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9 maggio: Festa dell’Europa, di una nuova Europa da ripensare

Maggio 09
06:58 2017

La festa dell’Europa tradizionalmente celebrata il 9 maggio cade quest’anno in un momento di rinnovato entusiasmo per il risultato filoeuropeo delle elezioni francesi. Sarebbe, pero’, tragico pensare ad uno scampato pericolo e continuare come se il sentimento di ostilita’ alla EU non esistesse. Ignorare che anche in Italia molta gente pensa e produce teorie sul passaggio graduale dall’euro ad una nuova lira non sarebbe da politici che colgono i segni del nuovo/vecchio che avanza.

Per quanto riguarda l’aspetto linguistico-culturale che piu’ interessa quanti ragionano sul futuro di questa Europa, che non riesce a trattare i cittadini in maniera equa e continua a discriminare i deboli (se tu sei bulgaro, devi parlare inglese, francese o tedesco, se vuoi avere rapporti con Bruxelles), una cosa di grosso impatto mediatico e’ avventua il 5 maggio scorso a Firenze. “Ho sempre il dubbio se parlare inglese o francese, ma ho fatto la mia scelta. Esporrò il mio discorso in francese perché lentamente ma concretamente l’inglese sta perdendo la sua importanza”. Il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker ha cominciato così, con una battuta linguistica, il suo discorso alla platea dello State Of The Union, assise annuale dell’Istituto Universitario Europe di Firenze. Juncker, che ha giustificato la sua scelta anche per l’imminente ballottaggio per le presidenziali, ha quindi proceduto a esporre per intero il suo discorso in francese, applaudito dai presenti.

Ma non solo i presenti hanno applaudito. Anche i sostenitori della lingua internazionale neutrale, l’esperanto, hanno gioito, perche’ vi hanno visto un segno di indebolimento dell’inglese in Europa, che e’ sempre stato l’ostacolo incredibilmente forte, che ha impedito anche solo di iniziare un discorso serio a Bruxelles sull’uguaglianza lingusitica dei cittadini della EU, che pure e’ scritta a chiare lettere nei trattati stipulati dai padri fondatori. Ma si sa che i padri fondatori vanno bene per discorsi celebrativi ma non vanno presi sul serio, quando affermano valori, che la pratica ignora.

Molti osservatori hanno visto nell’episodio citato molte cose. Da una parte sicuramente c’e’ la voglia di dare fastidio a Teresa May durante la campagna elettorale nel Regno Unito, dall’altra forse una rivincita del francese, costantemente umiliato a Bruxelles, sull’inglese, la lingua dei forti.

Comunque al di la’ della sincerita’ di Juncker e delle sue reali intenzioni, resta il fatto che la festa dell’Europa e’ una occasione buona per incominciare a ripensare una Europa piu’ solidale, piu’ amica degli europei deboli, piu’ pronta a trattare tutti i suoi cittadini, dai tedeschi ai bulgari, in maniera non discriminatoria. Se tutto questo avverra’ i fremiti nazionalistici ed antieuropei di questi ultimi anni porteranno ad una Europa migliore, un’Europa in cui anche i valori della lingua internazionale esperanto avranno cittadinanza e applicazione.
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Esperanto Italia – FEI

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