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Un “reverendo” nero e la sua chierichetta, una tastiera come altare ed una chitarra come organo lirico.
Un mix di tamburi inventati alla meno peggio e una serie infinita di effetti per trasformare completamente il suono degli strumenti.
Inquietanti voci in riverbero che sembrano salire  che dai microfoni verso le casse, quasi bussando dalle porte del purgatorio.

Questo il progetto “Father Murphy”, nome ripreso da una delle tante fantasie dell’ormai scomparso scrittore americano William Bourroghs, ovvero un duo, un compagno ed una compagna che, gravitando tra Verona e Treviso, da qualche anno rivoluzionano le antiche atmosfere dark degli anni passati per darne nuova luce, o per meglio dire, un nuovo fuoco fatuo.
Atmosfere ossianiche hanno attraversato le oscure stanze del circolo arci Dal Verme del Pigneto nella notte, per recuperare – tirandole fuori da una sorta d’invocazione spiritica in musica –  lontani echi di chi grida “dall’altra parte dello specchio”.
È questo il tratto saliente e favoleggiato del sound della band, ovvero al secolo, Federico il Reverendo e Chiara Lee, coppia che dal 2003 si è fermamente dedicata a questo progetto – alla continua ricerca dell’evoluzioni musicali di uno stile trascurato negli ultimi anni dai circuiti musicali europei piu popolari – nella profonda ricerca di una strada interiore: tra la scoperta usuale del fallimento delle cose e l’esasperata via della rinascita. Chiara Lee infatti racconta: «i nostri testi sono particolarmente legati a queste filosofie e oggi, dopo diversi album realizzati, ci concentriamo particolarmente sul nostro ultimo lavoro: un ep, Pain is on our side now, in uscita per la per Boring Machine di Treviso» e che – come il precedente album del 2012 – contiene le tracce dello spettacolo a cui ha assistito il pubblico romano nella notte di lunedi 20 gennaio.
Il genere musicale che caratterizza il duo dark italiano è molto affermato sia in Europa sia negli States e Father Murphy è accuratissimo nella ricerca di sonorità abissali che si traducono nel tramutare di una chitarra che riproduce toni bassi e si fa percussiva; la tastiera assume una forza gravitante nel puro sperimentale sonoro; la tecnica vocale dei due, che a turno o insieme narrano, gridano, ululano o ritornano in delizose armonie, è il frutto d’una ricerca accurata e d’una diversa e particolare sensibilità artistica.
Notti inquietanti dunque per il Pigneto della capitale, sempre sensibile a tutte le nuove tendenze sonore presenti sul territorio. Il corcerto del 20 gennaio è stato aperto dalle elucubrazioni digitali del dubber Pongracz Kalman, da Budapest, che ha regalato una performance con la sua “Dream voice”, tra nuvole elettroniche e rumori noise.
I Father Murphy sono anche nel web: su facebook (“Reverend Murphy”) e nel loro sito ufficiale: http://fathermurphy.bandcamp.com/yum.