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Si è tenuta in data 12/04/2019 presso “Villa del Cardinale” in località Rocca di Papa la “Giornata sulla tutela e valorizzazione delle risorse idriche dei Castelli Romani”. A fare gli onori di casa il Parco regionale dei Castelli Romani e la partecipazione della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma Capitale, del Parco dell’Appia Antica, del Consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano, del CNA Roma Castelli e alcune aziende del settore agricolo. Il Parco visto come vincolo, tutela, motore di sviluppo, protagonista delle trasformazioni che avvengono nel territorio orientandole verso le “buone pratiche”, il cui indirizzo politico è incentrato sulla sostenibilità, tutela dell’ambiente, innovazione e valorizzazione delle tradizioni, aperto e veicolo d’idee. Se i Parchi sono in difficoltà, è altrettanto vero che hanno in sé una potenzialità per la valorizzazione del territorio, del turismo e per un’economia a sviluppo sostenibile. Dal filosofo presocratico Talete per il quale “l’acqua è la sostanza da cui traggono origine tutte le cose”, al fatto che l’acqua è la risorsa più abbondante presente sulla Terra, per approdare a un’azione diretta alla sua tutela dall’inquinamento e della “rete idrogeologica” che si presenta difficoltosa perché affidata a soggetti differenti e a una normativa complessa. Non si è tralasciata la “Carta Europea dell’acqua”, le cui prime parole affermano che “Non c’è vita senza acqua. L’acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle, controllarle, e se possibile, accrescerle. Alterare la qualità dell’ acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono.[…]”, Il concetto di bacino idrografico, l’utilità dei Contratti di Fiume perché mettono in relazione diversi soggetti non solo istituzionali ma anche del territorio e della funzione dei Consorzi di Bonifica. Indicata l’azione del Parco che si sviluppa in diversi settori: agricolo, turismo (es. creazione di piste ciclabili), tecnologico (es. imbarcazioni elettriche sostenibili), cammino naturale, ecc. Un’ analisi dei Colli Albani ha evidenziato che hanno una predisposizione per la raccolta di acqua, esistono più falde sovrapposte dove quella di Albano è più profonda rispetto a quella del lago di Nemi e l’area del bacino della Doganella ha una funzione rilevante per la ricarica dell’acqua. La funzione di ricarica delle precipitazioni, dove una buona percentuale evapora e una parte minore è infiltrazione delle acque dolci ma che, per via dei cambiamenti climatici, sono meno abbondanti e le piogge concentrate creano difficoltà nella penetrazione dell’acqua nella falda acquifera. Come attuare l’economia circolare compiutamente? Si devono utilizzare fonti rinnovabili, riuso, riciclo, condividere prodotti e mezzi e allungare il fine vita del prodotto. Per quanto riguarda il problema della dispersione idrica per via delle strutture carenti, si è esposto il modello ciclico: prevenzione inquinamento alle fonti, raccolta acque reflue a valle, riciclo dei reflui, recupero dei sottoprodotti. Oltre all’aspetto etico, la pratica passa per una sensibilizzazione e all’incentivazione delle imprese al riuso, dove esso può costituire le “materie prime” di operatori come per es. in campo agricolo per l’utilizzo di biogas (es. per i trattori) o dei polifenoli (es. per la cosmesi). L’acqua è pubblica e bene comune. Il clima sembra dare segni di cambiamento. E noi? Forse è ora di impegnarci un po’ di più.