Migranti sì, migranti no…
Qualche sera fa, uscendo dal cancello di casa, prendevo la direzione di marcia non intasata sulla via dei Laghi, sfiorando nel percorso una lunga fila di auto bloccate sotto il sole e il caldo; a bordo ignari automobilisti, ai quali andava la mia solidarietà: non sarebbe stata di breve durata la loro sosta, in quanto una protesta degli ospiti stranieri residenti nel centro di accoglienza Mondo Migliore aveva interrotto la circolazione. Tornando dopo diverse ore, il traffico si era dileguato, ma restavano davanti ai cancelli dell’ex Centro di Spiritualità, proprietà degli Oblati di Maria Vergine, una serie di automobili, tra le quali anche quelle delle forze dell’ordine. Poche ore dopo una bomba carta è stata fatta esplodere nella notte davanti ai cancelli della struttura ed è di poco fa, la notizia di un gruppo di cittadini che sta organizzando una protesta e una raccolta firme per far allontanare i migranti dal Mondo Migliore, una volta centro di rinnovamento spirituale, conosciuto a livello internazionale ai tempi del Concilio Vaticano II, fondato da Padre Riccardo Lombardi e Padre Virginio Rotondi.
Nel silenzio che accompagna l’attesa degli eventi, inevitabili le riflessioni e le considerazioni: solo poche parole che vorrebbero cercare di essere imparziali. Purtroppo l’arrivo degli immigrati, se non accompagnato da una vera integrazione, viene visto da una parte e dall’altra come un’invasione e una forzosa domiciliazione, alla quale non tutti riescono ad adattarsi. Le problematiche di una convivenza precaria e non definitiva accompagnate da un disagio di origine che ha causato l’emigrazione, non favoriscono purtroppo, nella maggior parte dei casi, un’accettazione di difficoltà e problematiche di quotidiana amministrazione. In inverno c’era stato il problema di un riscaldamento mal funzionante, in questi giorni pare di una precaria distribuzione idrica, insufficiente agli ospiti del centro, ma anche agli stessi cittadini del territorio che convivono da anni con l’emergenza acqua nei mesi estivi. I migranti spesso, a piedi raggiungono il centro abitato più vicino per piccole compere, sono liberi di farlo, ma non sempre ricevono un’accoglienza favorevole, né talvolta si predispongono a un atteggiamento che possa favorirla. Giovani italiani, finora sempre aperti al dialogo, stupiti si chiedono come mai emergano in loro pregiudizi e intolleranze; altri apertamente dichiarano la loro ostilità ed elencano comportamenti che, se riscontrati in un connazionale sarebbero forse tollerati, ma riferite agli stranieri, diventano indice di devianza e delinquenza.
Come affrontare questa situazione che rischia di degenerare in altro? Mi spiego, non è tanto la questione accoglienza sì – accoglienza no, quanto la crescita di un atteggiamento di rifiuto e di ostilità verso chi non è del nostro territorio, della nostra etnia, del nostro paese, della nostra nazione. L’emergere dell’intolleranza verso gli altri la vera emergenza e chi specula sulla “tratta dei rifugiati” ne è responsabile. L’aiuto, quello vero, non si inventa, né si può pensare che centri di smistamento possano creare vera integrazione. L’aiuto dovrebbe partire dalle origini, aiutando nei territori di provenienza le popolazioni, bloccando i flussi migratori con la creazione di vere condizioni di vita, realizzando con uno sforzo comune la vera realizzazione di aiuti umanitari.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento