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Obama contro Apple e i colossi editoriali

Maggio 19
00:00 2012

La Apple e cinque dei cosiddetti Six Big, cioè «i sei grandi» colossi editoriali americani, sono stati denunciati lo scorso 11 aprile dal ministero della giustizia dell’Amministrazione Obama perché, secondo il governo federale, stavano facendo cartello, cercando di mettere con le spalle al muro la grande libreria online Amazon a danno dei privati cittadini. Amazon vuole che gli e-book (che sono ‘libri’ non più di quanto lo siano le tavolette di cera dell’antica Roma) vengano venduti a meno di 10 dollari l’uno, non essendoci significativo costo di produzione, né di distribuzione. In pratica un e-book, o testo elettronico, se lo può fare chiunque da casa (anche un file di comune videoscrittura o un PDF è un e-book, per intenderci).

Nel caso degli editori, essi prendono i testi dei libri che hanno pubblicato in edizione cartacea e in quattro e quattr’otto ne fanno un e-book. Come è evidenziato in un passo della denuncia del governo americano, che ho avuto modo di leggere integralmente:

«B. E-Books

25. Gli e-book sono libri elettronici in formati digitali. Gli editori degli e-book evitano alcune delle spese dovute alla produzione di libri a stampa, ivi incluse molte spese manifatturiere, di immagazzinaggio, di distribuzione e dei costi relativi al prodotto non venduto.

26. I consumatori comprano gli e-book attraverso siti web di rivenditori di e-book o attraverso programmi installati nei loro apparecchi di lettura. Tale distribuzione elettronica consente ai rivenditori di e-book di evitare certe spese cui vanno incontro quando vendono libri a stampa, incluse molte spese di immagazzinaggio e di distribuzione.

27. Dalla sua modestissima entità del 2007 quando venne lanciato Kindle di Amazon, il mercato di e-book è esploso, registrando un incremento di vendite a tre cifre l’anno. Attualmente gli e-book costituiscono almeno il 10% dei libri generalisti di narrativa e saggistica (comunemente noti come “commerciali”) venduti negli Stati Uniti ed è largamente condivisa la previsione che essi raggiungeranno il 25% delle vendite di libri commerciali nel giro di due o tre anni» (pp. 8-9).

Infatti, nel rapporto dell’aprile 2011 l’Association of American Publishers (l’associazione degli editori statunitensi) aveva registrato un incremento di vendite degli e-book del 202.3% dal febbraio 2010 a quello dell’anno seguente.

I colossi editoriali vogliono che questi pseudo-libri vengano venduti come i libri veri. Hanno cominciato a scriversi e-mail e ad incontrarsi nel cuore di New York per agire contro Amazon, da quanto si apprende dalla denuncia del governo USA. Questi editori, che hanno ormai acquisito il grosso delle case editrici ‘storiche’, avevano fissato tra di loro il prezzo degli e-book a 12.99 e 14.99 dollari l’uno, con la pretesa che Amazon li vendesse a quel prezzo e minacciandolo di non rinnovare il contratto in scadenza. La contromossa di Amazon è stata quella di cancellare tutti i titoli di uno di questi gruppi editoriali dal proprio portale, tranne le edizioni dei sottogruppi, tanto per fargli capire di non essere affatto intimorito.

Per assestare maggior danno ad Amazon, il quale vende gli e-book nel formato per la tavoletta Kindle, gli altri editori si sono rivolti alla Apple, che è un diretto concorrente di Amazon, non come venditore di libri cartacei, ma della tavoletta iPad che permette di leggere comodamente gli e-book. La Apple e gli altri si sono messi d’accordo per guadagnare miliardi di dollari a danno delle tasche dei futuri acquirenti. Accortosi di queste operazioni sottobanco, l’Amministrazione Obama ha avviato l’azione legale presso l’Antitrust. Tre gruppi editoriali – Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster – hanno abbassato la coda e sottoscritto un accordo affinché Amazon venda al prezzo che preferisce. Apple, Macmillan e Penguin Group sembrano intenzionati a difendersi davanti al giudice, in quello che si annuncia come il primo passo di una battaglia su un settore, quello dell’editoria, che tocca questioni di fondamentale importanza per la democrazia americana: non solo naturalmente la libertà di espressione, ma anche quella di accesso alle informazioni pubbliche, che i monopoli mettono a serio rischio comprimendo la visibilità degli autori stampati da editori indipendenti.

Ma per i sei le beghe non sono finite. Sedici Stati, guidati dal Connecticut e dal Texas, hanno avviato anche loro un’azione legale contro la Apple, Macmillan, Penguin e Simon & Schuster. Avrebbero invece raggiunto accordi extragiudiziali con HarperCollins e Hachette, che hanno accettato di restituire ben 51 milioni di dollari a chi aveva già comprato gli e-book a prezzo maggiorato. E anche qui, come con gli accordi presi col governo Obama, alcuni editori hanno di fatto ammesso di essere in torto marcio. La cifretta sopra può darci un’idea di che giro di affari sia nelle mani di questi accumulatori dell’editoria. E il fatto che Amazon sia la controparte non è davvero rassicurante per la caduta dei monopoli.

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