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Trieste, Istria e Norma Cossetto

Trieste, Istria e Norma Cossetto
Novembre 14
17:20 2013

Norma CossettoPresso la libreria ubik di Trieste è stata presentata il 5 ottobre scorso, a cura della Mailing List Histria, “La bancarella” salone del libro dell’Adriatico orientale arrivato alla settima edizione. Altri luoghi in cui si è svolta la manifestazione, cento incontri, sono stati la Galleria Tergesteo e la sala Punto Enel. Il motto scelto quest’anno è “si son mi” anagramma del cognome di Missoni, lo stilista recentemente scomparso, dalmata ed esule da Zara.

Manifestazione ricca di cultura, a partire dagli incontri di carattere storico in collaborazione con sei istituti per la storia del movimento di liberazione, dalle relazioni su Bettiza e la cultura dalmata, alla storia cantieristica di Lussino, alla presentazione dei preziosi volumi del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno. Grande è stato l’interesse suscitato da questi numerosi incontri e nutrita la partecipazione; molti gli esuli convenuti da ogni parte d’Italia. Doveva essere presente anche l’esule istriana Licia Cossetto, ma un improvviso malore l’ha colpita proprio mentre stava arrivando a Trieste. Licia doveva presenziare, sempre a Trieste, ad una cerimonia in onore della sorella: il 5 ottobre infatti ricorreva il 70° anniversario dell’uccisione di Norma Cossetto. Erano entrambe di S. Domenico di Visinada, non lontano da Pola in Istria, e Norma ventunenne studentessa di Lettere presso l’Università di Padova, stava preparando nel 1943 la tesi di laurea sulla storia dell’Istria con il prof. Concetto Marchesi. Venne prelevata una prima volta mentre era in bicicletta e le venne richiesta la collaborazione da parte degli slavi, ma lei non volle tradire i propri connazionali; fu liberata ma nuovamente arrestata e condotta nel carcere di Parenzo. Qui venne legata e ripetutamente violentata da sedici aguzzini che, non contenti, le tagliarono i seni e massacrarono altre parti del corpo; una testimone che abitava dirimpetto alla caserma udì le inutili richieste di aiuto della ragazza e vide in parte la scena. Norma fu poi trasportata presso la foiba di Surani dove fu gettata insieme ad altre povere vittime. In seguito a segnalazioni le salme vennero riesumate dopo pochi giorni grazie all’opera dei Vigili del fuoco di Pola: persino il maresciallo tedesco rimase sconvolto da quello che vide, tanto che vennero arrestati poco dopo i colpevoli e lasciati da soli a fare la veglia funebre al corpo della ragazza. Tre impazzirono e tutti furono fucilati all’alba dai tedeschi. Qualche anno dopo il prof. Concetto Marchesi ritenne opportuno che l’Università di Padova desse la Laurea honoris causa a Norma, e venne messa una lapide a ricordo della ragazza: peccato però che vi sia erroneamente scritto che è stata vittima della violenza nazifascista! Nel 2005, l’8 febbraio, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha insignito Norma Cossetto della Medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione «Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio». A ritirare la medaglia andò la sorella Licia, testimone diretta della tremenda tragedia di cui fu protagonista alla fine della seconda guerra mondiale e che, con la sua mitezza e determinazione, non ha mai smesso di chiedere un giusto riconoscimento per tutti gli istriani, fiumani e dalmati e naturalmente per la sorella Norma.

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