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Oh, che bel castello…

Oh, che bel castello…
Giugno 19
22:00 2011

gattaRocca di Papa, uno sguardo verso l’alto del bel centro storico: colpisce quel grigio muraglione di cemento sul quale a Natale ogni anno fiorisce, sovrastando il centro abitato, una luminosa stella cometa visibile in tutta la pianura sottostante e quel luogo vanta un invidiabile punto strategico per godere di un panorama che lascia senza respiro.
Per un lungo periodo al tempo dei nostri nonni, bisnonni e trisavoli proprio su quella sommità sono germogliate storie fantasiose: si mormorava di un essere immateriale pericoloso per i ragazzi che nei secoli scorsi si recavano tra le macerie dei ruderi a farsi un bagno in una pozza d’acqua raccoltasi dove una volta, probabilmente, c’era la cisterna di un vecchio castello; uno stratagemma per impedire che i piccoli potessero farsi male tra quei vecchi sassi abbandonati. Per lungo tempo una nebbia di oscurità e abbandono di ogni rimembranza del passato è calata su questa splendida terrazza della quale solo pochi studiosi esperti conoscevano la storia; sugli abitanti della comunità che in questo luogo ha vissuto, negli ultimi tre secoli, è scesa una polverosa patina di oblio… Facciamo un tuffo nel passato: le prime tracce storiche del Castrum qui dicitur Monte Cabum risalgono al 1044, quando papa Benedetto IX, sotto la protezione dei Conti di Tuscolo, si rifugiò nella fortificazione dopo l’esilio da Roma.
I Conti Tuscolani prima e i Frangipane poi, dominarono la Fortezza che in quel periodo assunse il nome di Roccam de Monte Gavo. Sotto il pontificato di Papa Eugenio III (1145-1152) il castello passò sotto il dominio della Chiesa dalla quale fu governata per quasi tutto il secolo XIII, e in questa occasione compare nei documenti come Castrum Rocce de Papa. La Fortezza subì un primo grave attacco nel 1255 da parte di Roma, e probabilmente già allora apparteneva agli Annibaldi. Fu assediata nel 1328 da Ludovico il Bavaro e una parte dei soldati fu posta a guardia del Castello. Alcuni di loro si legarono stabilmente alle donne del posto e diedero origine ad una prima comunità, quella che si insediò nel quartiere ancora oggi chiamato “bavarese”: un gruppo di Rocchegiani con i capelli rossi e gli occhi chiari, confidenzialmente chiamati in dialetto “i Bavarisielli”.
Nel 1425 gli Annibaldi vendettero la Rocca ai Colonna per diecimila ducati d’oro. Fu nel 1541,in seguito a una controversia con il Papa Paolo III (1533-1549), sulle tasse sul sale e sul focolare non pagati e anzi contestati dai Colonna, che la Fortezza fino ad allora ritenuta invulnerabile per la posizione e le alte mura, venne distrutta con l’artiglieria e capitolò all’assedio di Pier Luigi Farnese. Recuperato dai Colonna dopo alterne vicende, il Castello subì la completa devastazione nel 1577, in seguito ad un violento incendio che distrusse tutto l’abitato. Quanto scritto nei documenti, era stato completamente cancellato dalla coscienza di coloro che ci avevano preceduti al punto che ‘a Fortezza era solo un modo per denominare quella parte alta della Rocca; per lungo tempo è stata utilizzata come cava: tutto il centro storico di Rocca di Papa è stato costruito con il materiale prelevato dai ruderi dell’antico Castello. Si ha testimonianza, tra gli abitanti più anziani del paese, di nonni e bisnonni che ricordavano persone, anche donne, che con le ceste prelevavano, ancora fino agli inizi del secolo scorso, pietre e massi per uso edilizio dalle rovine di quel sito sempre più desolato, confortato solo da una magica visione panoramica che fa rosseggiare il sole sul lontano mare al tramonto.
Nell’ambito delle iniziative per la rivalutazione del territorio volute dall’Amministrazione comunale, con i fondi della Regione Lazio e con la collaborazione scientifica della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio, nel 2008 sono iniziati i lavori di scavo di questo “scrigno”. L’architetto Giancarlo Guzzardi che con l’archeologo Emanuele Nicosia, Ispettore della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio, ha diretto e supervisionato i lavori, spiega che si tratta di un complesso fortificato che comprende tutta la superficie del colle e si sviluppa in un edificio centrale e una cinta muraria difensiva con quattro torri, che ne percorre tutto il perimetro esterno. La torre est è crollata con tutto il tratto di rupe, quella sud è stata oggetto di lavori di cementificazione negli anni passati. Gli ambienti, sovrapponendosi, si estendono su diversi piani, alcuni sotterranei, congiunti da scale e rampe. Gli esperti ipotizzano la presenza di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, ricoveri per i cavalli, una piazza d’armi e una probabile cappella del castello. Sono stati rinvenuti anche frammenti di lastre marmoree con iscrizioni e tufelli utilizzati nella realizzazione di opus reticulatum risalenti all’epoca romana, che fanno ipotizzare su questa splendida sommità l’esistenza di un’area sacra collegata probabilmente all’antico culto di Giove Laziale. Nel 2010 sono ripresi i lavori ed è stata completata parte degli scavi; nuove strutture sono emerse in profondità e si rendono necessari, in futuro, altri provvedimenti per completare i lavori di recupero e per rendere fruibile tale sito archeologico di grande valore. Ad oggi sono stati rinvenuti numerosi reperti di ceramica medievale (vasellame d’uso comune nelle mense tra il 14° e il 16° secolo, con decorazioni araldiche dei Colonna); una spada in ottime condizioni recuperata in quella zona dove gli esperti ipotizzano esserci stata la cappella del Castello, una cotta di maglia di ferro e bronzo (una sorta di “indumento” indossato sotto l’armatura dai cavalieri, che tradisce l’orribile fine di chi per ultimo l’ha indossata), ritrovata nella torre ovest nella quale fa bella mostra una palla in tufo; altri proiettili da catapulta e una palla di cannone in ferro spaccata in due per difetto di fusione.
L’Amministrazione uscente con il Sindaco Pasquale Boccia e la Società Archeogeos di Rocca di Papa hanno presentato un progetto che prevede la creazione di un Parco Culturale: il recupero completo della Fortezza con la creazione di una struttura museale ipotizzata all’interno della Rocca stessa con strutture in vetro o in altri ambienti; l’allestimento di un parco con pannelli esplicativi e video, la creazione di aree di parcheggio, accoglienza e ristoro. Infine dovrebbe essere realizzato un Polo Museale collegato al già esistente Museo di Geofisica finalizzato ad attività di ricerca, mostre, convegni. La creazione di questo parco sarà un ottimo incentivo per incrementare il turismo, il commercio e l’occupazione locale con rievocazioni storiche in costume, riproponendo usi, costumi e tradizioni del territorio. Quale altro migliore modo per squarciare definitivamente la nebbia che per secoli ha avvolto questa splendida nostra Fortezza?

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