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Ricordando Auro Gabrielli

Ricordando Auro Gabrielli
Dicembre 28
17:19 2014

Auro-GabrielliIl professor Auro Gabrielli, nato a Macerata il 18 dicembre del 1929, per proseguire gli studi dovette trasferirsi dal 1945 al 1949 a Milano, città che aveva raggiunto faticosamente viaggiando sul cassone di un camion che trasportava sacchi di grano, poiché nel dopoguerra le ferrovie in gran parte non funzionavano. Pensava di iscriversi alla Statale, ma non essendovi più posto andò al liceo Beato Angelico, una scuola d’arte che pubblica ancora oggi la rivista Arte cristiana.

Dopo il diploma svolse il servizio militare a Siena, quindi iniziò a insegnare pittura decorativa. Tra le sue opere di allora, un mosaico realizzato nella scuola media di Civitanova Marche e varie figure di arte sacra nella cappella del Seminario di Macerata; un mosaico del Cristo in una cripta a Montecarotto, nei pressi di Jesi, come aiuto del suo professore al Beato Angelico, e mosaici del Cristo dominante nell’abside.
Tempo fa ebbi un lungo colloquio con lui tra i quadri che riempivano la sua casa, e in quella occasione mi disse: «Non mi sono mai ispirato a nessuno: le cose che faccio possono anche non piacere, ma non mi sono mai irreggimentato in qualche corrente. Frascati mi è piaciuta molto, da quando venni nel 1966 e dove ho sempre insegnato».
Quando la sua famiglia giunse a Roma e il padre, pensionato, si mise a svolgere l’attività di portiere in un condominio, Gabrielli si trasferì anche lui da Macerata, con moglie e due bambini, per stare accanto ai genitori anziani, ma alla grande città preferì Frascati «con queste belle dodici ville che la contornano» come amava dire «e con tutto il verde dei loro parchi». Nel frattempo fu inserito fra gli insegnanti di ruolo e ottenne il trasferimento da Macerata alla cittadina castellana, dove, diceva, cominciò a guardarsi intorno e a dipingere alcune vedute.
Tra i soggetti dei suoi quadri e disegni, anche lo ‘scalone’ (che non c’è più) di piazza della Stazione, la fontana di piazza Paolo III, un Carnevale e il fontanone di Villa Torlonia, il portale di Villa Falconieri, il Portale delle Armi visto dalla parte interna, Villa Falconieri con i cacciatori, l’inaugurazione della facciata della Cattedrale, la fontana di Vermicino del Vanvitelli, Castel Gandolfo e quanti aspettano il Papa (l’ambientazione riporta al 1750: Gabrielli ha ambientato molti dei suoi soggetti in epoca settecentesca). Vi sono poi varie opere pubblicate in occasione di manifestazioni castellane: il manifesto per il Carnevale a Frascati, Marino e i carri a vino verso Roma. E poi Cristo che benedice la cupola di San Pietro («nel Salvatore si legge un qualche turbamento per quel che accade nella Chiesa»: ed era il 2011). A questi si aggiungono vari paesaggi dell’Umbria e delle Marche; né disdegnava soggetti moderni.
Molti disegni, riprodotti in poche copie, sono stati da lui donati ad amici e conoscenti. Anni fa era stato anche presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica della Cattedrale. Ora che se n’è andato, speriamo che Frascati non si dimentichi di lui: come più di qualche volta è avvenuto con altri personaggi che, come Auro Gabrielli, hanno amato Frascati pur non essendo nativi del luogo.

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