Scioperi
Non c’è bisogno di parole. Stringo le pagine del giornale così forte che le nocche delle dita mi diventano bianche, mentre leggo di un’Italia in ginocchio. Do un’occhiata a gabriele che é appena entrato a casa. Sono troppo agitato per stuprmi nel sapere che la benzina ormai è quasi finita. Quasi tutte le pompe sono vuote, disagi e lunghe code ai distributori. Mi sgranchisco le dita della mani con un’aria minacciosa. Ancora caos nella circolazione e ora c’è allarme anche per i rifornimenti di generi alimentari. Dopo il secondo giorno di blocco dei tir, l’Italia sembra sul punto di fermarsi completamente, soprattutto dopo la rottura delle trattative, tra i rappresentanti dei camionisti, che chiedono agevolazioni per il gasolio e pagamenti più celeri, e il governo. Simonetta rientra in casa sorridendo ma, istintivamente, si ritrae nel vedere l’espressione del mio viso.
Continuo a leggere, sempre più confuso. Per Prodi il blocco delle strade è una “inammissibile violazione della libertà dei cittadini” ed il ministro dei Trasporti Bianchi ha deciso per la precettazione. La risposta non si è fatta attendere. Nonostante la decisione del ministro il fermo dei tir sta proseguendo perchè, a parere degli autotrasportatori in agitazione, la precettazione del ministro “non rispettando la procedura, non vale nei confronti delle associazioni”. La Confindustria, invece, definisce inconcepibile la protesta.
“Si risolverà, papà, te lo assicuro” esclama Gabriele. “Lo spero” replico, ma non mi sente. Sta rispondendo al cellulare.
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