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Oggi il termine slow viene accostato a diverse discipline e attività, può riferirsi a un modo di viaggiare o di vestirsi, all’esercizio fisico, al modo di gestire la propria famiglia, di lavorare e più in generale ai nostri rapporti con gli altri.

Il denominatore comune è rallentare, poter meditare sul tempo che viviamo, piuttosto che essere perennemente concentrati su cose da fare che vanno a riempire e congestionare il nostro tempo.

Dall’ormai famosissimo Slow Food in poi, questa tendenza ha iniziato a prendere piede, e le è stata dedicata dal 1998 la giornata mondiale della lentezza.

Il movimento lento dà vita a relazioni ed esperienze significanti, in contrapposizione a quelle effimere e veloci, figlie del nostro tempo, fatto di comunicazioni tramite social network, che in cambio della loro immediatezza e velocità ci sottraggono necessariamente qualcos’altro.

Da grande amante dei ritmi slow quale sono, non potevo rinunciare a riappropriarmi di un mezzo di trasporto a me molto caro, la bicicletta, contribuendo al trend di aumento esponenziale del grande ritorno all’utilizzo di questo semplice e straordinario mezzo di trasporto, in questo post lock down. Il mezzo perfetto per viaggiare slow.

Ho partecipato, poco tempo fa, ad una bellissima escursione, organizzata da amici, guide cicloturistiche, (A pedali) il loro motto è “La velocità induce all’oblio, la lentezza al ricordo”. Ho potuto visitare l’antico borgo fantasma di Monterano, in provincia di Roma, non lontano dal lago di Bracciano, noto per essere stato set cinematografico di molti film, solo per citarne uno Il marchese del Grillo di Monicelli, borgo suggestivo e di grande interesse artistico anche per le opere realizzate da Bernini, la Chiesa e il Convento di Bonaventura, ma anche la fontana del Leone nella facciata del palazzo ducale, diventata il simbolo del borgo.

Nel turismo esperienziale l’obiettivo non è la destinazione finale, ma l’esperienza, il vivere il patrimonio naturalistico e culturale-artistico, scoprire la bellezza di un territorio e tanti borghi e città d’arte che, fuori dalle rotte più gettonate dall’industria del turismo, sono meno noti, e poi c’è il valore simbolico del gesto, il mettersi in cammino per affrontare un’esperienza vivendola in modo attivo.

Una gita in bicicletta diventa un’occasione per scoprire posti meravigliosi che spesso abbiamo a Km 0, e per viverli in modo pieno e appagante, un’occasione per stare insieme e socializzare in modo autentico, recuperare tempi lunghi, spazi aperti, in una dimensione di natura, storia e cultura.

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