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#Nonleggeteilibri – Diventare scomodi a se stessi, antropologia dell’imbarazzo

#Nonleggeteilibri – Diventare scomodi a se stessi, antropologia dell’imbarazzo
Giugno 15
16:45 2022

«Non leggete i libri fateveli raccontare» (Luciano Bianciardi)

(Serena Grizi) Tradire i sentimenti. Rossori, lacrime, imbarazzi. di Franco La Cecla Einaudi ed. 2022 € 12,00 isbn 9788806251123 e-book € 4,99. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/

Franco La Cecla, antropologo e scrittore (Modi bruschiantropologia del maschio, 2010; Restare nel posto sbagliato – Manuale d’intempestività, 2017) conquista la curiosità col suo ultimo saggio: Tradire i sentimenti. Rossori lacrime, imbarazzi, Einaudi 2022. Tutte le manifestazioni che l’uomo occidentale ‘oppone’, d’un tratto, a causa di qualcosa di scatenante, allo scollamento tra ideale e realtà, nel momento in cui ci si accorge di vergognarsi, per esempio, a rappresentarsi in un certo modo davanti alla altrui sofferenza ed altre ‘difficili occasioni’ simili. L’imbarazzo, l’arrossire, il piangere senza controllo in alcuni casi non sottostanno ad alcun ragionamento e dicono di noi molto più di quel che vorremmo dire. Il corpo, soprattutto, attraverso un rossore incontrollato che dal volto scende alle spalle racconta la nostra pudicizia: «Non c’è alcuna interazione in cui i partecipanti non rischiano in qualche misura di essere imbarazzati e profondamente umiliati», scrive citando E. Goffman, e poi: «Insomma il gioco sociale, il teatro della vita quotidiana, è un gioco atroce…» e prosegue con le occasioni d’imbarazzo: Nudità, L’ascensore, Complimenti, Imbarazzarsi per qualcun altro, in brevi fulminanti capitoli che danno anche conto di molteplici studi e letture.

Quando pensiamo di saperne già un bel po’ l’antropologo riprende il posto dello scrittore e sottopone ad addetti ai lavori e profani il significato di pudore in popoli molto lontani, con riferimenti per i quali occorrerebbe leggere una mezza biblioteca per potersi mettere al passo, ma bastevoli per far scattare molte curiosità: l’oscenità in quel di Giava; l’epidemia di koro a Singapore, danno conto anche di molti viaggi dell’autore che ama sempre porsi, quale studioso, all’esterno delle società che osserva senza illudersi di integrarsi in esse come vorrebbe certa antropologia: «Come ci ha insegnato Carlos Fausto, è sciocco pensare che esserci fatti degli “amici sul campo” ci eviti dei guai», così mette l’accento sulla propria deontologia professionale.  Quali sono i tabù sociali che abbiamo eretto come muri invalicabili nella nostra società, e che ci permettono di fruire della nostra socialità così com’è? Perciò, da dove veniamo, di cosa non ci vergogniamo più e, in sostanza, cosa ci fa vergognare oggi, cosa ci imbarazza e come si reagisce per ‘distrarsi’ dal momento.   Siamo gli unici animali che arrossiscono, e la nostra animalità, seppure ben nascosta, ogni tanto oltrepassa la corazza. Eppure l’indecenza, per quanto inopportuna, è pure virtù dei mistici che scardinano ogni convenzione sociale, così le storie di Pao Yü, personaggio del settecentesco romanzo cinese Il sogno della camera rossa o Marco del Cavallo, “l’uomo che ride” del VI secolo.

C’è molta storia dietro ad atteggiamenti e parole che ci sfuggono di mano quindi. L’autore spera d’averci arrecato una piccola molestia, d’averci messo, come si dice, la pulce nell’orecchio, anche in maniera tanto colta, e s’aspetta quasi che il lettore gli chieda conto…di tanto imbarazzo.

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