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Poche domande a Mario Monti

Dicembre 29
08:25 2011

Per fortuna che è stata la Fornero a mettersi a piangere per la nuova manovra finanziaria! Pensate voi cosa sarebbe accaduto se fosse stato Mario Monti in persona a mettersi a piangere. La cosa sarebbe apparsa talmente surreale da scatenare il panico sui mercati e chissà fin dove sarebbe volato il famigerato spread! Forse la neoministra Fornero desiderava anticipare il pianto dei cittadini, cercando di interpretare il loro stato d’animo, esprimendo un gesto di solidarietà.

Un gesto, però, che si è rivelato tanto goffo ed improbabile quanto ridicolo e forzato. In verità tutti noi cittadini ci aspettavamo nuovi importanti sacrifici da sopportare per affrontare una situazione diventata ormai critica. Una situazione determinata da almeno una generazione di scelte sbagliate, da una classe politica ottusa ed egoista, dai diktat dell’Europa e da una globalizzazione voluta storicamente proprio da noi occidentali attraverso gli organismi internazionali che contano (FMI, Banca mondiale, WTO, ecc.).

In realtà la crisi globale rivela innanzitutto proprio le contraddizioni e l’ingiustizia dello stesso sistema capitalista mondiale ormai dominato da una speculazione finanziaria arrogante e spregiudicata che mortifica e soffoca l’economia reale a vantaggio di quella fittizia fatta di pezzi di carta. Non possiamo fare a meno di riconoscere una grande dose di ipocrisia nell’impianto della manovra. Infatti Mario Monti aveva esordito affermando che la manovra sarebbe stata ispirata ai criteri fondamentali dell’equità e della crescita. Ma nella manovra non si riscontra né l’una e né l’altra. Invece si riconosce chiaramente l’urgenza di fare cassa con facilità, tanto, presto, con sicurezza e senza guardare in faccia nessuno. Ecco perché sono stati colpiti i ceti medio-bassi, ossia coloro che pagano sempre. Ecco perché sono state colpite le case, giacché queste non possono sfuggire al fisco…Ma era proprio inevitabile colpire i ceti medio-bassi?

Non c’è forse la spada di Damocle sospesa dai partiti i quali da un momento all’altro potrebbero staccare la spina al governo? Si dà il caso che ormai viviamo nell’epoca di internet ed i cittadini hanno la possibilità di smascherare in tempo reale le ingiustizie e le contraddizioni della realtà, diffondendo l’informazione in rete e mobilitandosi dal basso in modo libero e spontaneo. È così che proprio dal basso prorompono alcune domande doverose alle quali il governo non potrà certo sottrarsi se possiede una coscienza come vorrebbe far sembrare la Fornero.

Innanzitutto, come sostengono alcuni quotidiani, è vero o no che è prevista una spesa di circa 15 miliardi di euro (ossia l’equivalente di mezza manovra finanziaria), per l’acquisto dei nuovi cacciabombardieri F13? Perché non iniziare a tagliare queste spese piuttosto che le pensioni dei poveri vecchi? Quanto costerà ancora la missione in Afghanistan? È vero o no che regalando le nuove frequenze generate dal digitale lo stato perderebbe svariati miliardi? È vero o no, come sostengono diversi giornali, che il versamento dell’ICI da parte degli enti ecclesiastici porterebbe un introito allo stato di almeno mezzo miliardo? È vero o no che il 10% dei contribuenti controllerebbe la gran parte del reddito disponibile in Italia? Allora perché non cambiare le aliquote in senso più fortemente progressivo, combattendo anche più efficacemente evasioni ed elusioni varie? E’ vero o no che la contrazione delle spese per le provincie potrebbe essere vanificata dal solito comma opportuno, come afferma il giornalista Sergio Rizzo?

Ora verosimilmente qual cosa di utile il nuovo governo la starà pure facendo, ma ciò che emerge è solo l’impoverimento ulteriore dei ceti medio – bassi. La verità sembra essere che il governo Berlusconi, avendo saggiato la brutta atmosfera all’orizzonte, abbia preferito per tempo lasciare (apparentemente) il posto per far fare il lavoro sporco ad altri, precisamente a dei “tecnici”, formalmente neutrali, così da invogliare magari i cittadini a rimpiangere quella stessa classe politica che ha portato il paese alla rovina. Ma gli interessi dei maggiori partiti continuano a pesare in modo decisivo. Altrimenti non si comprenderebbe perché non è stata neppure presa in considerazione l’ipotesi della “patrimoniale”.

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