Pellegrino Artusi detective
Titolo: Odore di chiuso
Autore: Marco Malvaldi
ISBN: 9788838925443
Editore: Sellerio Palermo
Prezzo: € 13,00
Copertina:
Descrizione: Nell’ultimo lavoro di Marco Malvaldi, Pellegrino Artusi, di cui lo scorso 2011 ricorreva il centenario dalla morte, diventa detective. Giunto in Toscana nella dimora avita del barone Romualdo Bonaiuti per trascorrere un tranquillo fine settimana in buona compagnia, si ritroverà, suo malgrado, ad avere a che fare con l’omicidio del maggiordomo che, lo diciamo banalmente, nel giallo classico è l’ultimo che siamo preparati a veder morire.
Nel castello si trova riunita una discreta cerchia di persone: i due figli maschi del barone, Gaddo e Lapo, giovani nullafacenti distinti, però per inclinazioni, la giudiziosa figlia Cecilia, la nonna baronessa madre con ‘badante zitella’, altro contorno di zie signorine, un ospite sedicente fotografo con vizietto cui si aggiunge, in seguito all’omicidio, il locale delegato Artistico. Malvaldi fa uno sforzo in più perché molti di questi personaggi siano comprimari, con caratteri ben delineati. Il libero e sfacciato flusso di coscienza di molti di loro si contrappone a quello che vanno dicendo rivestito del linguaggio più appropriata per condizione ed epoca. Da qui nasce buona parte dell’umorismo e del fascino del romanzo, come anche dalla figura fisicamente solida del buon Artusi che si presta a fare da perno a molte scene. Alcuni fili rossi si dipanano per tutto il libro: il delitto, certo, i flussi di coscienza e uno squisito… polpettone ‘zingaro’. Cucinato per la prima volta dalla cuoca Parisina, Artusi lo rincorrerà per tutta la storia, anche la ricetta del polpettone diventa mistero per poi… L’umorismo di Malvaldi coglie di sorpresa, ma alcune ‘uscite perigliose’ ci viene più facile perdonarle al Camilleri dialettale (la comparazione è giustificata da alcune scene corali con comicità diffusa simili nei due autori). Forse perché il dialetto addolcisce alcune volgarità che scritte ‘nero su bianco’ si fanno più pesanti? Può darsi, certo che il nostro, complice anche una meta scrittura utilizzata al momento giusto, riesce a farsi perdonare qualche grossolanità di troppo. Un fatto resta: a fine libro si fa fatica ad uscire dal castello e tornare a casa. Un’altra storia, protagonista Pellegrino Artusi detective, la aspettiamo già. (Serena Grizi)
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento