispositivi di sicurezza.

Purtroppo, anche ai Castelli Romani si stanno verificando decine di casi di positività tra il personale medico, a causa della mancanza o della inidoneità dei dispositivi di sicurezza.

La categoria di lavoratori più colpita è quella degli operatori sanitari: nelle case di cura San Raffaele di Rocca di Papa e di Montecompatri sono risultati positivi 50 operatori sanitari, più altri 10 operatori sanitari nella ASL RM6 e altri casi all’INI di Grottaferrata e a Villa delle Querce a Nemi.

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Va organizzata anche nei Castelli Romani la fase 2 della ripartenza, avendo cura di garantire per tutti i lavoratori il distanziamento e la dotazione di tutti i dispositivi di sicurezza (mascherine, guanti, disinfettante e altro) e che le misure di distanziamento sociale siano rispettate.

Una misura molto importante che i Sindaci dei Castelli Romani e Litoranea dovrebbero applicare da subito è quella relativa alla obbligatorietà dell’uso della mascherina in luoghi pubblici, evitando in questo modo che un soggetto positivo asintomatico possa contagiare altri cittadini. Sarebbe una forma di rispetto verso gli altri. Dobbiamo imparare dalla Corea del Sud, paese che ha vinto la guerra contro la diffusione del coronavirus: i cittadini indossano la mascherina anche se hanno un semplice raffreddore come forma di rispetto verso gli altri.

Sul piano economico i piccoli commercianti, gli artigiani e i professionisti che non possono lavorare a causa della pandemia sono strangolati dal pagamento dei canoni di locazione dei locali per lo svolgimento dell’attività. In questa situazione di emergenza sanitaria, va immediatamente predisposta una norma per cancellare il pagamento dei canoni di locazione ai commercianti, agli artigiani e ai professionisti per tutto il periodo di emergenza sanitaria. Deve essere difeso il sistema produttivo delle nostre città, tagliando i profitti delle rendite immobiliari improduttive. È una piccola e necessaria patrimoniale per difendere il sistema delle piccole imprese (piccoli commercianti ed artigiani) e delle attività professionali.

Dopo anni di saccheggio della sanità pubblica, anni di tagli pesantissimi a favore di quella privata, il Partito Comunista chiede un forte potenziamento della sanità pubblica e l’immediata stabilizzazione dei lavoratori precari della sanità, i “nostri eroi” che stanno combattendo nella trincea degli ospedali contro il coronavirus.

Questa emergenza coronavirus ci insegna che dobbiamo riconquistare due diritti fondamentali: la Sanità Pubblica e il Lavoro Stabile.

Nella fase 2 vanno immediatamente riprese nella ASL RM6 tutte le attività ambulatoriali (analisi, visite e prestazioni) in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, ad oggi sospese per l’emergenza sanitaria. In particolare, è inspiegabile ed ignobile la scelta di limitare le attività di analisi ai soli casi di urgenza, costringendo migliaia di cittadini a rivolgersi a pagamento ai laboratori di analisi privati. Stiamo cercando in tutta la letteratura internazionale il motivo per cui il coronavirus si diffonderebbe nei laboratori di analisi della ASL RM6, mentre lascerebbe immuni i lavoratori di analisi dei privati.

Nella ripresa delle attività ambulatoriali (analisi, visite e prestazioni) in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale andrà posta la massima attenzione alle misure precauzionali di distanziamento sociale e alla fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza per tutelare la salute degli operatori sanitari e dei pazienti.

Per tali motivi, il Partito Comunista dei Castelli Romani rilancia la proposta di riaprire l’ospedale di Albano.

E’ indegno che in una fase di emergenza sanitaria per la pandemia da coronavirus la ASL RM6 tenga spazi importanti chiusi e concentri tutte le attività ambulatoriali in strutture di dimensioni più ridotte con il rischio, nella fase 2, di scatenare e diffondere nuovamente il coronavirus.

 

 

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