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Ecosistema Scuola, l’indagine di Legambiente sulla qualità dell’Edilizia Scolastica nei capoluoghi

Ecosistema Scuola, l’indagine di Legambiente sulla qualità dell’Edilizia Scolastica nei capoluoghi
Marzo 11
07:46 2021

Ecosistema Scuola, l’indagine di Legambiente sulla qualità dell’Edilizia Scolastica nei capoluoghi. Nel Lazio dati di Frosinone, Latina e Rieti; Roma fornisce dati incompleti

Il 64 % degli edifici scolastici mappati nel Lazio non ha un certificato collaudo statico, il 65,6 % non ha certificato di agibilità, il 55,8 % non ha un certificato di prevenzione incendi, solo il 44% ha edifici con impianti per lo sport

Legambiente presenta oggi Ecosistema Scuola 2021 (dati 2019), nel Lazio i dati sono stati forniti dai Comuni di Latina, Frosinone e Rieti. Il comune di Roma invia dati incompleti e Viterbo non risponde.
Su un campione di 1.012 edifici, frequentati da 259.608 studenti, risulta che il 64% degli edifici scolastici mappati nel Lazio non ha un certificato collaudo statico, il 65,6% non ha certificato di agibilità, il 55,8 % non ha un certificato di prevenzione incendi. Tutte le scuole ricadono in zona sismica 2 ma solo il 31,2 % è stato progettato o adeguato alla normativa antisismica

Seppure le indagini diagnostiche dei solai risultino fondamentali per prevenire fenomeni di crollo che possono rappresentare un pericolo per la sicurezza di studenti, docenti e personale scolastico, gli edifici in cui risultano effettuate negli ultimi 5 anni sono il 45,6%, interventi di messa in sicurezza dei solai vi sono stati sul 6,4%.  

Rieti è la città che ha svolto le indagini diagnostiche dei solai in tutti gli edifici scolastici. 
Soltanto nel 16,9 % degli edifici analizzati sono stati realizzati interventi per l’efficientamento energetico e tali interventi hanno riguardato, per lo più, l’installazione di caldaie a condensazione, la sostituzione di vetri e serramenti, l’isolamento delle coperture e/o delle pareti esterne, l’installazione di impianti di energia rinnovabile. Il 47,3 %  degli edifici ricade in classe energetica C, G e F.
Solo il 44% ha edifici con impianti per lo sport, questo questo comporta che su una popolazione scolastica di 259.608 oltre 145.380 studenti non hanno la possibilità di praticare attività sportive nella propria scuola. Non è presente nessun servizio di pre-scuola o post scuola e iniziative per under 14. Le amministrazioni non hanno investito minimamente in progetti per migliore la qualità dell’aria: non c’è nessun percorso pedibus o bicibus. Per quanto riguarda la sicurezza nelle aree antistanti le scuole troviamo edifici con: aree di sosta per le auto solo nel 24,%; attraversamenti pedonali (34,4%); semafori pedonali (4,0%); piste ciclabili (6,4%); transenne parapedonali (0,8%). 

“I numeri di Ecosistema Scuola non sono di certo confortanti, e raccontano chiaramente che è arrivato il momento di riqualificare gli edifici, ma non solo strutturalmente – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – bisogna porre la scuola al centro della comunità e dei territori, in modo da offrire anche servizi come pre scuola, post scuola alle famiglie che lavorano. Continua invece ad essere indecoroso che dalla Capitale non arrivino dati sufficienti per avere il quadro della situazione su oltre mille edifici scolastici di Roma: forse non sarà questo tema prioritario per il Campidoglio, di certo lo è per centinaia di migliaia di studenti, per l’intero corpo docente e per tutto il tessuto sociale della città”. La Capitale infatti, per il quinto anno consecutivo, invia dati totalmente incompleti.

“Per una migliore qualità degli edifici scolastici, occorre innanzitutto mappare i bisogni attraverso lo strumento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica – commenta Maria Domenica Boiano direttrice di Legambiente Lazio -, programmare gli interventi secondo una scala di priorità a partire dall’efficientamento energetico e dalla messa in sicurezza, sostenere le strutture tecniche delle amministrazioni che sono più indietro nel reperimento dei fondi e nella capacità progettuale, semplificare le linee di finanziamento, il loro accesso e la loro gestione per ridurre il divario esistente tra i progetti finanziati e quelli conclusi e conseguentemente, tra gli importi stanziati e quelli rimborsati agli enti locali”. 

 

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