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Le nano-biotecnologie 6/9: Sanità Pubblica, Sicurezza, Protezione dell’Ambiente e dei Consumatori

Le nano-biotecnologie 6/9: Sanità Pubblica, Sicurezza, Protezione dell’Ambiente e dei Consumatori
Settembre 13
08:32 2012

nanotecnologiePremesso che non è giustificato esaminare ‘globalmente’ il ‘rischio delle nano-biotecnologie’ quasi fossero una categoria omogenea, appare tuttavia evidente che le informazioni sugli effetti esercitati sulla materia vivente, cellule, tessuti; organi e organismi dai singoli tipi di dispositivi nano-tecnologici sono ancora fortemente carenti.

Tutte le applicazioni e gli usi delle Nano-particelle & Nano-tecnologie (N&N) devono rispettare l’elevato livello di sanità pubblica, di sicurezza, e protezione dei consumatori, dei lavoratori e dell’ambiente previsto dalle norme comunitarie. La presenza sul mercato di prodotti basati sulle N&N è in continuo aumento, favorita anche dal commercio elettronico, soggetto a meno controlli. Nella società contemporanea prevale la caratteristica (messa in evidenza anche dal Parere del principio di precauzione; 2004) della ‘accettazione del rischio’; rischio che dovrebbe comunque essere fortemente controllato oltre che dai tradizionali criteri e metodi della sperimentazione di base e, previa alle applicazioni biologiche e cliniche, anche da fattori educativi, monitoraggio di parametri sensibili, attribuzioni di responsabilità ai singoli, visione preventiva e non meramente repressiva dell’Autorità di controllo ecc.. Considerando che le particelle più piccole possiedono una superficie (re)attiva più ampia per unità di massa rispetto a quelle di dimensioni maggiori, la tossicità e i potenziali effetti sulla salute potrebbero aumentare. Il potenziale impatto delle nano-particelle sulla salute umana e sull’ambiente desta pertanto una certa preoccupazione. Troppo poco si conosce ancora sulla dinamica biologica fra organismo ed ‘ospite’ per consentire attendibili previsioni sulla reazione organica all’impiego di micro/nano-strutture artificiali proposte nel campo della medicina: ci si basa su ragionamenti per analogia, che restano episodiche e frammentarie a livello molecolare delle micro-particelle prodotte attualmente dalla società industriale e disversate nella biosfera. La valutazione dei rischi per quanto riguarda la salute umana, l’ambiente, i consumatori e i lavoratori dovrebbe essere integrata in modo responsabile in tutte le fasi del ciclo di vita della tecnologia, dalla progettazione, attraverso la Ricerca e Sviluppo (R&S), la produzione, distribuzione e l’utilizzo fino allo smaltimento o al riciclaggio. Occorrerebbe:
– effettuare adeguate valutazioni dei rischi ex ante ed elaborare in anticipo procedure di gestione dei rischi, prima di avviare, ad esempio, la produzione di massa di nano-materiali artificiali;
– incentrare l’attenzione sui prodotti che sono già sul mercato o stanno per esservi immessi, come i prodotti per la casa, i cosmetici, i pesticidi, i materiali destinati al contatto con i prodotti alimentari e i prodotti e i dispositivi medici.
Il piano d’azione europeo per l’ambiente e la salute 2004-2010 e la strategia comunitaria per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro costituiscono la base per eventuali iniziative future.
Nella valutazione dei rischi associati alle nano-particelle, solo alcuni test convenzionali di tossicità ed eco-tossicità si sono rivelati utili, tenendo conto del fatto che, allo stato attuale, non sono disponibili dati scientifici in grado di identificare regole sistematiche sulle proprietà tossicologiche ed eco-tossicologiche dei prodotti delle nano-tecnologie. Gli studi sul comportamento biologico delle nano-particelle e sulla loro accumulazione nel metabolismo umano, nonché sulla loro specifica tossicità, sono ancora pochi; il maggior numero dei dati scientifici disponibili sulle risposte fisiologiche alle nano-particelle riguardano il sistema respiratorio. Poiché l’interazione delle nano-particelle con bio-molecole quali il DNA, il RNA o le proteine cresce con il decrescere della dimensione delle particelle considerate, secondo la SCENIHR, la valutazione del rischio dovrebbe essere effettuata caso per caso, con specifico riferimento alla capacità delle nano-particelle di influire su preesistenti quadri clinici o sull’aumento della predisposizione a determinate malattie. Corollario di quanto affermato è dunque la necessità di fondare i metodi di valutazione dei rischi tossicologici ed eco-tossicologici associati alla diffusione ed alla distribuzione delle nano-particelle su profili diversi dal ‘materiale equivalente’: la corretta valutazione dei rischi potenzialmente derivanti dai prodotti delle nano-tecnologie richiede quindi lo sviluppo di nuove strategie di indagine che tengano conto, anche in itinere, degli utilizzi previsti dei prodotti considerati e degli scenari di esposizione potenziale, sia umani sia ambientali.
Nano-persistenza. Per quanto riguarda le possibili interazioni tra le nano-particelle ed i sistemi viventi, la SCENIHR rileva che, se le nano-particelle interagiscono con i sistemi viventi in ragione delle loro dimensioni e proprietà, non può tuttavia escludersi che anche strutture più grandi (ad esempio i caratteri nano-topografici dei dispositivi medici) possano generare rischi specifici per la salute umana e per l’ambiente. Studi hanno dimostrato che le nano-particelle sono in grado di translocare dal loro punto di accesso nel corpo umano e raggiungere altre parti, compreso sangue e cervello. La portata e il significato di tale translocazione non sono chiari e pochi studi sono stati condotti in proposito; in particolare rimane incerto se le nano-particelle siano in grado di raggiungere il feto, anche se nelle applicazioni mediche che comportano, la somministrazione parenterale di nano-particelle, la distribuzione sistemica appare la più probabile. Allo stato attuale della ricerca, la prova della tossicità per l’uomo dell’esposizione sistemica alle nano-particelle prodotte intenzionalmente è minima: tuttavia, secondo la SCENIHR, le attuali linee guida sulla sperimentazione per l’identificazione e la caratterizzazione del rischio delle sostanze e dei prodotti chimici non richiedono ancora l’identificazione della distribuzione sistemica delle nano-particelle, nonostante l’esistenza di alcuni metodi potenzialmente idonei. Nella considerazione dei rischi specifici derivanti dalle nano-particelle, pertanto, c’è da tenere conto non solo della dimensione, ma anche della forma e della composizione, oltre che la carica di superficie assorbita; ugualmente significativi sono i fenomeni di modifica, aggregazione, dissoluzione o degradazione della superficie delle nano-particelle, da cui può derivare il rilascio di nano-particelle. Posto che le nano-particelle immediatamente solubili in ambiente fisiologico perdono le loro specifiche proprietà, è significativo verificare se esse si dissolvono o meno in molecole nocive. Riguardo alle nano-particelle essenzialmente insolubili, esiste una possibilità di bio-persistenza, derivante dall’esposizione di lungo termine e da specifici effetti associati alle nano-particelle. (segue…)

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