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In queste poche parole può essere riassunta la partecipata assemblea pubblica, organizzata dal Coordinamento contro l’inceneritore, svoltasi il 2 febbraio nella sala consiliare di Palazzo Savelli di Albano Laziale. Presenti oltre alle forze e associazioni che si battono contro l’inceneritore anche molti cittadini preoccupati per le ricadute sull’assetto sociale e della salute che imporrebbe la costruzione dell’inceneritore e al tempo stesso timorosi di essere vicini ad una condizione simile a quella della Campania con cumuli di rifiuti nelle strade.
Il dibattito nell’assemblea si è sviluppato alternandosi tra interventi “Tecnici”, “Politici” e di semplici “Cittadini”. Non sono mancati interventi di solidarietà del comitato contro la Turbogas di Aprilia e del movimento No Fly di Ciampino.
Una relazione tecnica ha affrontato il tema di cosa sia l’inceneritore e di quali siano i suoi risvolti in termini di degrado del territorio e inefficacia nella sua funzione primaria di smaltimento dei rifiuti. E’ emerso come la costruzione degli impianti di incenerimento sia funzionale solo all’arricchimento di chi li realizza con una privatizzazione dei profitti e una socializzazione delle spese in termini di costi ambientali e sociali. Enrico Fontana, capogruppo del gruppo federato “la sinistra, l’arcobaleno” della regione Lazio, gruppo formato dai Verdi, Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica e i Comunisti Italiani, ha preso la parola per affermare come la Sinistra regionale sia da tempo impegnata per impedire la costruzione di nuovi inceneritori e come sia necessario che il problema dei rifiuti sia affrontato a partire dagli inceneritori attualmente in funzione nel Lazio facendoli funzionare con i rifiuti prodotti nel Lazio realizzando finalmente le isole ecologiche e gli impianti di produzione di CDR. Molti interventi hanno fatto riferimento all’insostenibilità dell’inceneritore per il territorio a causa dell’enorme necessità di acqua che questi prevede per il suo funzionamento, in un territorio ormai in crisi idrica endemica, e perché il progetto prevede che l’inceneritore funzioni alimentato dal Carbon Cook, con conseguenziale spargimento di fumi e inquinamento di un territorio, dove tra l’altro si producono vini DOC. Il Sig. Fabio Musumeci dell’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti faceva rilevare come ci fossero discrepanze tra il progetto presentato circa due anni fa alla certificazione di impatto ambientale e quello che oggi si vorrebbe realizzare evidenziando che a fronte di un raddoppio delle potenzialità dell’impianto, 52 MW, è stato ripresentato il vecchio progetto che prevedeva un totale di 20 MW. L’Inceneritore oltretutto è basato su una tecnologia che ha dato buoni risultati in piccoli impianti alimentati con biomasse mentre ha riservato notevoli problemi in impianti più grandi alimentati con i rifiuti come hanno mostrato le esperienza di Karlsruhe in Germania ed a Verbania.
Il Consigliere Circoscrizionale di Albano Centro Bizzoni Marco è intervenuto stimolando la sinistra a stanare sia il Sindaco Mattei, che aspetta che altri decidano per riservare le colpe a questi ed i meriti a se stesso, ma anche gli altri sindaci del comprensorio i quali, irresponsabilmente, sembrano non aver nulla da dire in proposito di una vicenda che coinvolgerà negativamente anche i loro cittadini e i loro territori. “Primo passo di questa battaglia è quello di chiedere al Sindaco di Albano di avviare immediatamente la raccolta differenziata visto che questa amministrazione ha una società, la Volsca, a cui ha conferito direttamente il servizio di raccolta dei rifiuti.”
La conclusione dell’assemblea ha visto l’Assessore regionale Zaratti portare le prove dell’inutilità dell’inceneritore se questi dovesse essere realizzato per il territorio e, quindi, svelare come nella realtà la costruzione di quell’inceneritore sia richiesto dai poteri forti per risolvere lo smaltimento dei rifiuti prodotti da Roma senza che questa faccia nessuno sforzo di realizzare il riciclaggio o il recupero. Infine l’assessore ha stimolato i cittadini ad essere presenti nella battaglia su questi temi perché questa presenza dà forza anche ai rappresentanti della sinistra nel portare avanti le battaglie nelle istituzioni.