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Test della figura umana – 1

Maggio 13
12:00 2010

Il Test della figura umana, ideato nel 1949 dalla psicologa Karen Machover , può essere utilizzato sia per una valutazione numerica dell’intelligenza in età infantile, sia come metodo proiettivo capace di fornire informazioni importanti sul vissuto del bambino come della persona adulta.Il materiale occorrente per lo svolgimento del suddetto Test è rappresentato da alcuni semplici fogli, possibilmente di 28×21 cm, e da una matita abbastanza morbida.  A questo punto si chiede al soggetto di disegnare una figura umana. La consegna, nel caso di bambini, sarà: “disegna qualcuno”; nel caso di adulti: “Per favore, disegni una figura umana”. Successivamente si chiede al soggetto di disegnare una persona dell’altro sesso. Dopo che entrambe le figure sono state disegnate, per ognuna di queste si chiede come si chiama, quanti anni ha e quale ruolo svolge. All’interno del foglio si distinguono quattro zone aventi diversi significati simbolici: la zone alta rappresenta la parte spirituale e mistica; la zona bassa la parte materiale legata all’inconscio e agli istinti; la zona sinistra rappresenta l’introversione e l’attaccamento al passato e alla figura materna; la zona destra, in ultimo, l’estroversione e le relazioni sociali. Stando a queste direttive, se il disegno del soggetto occupa il lato superiore destro si evidenziano ottimismo e una buona propensione alla socievolezza, mentre il lato superiore sinistro mette in luce un ottimismo legato maggiormente alle attività che hanno a che fare con il mondo privato dell’individuo. Il lato inferiore destro evidenzia un rapporto stabile nelle relazioni sociali; il lato inferiore sinistro una tendenza regressiva, legata ad un tono depressivo. Nel caso il disegno si collochi al centro, da 1/3 a 2/3 del foglio, si registra un’armoniosa coesistenza tra tendenze regressive e tendenze attualizzanti, le quali spingono il soggetto a vivere l’aspetto introspettivo ma anche a socializzare.Un elemento fondamentale da prendere in considerazione riguarda la natura della figura rappresentata: essa può corrispondere al Sé reale della persona, al Sé temuto, al Sé ideale o al personaggio di un’altra cultura. Il sé reale ha di solito la stessa età del soggetto, è del medesimo sesso e mette in risalto la capacità del bambino di centrarsi sulla situazione attuale. Il Sé temuto è di solito una figura aggressiva e può essere legato a tentativi difensivi nei confronti di qualcosa o qualcuno di cui si ha paura. Il Sé ideale viene disegnato di solito con un’età nettamente superiore rispetto a quella del soggetto e, il più delle volte, corrisponde ad una figura genitoriale con la quale ci si vuole identificare o con parenti prossimi che il bambino prende come “modelli”. Infine, la raffigurazione di un Sé di altra cultura, rappresentato con abiti particolari e diverso colore della pelle, depone a favore di una difficoltà ad accettare il proprio ambiente.Solitamente, un soggetto maschile dovrebbe disegnare prima una figura di sesso maschile e viceversa per un soggetto femminile. Se si presenta un’inversione nell’ordine delle figure, si ha a che fare con una confusione relativa alla identificazione con il proprio sesso o una difficoltà a relazionarsi con persone del sesso opposto. Già all’età di cinque anni il bambino dovrebbe disegnare per prima la figura del proprio sesso. (Continua)

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