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RITRATTI IN CONTROLUCE, 2011 – Con Iacona a lezione di giornalismo

RITRATTI IN CONTROLUCE, 2011 – Con Iacona a lezione di giornalismo
Marzo 21
11:20 2020

ControluceAnno XX N. 5 MAGGIO 2011

Un ritratto che non è il tutto ma l’istantanea di un personaggio
di un momento, di una città, di un’ idea…

…anche in Italia irrompe il nuovo giornalismo che non è più la conferenza stampa ininterrotta dei politici…

 (Serena Grizi) FRASCATIVenerdi 8 aprile Riccardo Iacona ha presentato alle Scuderie Aldobrandini il suo libro L’Italia in presadiretta. Viaggio nel paese abbandonato dalla politica, Chiarelettere, evento organizzato da Alternativ@mente per il ciclo Frascati-Ambiente. Un’idea di tutti i fatti riportati nel libro ce la si può fare leggendolo, l’editore è un editore ‘puro’ occupandosi solo di editare, Iacona con le sue inchieste messe in onda su Rai Tre nel programma Presadiretta non è un professionista che va per fanfaluche. Perciò con lo stesso piglio che gli conosciamo in televisione e quel leggero simpatico dondolamento della testa, ha cominciato a raccontare che per lui scrivere il libro non è stato il solito gadget del personaggio televisivo che ha fatto tutto, pur trovandosi lui nella categoria professionale più giustificata a scrivere, e che lo ha fatto con grande fatica conducendo il programma e preparando la serie di puntate nuove. Il libro, riassumendo, è stato utile per primo a lui stesso per rileggere i fatti accaduti negli ultimi due anni ed accorgersi di quante poche notizie passi l’informazione ufficiale in confronto a tutte quelle che arrivano e che andrebbero raccontate: «Ci sono delle notizie – ha sottolineato Iacona – che non ti puoi permettere di non pubblicare. Il nostro programma, per quanto faccia approfondimento, non riesce a seguire tutto, ma riguardando il lavoro fatto ci si accorge come, per esempio, nei telegiornali, ormai si dia ampio spazio alle notizie leggere tralasciando fatti molto importanti». A questo riguardo, poiché si tratta di attualità dolentissima, cita la faccenda degli sbarchi di richiedenti asilo politico sulle nostre coste nel maggio del 2009, una vera notizia iceberg della quale viene resa visibile all’opinione pubblica solo la punta, e tutto quello che c’è sotto resta sommerso. In questo modo, secondo Iacona, i cittadini, soprattutto coloro che si informano solo attraverso la TV, e ce ne sono molti, non riescono a farsi un’idea precisa di quelli che dovrebbero essere i fatti e non vengono messi in grado di giudicare. Quello che lascia perplesso il giornalista professionista, sono anche molti colleghi, o intere redazioni: una volta era un’onta, bucare la notizia, come si dice in gergo, oggi grandi voragini, vengono lasciate volutamente così, permettendo a chiunque di distorcere a suo piacimento il racconto del reale andamento delle cose. Mentre i sommari di molti programmi di attualità sembrano altrettanti punti di un programma politico, scaturiti da esigenze del vivere comune civile, il dibattito politico assume sempre di più toni bassissimi quando non lascia addirittura il passo a prodotti da propaganda elettorale, di breve respiro. Presadiretta è realizzata con un manipolo di professionisti, 15 circa, e cerca di scavare partendo da un argomento e dalle domande che naturalmente possono presentarsi alla mente di un attento giornalista, ma che poi, spesso, sono anche le stesse che si pone il pubblico che segue le puntate: «Non ho mai pensato di condurre un talk show perché non abbiamo bisogno di alcun politico che venga a raccontarci la realtà dei fatti secondo il suo punto di vista. Vediamo un problema e cominciamo a raccontarlo, senza filtri, la realtà è li e tutti noi abbiamo bisogno di affrontare quei nodi che ci aiutino a costruire una società migliore nell’immediato, nelle cose pratiche, per fare un esempio: in Italia la maggior parte dei cittadini spende per una vita per pagare il mutuo casa impegnando le risorse economiche che avrebbe potuto utilizzare per viaggiare, per formarsi. Nell’ormai lontano dopoguerra si è deciso che noi dobbiamo essere una nazione di proprietari e che il mattone è il migliore degli investimenti possibili, con il risultato di far salire alle stelle gli affitti, proibitivi per i non proprietari, e con l’idea portante che basta costruirsi una palazzina per camparci una vita (come accade in periodi di crisi, l’affittuario alza il prezzo dell’affitto perché magari è la sua entrata principale). La città di Parigi, per esempio, ha ottenuto il diritto di prelazione su tutti gli immobili in vendita in centro: è il comune che acquista e poi affitta a prezzi equi, favorendo il ritorno nel centro storico della classe media, coloro che in centro lavorano (piccoli commercianti, metronotte, etc.). I nostri centri storici, come per es. Milano, invasa da attività produttive e professionali, nel fine settimana diventano centri fantasma… e questo è solo uno dei molti esempi che potrei citare. Così, essere informati, partecipare, cambia le nostre vite, e se nessuno ci coinvolge in una società condivisa coinvolgiamoci da soli». Sembra il colmo che proprio negli anni della rete globale, delle reti sociali condivise, della stampa on-line, molte persone si debbano scoprire disinformate; ma forse occorre ammettere che informazione non significa sovrabbondanza di notizie, ma essere in grado di leggere meglio i fatti che accadono cercando la profonda ragione che li ha prodotti.

 

 

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