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L’ACQUARELLO SULLE VIE DEL GRAND TOUR

L’ACQUARELLO SULLE VIE DEL GRAND TOUR
Giugno 23
08:01 2023

Si è tenuto presso Villa Falconieri (Frascati), l’evento “L’acquarello sulle vie del Grand Tour” che ha visto la presenza di pittori da tutto il mondo (tecnica acquarello) e un ciclo di conferenze sul Grand Tour. “Il Viaggio in Italia da Goethe al Grand Tour” e “Roma e la Campagna Romana”. I giovani aristocratici si recavano in Italia per studiare ma prima ancora pellegrini, mercanti, crociati. Nel rinascimento si inizia a viaggiare in Italia per apprendere l’arte, nel seicento per apprendere anche la politica pontificia, nel ‘700 con gli scavi di Ercolano e Pompei, l’attività del Winckelmann, si ha un incremento del viaggio in Italia e inizia il concetto di Grand Tour nato per una guida d’Italia per viaggiatori. Nasce in questo secolo anche la figura dell’antiquario in Inghilterra (reperti anche di Gabii) e non solo viaggiatori uomini ma anche “intrepidi viaggiatrici”. Poi la prima agenzia di viaggio nasce nell’800 in Inghilterra. A causa della rivoluzione francese e le guerre napoleoniche si ha un arresto del viaggio.  In riferimento al viaggio, era lento e lungo, più monete italiche (tanti Stati italiani) e Goethe che si lamenta delle truffe sul cambio di valuta e della sporcizia ma ha anche contribuito a mitizzare e idealizzare l’Italia (arcadia greco-romana). Jefferson affermava che per apprendere la classicità occorreva recarsi a Roma. Il Gregorovius affermava che Roma va visitata al chiaro di luna per il pathos. Inoltre, nell’Ottocento viaggiare era pericoloso per via dei briganti e le carrozze spesso si rompevano e si doveva procedere a piedi. Chi arrivava nei luoghi di ricezione a Roma presso Piazza di Spagna o Piazza Navona si trovava poi chi offriva loro servigi, oggettistica, etc. L’Italia era percepita come un immenso deposito di tesori da portare in patria (dipinti, stampe, libri, rilievi di marmi antichi, etc.). Comunque, chi tornava in patria portava con sé una conoscenza dell’arte e dell’architettura. Contribuì il Grand Tour all’arte neoclassica, allo stile pompeiano in U.S.A (Jefferson realizzò diverse opere architettoniche), Inghilterra e il contesto di un ambiente arcadico.

Il ritratto tipico da Grand Tour vede il personaggio del Grand Tour tra le rovine: Goethe, Keats, Shelley sono i personaggi tipici del Grand Tour. Tanti gli artisti e i viaggi compiuti. In riferimento a Roma e alla Campagna Romana, sono stati raffigurati anche monumenti reali e fantastici o reali ma siti in posti differenti e riuniti nel dipinto che può contenere anche la vita popolare (capriccio). Le vedute, i ritratti dei pittori avevano molto successo in Italia e venivano realizzati anche i notturni comprensivi di natura suggestiva e architettura. In definitiva, gli artisti ricevevano ma anche davano a livello di tecnica all’Italia e dipingevano sia a olio che ad acquarello. Nel 1875 nasce a Roma la Società italiana degli acquerellisti (le prime associazioni nascono in Inghilterra), poi c’è la pittura di genere che raffigura osterie, balli (es. il saltarello che si accompagnava con il tamburello ed era il ballo tipico dei contadini dell’Agro), contadini, etc, ossia usi e costumi di un luogo. Erano raffigurate spesso le tipiche case di paglia dell’Agro Romano e qualche rudere. Le paludi pontine erano luoghi insani dove si prendeva facilmente la malaria e solo nelle zone non paludose si coltivava la terra. Inoltre, tali zone erano piene di briganti e i personaggi del Grand Tour dovevano attraversarle se volevano recarsi a Napoli. Non solo tedeschi, inglesi, francesi, danesi, etc. ma anche americani e russi erano i personaggi del Grand Tour. Spesso veniva raffigurato il carnevale romano che iniziava con la corsa dei cavalli berberi da Piazza del Popolo ed era non di meno del carnevale di Venezia. Fu vietato a causa della ressa della folla. Si assisteva dai balconi di Via del Corso al passaggio delle maschere. Ciò che colpiva i pittori era anche la luce, la luminosità tipica italiana che fu raffigurata arrivando a generare il dipinto in maniera anche onirica. A Olevano Romano, dove si costituì un gruppo di artisti danesi, è presente il Museo, ad Ariccia la Locanda Martorelli e a Roma la Casa di Goethe in Via del Corso, la Fondazione Keats e Shelley in Piazza di Spagna e Palazzo Corrodi in Trastevere. Alcuni artisti dipingendo i luoghi di Roma e della Campagna romana hanno precorso una serie di opere successive.

Ringraziata l’Accademia Viviarum Novum per questo evento internazionale, l’Accademia internazionale dell’acquarello, il Collegium Artis con il patrocinio del Comune di Frascati e del Parco Regionale dei Castelli Romani.

 

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