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MISURARE IL BENESSERE DI UNA COMUNITA’

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Dicembre 17
19:48 2021

 I concetti di Sviluppo Sostenibile e Indicatori per misurare il progresso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stanno penetrando la società civile e sono entrati a far parte del linguaggio della politica. La Brochure illustrativa di una nota Banca parla di “indicatori chiave e misurazione delle performance in base agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” riferendosi ai 17 SDG dell’Agenda 2030, scrivendo “assecondiamo gli investitori nel loro desiderio di partecipare o aiutare ad accelerare la transizione verso un mondo più sostenibile”, il tutto accompagnato da una bella infografica.

Tante sono le proposte per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per misurare il Benessere di una Comunità, tra queste le due più accreditate sono Agenda 2030 e Progetto BES.
 
Le Nazioni Unite con l’Agenda 2030 propongono un Sistema di Misura basato su 17 Obiettivi (SDG – Sustainable Development Goals) accettato a livello globale e monitorato in Italia dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, è finalizzata all’eliminazione della povertà, alla protezione del pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa. Gli Obiettivi fanno riferimento a diversi domini dello sviluppo sociale ed economico e vengono affrontati attraverso un approccio integrato, finalizzato a realizzare uno sviluppo sostenibile.

ISTAT con il Progetto BES (Benessere Equo e Sostenibile) propone un Sistema di Misura basato su 12 Domini, accettato a livello nazionale e usato dal Governo nel Documento di Economia e Finanza (DEF). BES è un progetto che nasce in ISTAT nel 2010 con l’obiettivo di valutare il progresso di una società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. A tal fine, i tradizionali Indicatori economici, primo fra tutti il PIL, sono stati integrati con misure sulla qualità della vita delle persone e sull’ambiente. L’analisi dettagliata degli Indicatori per ciascuno dei 12 Domini, pubblicata annualmente nel Rapporto ISTAT-BES a partire dal 2013, mira a rendere il Paese maggiormente consapevole dei propri punti di forza e delle difficoltà da superare per migliorare la qualità della vita dei cittadini, ponendo tale concetto alla base delle politiche pubbliche e delle scelte individuali.

Per la “messa a terra” di ognuno dei possibili sistemi di misura, occorre premettere che la selezione degli Indicatori riflette sempre e necessariamente i valori e le priorità di chi li seleziona. È per questo che, per raggiungere una misura condivisa è essenziale affrontare un confronto e un dialogo tra i diversi attori rispetto ad un’idea di sostenibilità che sia accettata dal maggior numero di persone possibile. Del resto solo uno strumento di misurazione frutto di un processo deliberativo ampio e condiviso può ottenere la legittimità che garantisca un suo riconoscimento da parte della società civile.

L’introduzione del concetto di “misura” per la valutazione degli effetti delle diverse politiche costituisce un’importante innovazione culturale che richiede anche la definizione di pratiche appropriate per la condivisione con i cittadini. Lo schema dovrebbe risultare funzionale anche alla possibilità di revisione periodica degli Indicatori scelti, sulla cui importanza è opportuno avviare una riflessione da parte di tutte le componenti sociali.  Velletri 2030 propone da anni il concetto di Misura verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, attraverso Seminari e Pubblicazioni dedicate. Tra queste si citano:

VELLETRI 2030 Misuriamo la Città per uno Sviluppo Urbano Sostenibile – Febbraio 2018

Velletri 2030 Misuriamo la Comunità per uno Sviluppo SostenibileDicembre 2019

Jeffrey Sachs, economista e direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile della Columbia University è intervenuto al webinar “A year in review”. Alla domanda su quanto sia importante oggi trovare metodi diversi dal PIL per stabilire il successo o il fallimento del Paese, Jeffrey Sachs  ha risposto ripercorrendo brevemente l’origine di questo indicatore. “Abbiamo usato il PIL e il PIL pro capite per decenni, ma è un indicatore nato durante la prima guerra mondiale, faceva parte della strategia nazionale e serviva per calcolare quanto gli Stati Uniti potessero spendere e quante risorse potessero mobilitare per il conflitto. E negli anni ’30, durante la Grande Depressione, questi parametri sono stati utilizzati per capire in che modo rivitalizzare l’economia. Ma questi dati permettono di misurare la grandezza dell’economia, non il benessere di una nazione. Negli anni ’70 ci si è accorti che questi indicatori non tenevano conto di fattori come l’inquinamento o la salute.”

“È importante ricordare il paradosso di Easterlin (concetto introdotto nel 1974 da Richard Easterlin, professore di economia all’Università della California): il PIL pro capite può aumentare, ma ciò non è direttamente collegato alla crescita del Benessere dell’individuo. Non solo, il PIL pro capite è una media, potrebbero esserci divari all’interno della popolazione. E non si tiene conto del fatto che il PIL pro capite potrebbe diminuire perché aumenta il tempo dedicato alle attività di svago e di riposo e di conseguenza il benessere. Il PIL non permette di cogliere l’aspettativa di vita alla nascita. Ciò non significa che non sia in assoluto un indicatore da utilizzare, ma che ne servono anche altri, basati sui valori sociali, la morale e l’etica.” ha aggiunto Sachs.

Come sosteneva Aristotele, ha concluso Jeffrey Sachs, “gli individui sono felici se la città, se la comunità è felice. Il Benessere dipende sia da condizioni personali sia sociali, certamente non dipende solo dalla ricchezza. L’uomo è un animale sociale, chi vive isolato è un mostro o un dio, non c’è spazio per l’individualismo assoluto”.

La parola sostenibilità è sulla bocca di tutti ma pochi sanno veramente in cosa consista, solo una minoranza dei cittadini consumatori ha cognizioni sufficientemente chiare del concetto di sostenibilità, mentre la maggioranza di questi la riduce al rischio ambientale, non considerando le dimensioni sociali ed economiche. 

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