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Pasolini e la sua Roma al Palazzo delle Esposizioni

Pasolini e la sua Roma al Palazzo delle Esposizioni
Giugno 19
22:00 2014

21-PasoliniIl 28 gennaio 1950 Pier Paolo Pasolini, partito con un treno dalla stazione di Casarsa insieme alla madre Susanna, arriva a Roma. Ha ventotto anni; è stato rimosso dall’insegnamento nelle scuole pubbliche ed espulso dal partito comunista perché denunciato per atti osceni con adolescenti in occasione della sagra di Ramuscello.

Le sue lettere sono prese dalle difficoltà del presente. Così scrive all’amico Giacinto Spagnoletti: «Non scherzavo parlandoti in modo piuttosto drammatico della mia biografia, sono veramente in mezzo a rovesci e depressioni che non mi danno un momento di serenità da quasi un anno» (Lettere 1940-1954, a cura di Nico Naldini, Einaudi). Pasolini abbandona l’Eden friulano, cattolico e rurale, per la Roma, pagana e orgiastica, e per le sue periferie e borgate.
È da questo momento che prende inizio il percorso della mostra “Pasolini Roma”, un progetto ospitato al Palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio. Gli occhi e la voce dello stesso Pasolini guidano il visitatore nel viaggio, da quel suo arrivo alla stazione Termini nel 1950 alla notte della tragica morte il 2 novembre 1975. Immagini e documenti inediti: i suoi disegni, gli autoritratti, i dipinti e la galleria ideale dei pittori contemporanei da lui descritti in una poesia, Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso. Gli appunti di viaggio e le pagine di diario; le fotografie e i brani tratti dai suoi film e dalle interviste svelano, passo dopo passo, l’incredibile vitalità creativa del Pasolini poeta, scrittore, regista e militante, catapultato in un mondo e in una lingua non suoi, che racconta la sua Roma e la relazione passionale vissuta con questa città, dove la voglia di allontanamento si intreccia al piacere del ritorno, e i sentimenti di amore e attrazione si alternano a quelli di odio e rifiuto. «Roma, cinta dal suo inferno di borgate, è in questi giorni stupenda: la fissità, così disadorna, del calore è quello che ci vuole per avvilire un poco i suoi eccessi, per denunciarla e mostrarla quindi nelle sue forme più alte» (Lettere 1940-1954).
Roma è il punto d’osservazione privilegiato, è la scoperta di un nuovo universo, un campo di studio e di osservazione sulla società italiana, e il teatro delle persecuzioni che Pasolini dovrà subire da parte di ogni genere di potere per la portata rivoluzionaria e radicale delle sue idee.

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