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Il supermarket dell’antica Roma: i Mercati traianei

Il supermarket dell’antica Roma: i Mercati traianei
Aprile 11
02:00 2008

Colpisce davvero molto il visitatore il fatto che i Romani del I sec. d.C. avessero elaborato una concezione modernissima del commercio, tanto che i Mercati traianei si possono di certo paragonare per funzionalità e dimensione agli enormi supermercati sorti nel mondo quasi due millenni dopo. L’imperatore Traiano, nativo della Spagna, realizzò, tramite il suo architetto e ingegnere militare Apollodoro, l’idea dei mercati coperti su scala architettonica monumentale, un’idea, questa, all’altezza di un impero che, proprio con il suo potere (98-117), raggiunse i massimi fastigi. I Mercati traianei facevano parte di un eccezionale piano urbanistico ideato da Apollodoro, che comprendeva anche il Foro Traiano, la Basilica detta Ulpia, un tempio (dedicato poi dall’imperatore Adriano a Traiano) e due edifici per biblioteche (una greca e una latina) in mezzo ai quali sorgeva la colonna istoriata con diverse scene delle guerre daciche condotte da Traiano. Per tale sistemazione urbanistica fu tagliato dapprima il colle Quirinale ottenendone una grandiosa piazza. Poi fu tagliato il declivio dello stesso colle per dargli la forma di una grandiosa esedra circolare, a terrazze, sulla quale fu eretto un complesso architettonico di edifici destinato ad accogliere gran parte del commercio urbano. I Mercati di Traiano contenevano, infatti, una moltitudine di botteghe dislocate su 6 livelli e terminavano, nella parte più alta, con una grande sala coperta a volta circondata da due piani di negozi. Dal Foro, in basso, era possibile raggiungere la parte più alta del complesso di mercati percorrendo la via Biberatica (così chiamata in virtù della presenza di punti di ristoro). Si trattava di un vero e proprio centro polifunzionale, organizzato secondo i criteri moderni del supermercato. Al suo interno, infatti, si trovava persino un punto di cambia valute corrispondente all’attuale sportello bancario. La struttura esterna del complesso di edifici era in mattoni a vista, con decorazioni in terracotta. Le pareti interne erano, invece, ricoperte di marmi, stucchi, sculture e pitture, di stile tipicamente romano. Aria e luce circolavano in abbondanza nei Mercati traianei eretti nell’area più qualificata di Roma, per la presenza non lontana da qui, oltre che del Foro Romano, anche dei Fori successivi: di Cesare, di Augusto, dei Flavi (detto Tempio della Pace) e di Nerva (detto Foro Transitorio). L’imperatore Traiano, chiamato dal Senato optimus princeps, a differenza dei suoi predecessori, arrivò ad una idea grandiosa del commercio e dei mercati, tanto da avvicinarsi all’epoca moderna. Egli volle che le sue orazioni (è famosa quella scritta di Plinio il Giovane nell’anno 100) fossero ripetute nelle città più importanti dell’impero, per contribuire alla pacificazione e rafforzare il legame tra Roma e le province. E non c’è dubbio che più forte fosse questo legame, più i commerci con le province erano destinati a svilupparsi. I Mercati traianei sono anche un magnifico esempio di architettura tipica romana, qualificata da tre temi: l’utilità, la bellezza esteriore e la robustezza. L’architettura doveva essere utile rispetto ai problemi più urgenti da affrontare. In quanto capitale di un immenso impero, Roma era in continua espansione per il continuo affluire di gente eterogenea proveniente dalle diverse province. L’architettura doveva essere bella per dare a Roma l’immagine di una città monumentale, rappresentativa e di prestigio. Infine, l’architettura doveva essere robusta per rispondere al bisogno di far durare nel tempo le opere pubbliche, e questo elemento era fornito senz’altro dalla tecnica costruttiva romana. Il suo principio di fondo era la curva, che caratterizzò tanto la costruzione edilizia che la composizione urbanistica. La curva fu, ad esempio, alla base dell’abside del tempio e dell’esedra (portico all’aperto). Una tecnica, quella della curva, che era di origine orientale, come orientale era pure l’architetto Apollodoro, nativo di Damasco. Nella società romana, dove la funzione dell’architetto era considerata essenziale, oltre che privilegiata rispetto a quella di scultori e pittori, per i loro piani urbanistici gli imperatori si sceglievano un architetto personale. Traiano per il suo piano urbanistico scelse Apollodoro, la cui opera si può oggi ancora ammirare scendendo lungo via Nazionale, all’inizio di via IV novembre, dove si trova il magnifico complesso di antichi edifici, un tempo Mercati traianei, utilizzati spesso per ospitare interessanti mostre. In questi giorni sono esposte le opere in pietra e in bronzo dello scultore giapponese Kan Yasuda, tanto apprezzate nel mondo.

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