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Note minime sul mondo islamico – 1/2

Aprile 08
13:13 2010

Il Nuovo Mondo nella comune accezione è rappresentato dall’America, quale fu scoperta nel 1492; ma oggi, dopo la strage delle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, si è aperto un confronto drammatico tra di essa, quale emblema della cultura occidentale nel suo insieme, e l’Islam, che è stato sbrigativamente identificato in una sua scheggia impazzita, seppure non priva di inquietante seguito tra le correnti dell’integralismo più acceso presenti al suo interno.
Questa premessa ci sembra indispensabile per introdurre una riflessione necessariamente breve e senza pretesa alcuna di esaustività, sulle origini di una religione che, unitamente all’Ebraismo ed al Cristianesimo, deriva dal comune profeta Abramo, crede in un unico Dio e si ispira a dei precetti morali nei quali i punti di contatto o addirittura di identità fra le tre grandi fedi monoteistiche, sono così numerosi che è fuorviante parlare o scrivere di “scontri di civiltà”, secondo la nota definizione di S. P. Huntington.
Nel corso della storia ci sono stati bensì scontri tra cristiani e cristiani, ebrei e cristiani, cristiani e musulmani; ma più per motivi espansionistici, che per incompatibilità tali da giustificare guerre che si rivelarono tanto più cruente, quanto più giustificate dal richiamo alle rispettive fedi di appartenenza. La differenza più marcata, sotto il profilo strutturale prima che contenutistico, dell’Islam rispetto al Cristianesimo, è data dal fatto che il primo oltre ad essere una religione, è anche una fonte di regole per l’economia, le scienze, le arti, la politica ed il diritto, il quale ultimo rappresenta soltanto la decima parte dei precetti del Corano, testo sacro che Muhammad (570-632 d.C.), (meglio noto come “Maometto”, deformazione del nome ritenuta offensiva da molti musulmani), manifestò di aver ricevuto direttamente da Allah. Il Corano è un codice di principi morali di facile comprensione, ispirato ad un’etica di giustizia di cui sono profondamente permeate le altre due religioni monoteistiche, la quale traspare anche nei dettami minutamente volti a regolare i più vari aspetti della vita sociale ed individuale, contemplati accanto a quelli prioritariamente riguardanti il rapporto fra l’uomo ed Allah. Complemento delle norme coraniche è la Sunna, che è l’insieme dei comportamenti e delle espressioni usate dal Profeta, assunti come modello per i fedeli cui furono trasmessi dapprima oralmente, e successivamente, tra l’870 ed il 915 d.C., per iscritto. Terza fonte normativa è la Igma (peraltro non riconosciuta dagli Sciiti), o consenso popolare, espresso tramite l’accordo tra i Dottori, in quanto rappresentanti qualificati della Comunità circa le questioni religiose; il cui valore cogente trae fondamento dal detto di Muhammad “la mia comunità non si troverà mai d’accordo su di un errore”. Le fonti fin qui per sommi capi citate, sono di derivazione divina immediata (il Corano) o mediata (le altre due), mentre è prettamente umana l’analogia, la cui liceità risulta assai controversa tra le varie scuole dell’universo islamico: le correnti progressiste vi ammettono il ricorso, quando per disciplinare un caso privo di normativa, si richiama quella esistente per un caso simile, ricomprendendovi anche la nuova fattispecie. Quinta ed ultima fonte, anche essa tipicamente umana e quindi non accettata dai tradizionalisti, è la consuetudine, che potremmo noi definire un grimaldello verso la modernità, trattandosi dello strumento più duttile per recepire l’evoluzione del comune sentire e per adattarsi alle specificità dei costumi e delle tradizioni che, naturalmente, variano da un Paese all’altro. Le azioni umane nella religione islamica sono distinte in: obbligatorie, raccomandate, lecite, riprovevoli, vietate. Quelle obbligatorie sono divise, a loro volta ne: 1) la professione esterna della propria fede; 2) la preghiera quotidiana, da recitare 5 volte nella giornata; 3) il digiuno nel mese del Ramadan; 4) l’elemosina; 5) il pellegrinaggio alla Mecca. Assai arduo fu sin dalle origini distinguere tra le regole musulmane, quelle sacre in stretto senso e quelle profane, il che ne segnò la differenza più marcata sotto il profilo strutturale il Cristianesimo medioevale, che malgrado la simbiosi “ambientale” con il diritto romano, si mantenne ben distinto da esso, così come si venne progressivamente ad accentuare la separazione tra l’Impero e la Chiesa. (Continua)

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