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“Ecco l’apparente “rivoluzione culturale” che Brunetta propone: attraverso una demagogica retorica sugli sprechi, si avvia una campagna di ristrutturazione industriale del settore dello spettacolo che, non dimentichiamolo, in Italia dà lavoro non solo agli intellettuali tanto invisi al Ministro, ma ad oltre duecentomila lavoratori di ogni ordine e grado, dagli artigiani di Cinecittà ai tecnici specializzati.” “Per questo distretto produttivo, di cui dovremmo essere fieri e che spesso il mondo ci invidia, Brunetta ha pronta una ricetta fatta di dequalificazione professionale, aumento ulteriore della precarietà, abbassamento delle garanzie e delle tutele: ecco gli unici effetti concreti che avranno i tagli al FUS determinati dal Governo. Tagli che – precisa Mariani – sono stati revocati solo in parte.” “E’ grave che si compiano operazioni così spregiudicate, mascherate da un’insopportabile populismo: la gente non è con lei, Ministro Brunetta, se pensa di far scendere ulteriormente il già ridicolo 0,3% del PIL che l’Italia investe sulla cultura; non è con lei se pensa di spingere alla fame un settore chiave come la cultura, sempre più investimento per lo sviluppo e certo non spesa improduttiva.” “Assistiamo purtroppo ad un ennesimo atto di quella strategia che punta ad aggredire i luoghi della produzione immateriale, della creazione e della diffusione del sapere: non molto tempo fa un altro Ministro e un importante presentatore televisivo si sono messi in prima linea contro la Facoltà di Scienze delle Comunicazioni; la riforma Gelmini continua a gettare in strada migliaia di insegnanti precari e a dequalificare la scuola pubblica; ora anche Brunetta – conclude Mariani – ha dato il suo contributo.”
Peppe Mariani – Presidente della Commissione Lavoro, Pari Opportunità, Politiche Giovanili e Politiche Sociali
www.peppemariani.it – tel. 0665937932 – 3296140361