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Selciatori di Alfedena

Selciatori di Alfedena
Dicembre 15
07:56 2020

Un Mestiere, quello del “Serciarolo” (in dialetto romanesco), dove l’arte e la tradizione si ravvisa nella pavimentazione delle strade del centro storico di Roma e dei Castelli Romani che sono, anche se l’asfalto è un ottimo competitor ultimamente, realizzate in sampietrini o sanpietrini. La “prima posa” delle “rocce leucitiche” (lava leucitica prodotta dall’attività effusiva del Vulcano Laziale, in gergo basalto) risale al XVI sec. d.C. e il nome sampietrino deriva per la pavimentazione di Piazza San Pietro (Roma utilizzava tale pietra per realizzare i basoli). Presso Laghetto di Monte Compatri è presente la cava di leucitite (via Casilina) da cui sono stati prodotti molti sampietrini dagli operai provenienti da Alfedena.  Comune in Provincia dell’Aquila (Abruzzo), Alfedena ha una popolazione sotto i mille abitanti e un’altitudine di 914 m s. l.m. (Alta Valle del Sangro). Tra i luoghi d’interesse storico-archeologico è presente una necropoli datata tra il VII sec. a.C. e III sec. a.C., il Castello di Alfedena di epoca medioevale (XII sec. d.C.) con la torre ottagonale normanna e la chiesa Ss. Apostoli Pietro e Paolo anch’essa di epoca medioevale. Nella Villa Comunale è presente il “Monumento del Selciatore”, realizzato dallo scultore S. Pagliuchi, dove un uomo (il soggetto s’ispira al sig. Brunetti trasferitosi a Laghetto per lavorare alla cava), seduto a gambe divaricate, è intento a lavorare la pietra per formare il sampietrino e, “ai suoi piedi”, una lastra di marmo riporta: “Ai suoi selciatori che migrati alle cave basaltiche dell’agro romano per secoli squadrarono e modellarono selci e cordoli pavimentarono e decorarono strade e piazze di Roma con alta professionalità e abnegazione profonda Alfedena orgogliosa e riconoscente ad imperitura memoria eresse nell’anno 1966.” Inizialmente, i sampietrini venivano caricati nelle cave tramite un carretto, diretto poi sul luogo di lavoro. All’interno della cava, i “minatori” staccavano la roccia, gli “squartatori” la spaccava con mazze e cunei di ferro, lo “sbozzatore” creava gli scaglioni (parti di pietra più piccole) e il selciatore ricavava il sampietrino seduto a terra a gambe divaricate per l’appunto, con una mazzetta in una mano e una “manotta” in pelle a protezione dell’altra.  Al “facchino” il compito di trasportare “il prodotto finito” sul mezzo di trasporto. Altri strumenti di lavoro erano il mazzuolo, il piccone, la carriola, la pala e in seguito ruspe e strumenti meccanici. In estate, i selciatori per proteggersi dal sole, costruivano dei ripari amovibili. Diverse tipologie di “serci” (dialetto romanesco) venivano prodotte dagli “scalpellini”: il “cubetto”, le “regarelle”, il classico “sampietrino” di dimensioni 12x12x6 e forma a piramide tronca e il “bastardone”. La loro messa in opera a regola d’arte era di posizionarli in un fondo di sabbia-pozzolana (a secco) seguendo un “disegno” e battuti con il “mazzapicchio” (pesante strumento inizialmente in legno e detto “mazzabecco” in dialetto romanesco) per assestarli. L’operaio quindi produceva (selciatore) e effettuava la posa in opera e la manutenzione (selciarolo) del sampietrino. Il 14 dicembre 1890 nacque la “Società Cooperativa Selciatori di Alfedena” dove inizialmente i membri dovevano essere originari di Alfedena. La società realizzò un “dopo lavoro” ed emise una moneta per acquisti da effettuarsi nell’apposito negozio di alimentari. In seguito si consorziò con gestori di altre cave. Da questi “pionieri” della cava, ma anche dai lavoratori agricoli, e norcini, si urbanizzò la frazione di Laghetto di Monte Compatri: nucleo abitativo, fraschette, servizi, la Chiesa di San Lorenzo Martire (1954), il Comitato per i festeggiamenti della Chiesa, la scuola elementare, il piazzale della parrocchia, la zona industriale… I prodotti della cava erano oltre al sampietrino, caditoie, chiusini, pietrisco per le ferrovie, breccia e brecciolino per le strade…  Naturalmente, non potevano mancare le pietre per realizzare i muretti a secco. Generalmente, Il disegno del lastricato, una volta realizzato, può assumere un disegno ad arco contrastato, filaro, spina di pesce… E’ presente nella Frazione anche una strada intitolata a tale figura di operaio-artigiano, Via del Selciatore, e la Piazza realizzata in sampietrini dove è presente  una fontana e pietre decorative dello stesso materiale dove, su una di esse, è inciso: “Comune di Monte Compatri. La pavimentazione della piazza San Lorenzo Martire è donata agli abitanti della frazione Laghetto dai proprietari delle cave Linguido Nenni Vangelista Solfaroli Schina e Iacovelli. 29 gennaio 2012.” La Frazione ha espresso imprenditori, aziende agricole, commercianti, consiglieri comunali e sindaci.

Foto: Particolare del disegno del lastricato realizzato utilizzando la pietra leucitica, P.zza San Lorenzo Martire, Laghetto di Monte Compatri.

 

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